Fermatevi, le polemiche politiche | sono un regalo alla mafia - Live Sicilia

Fermatevi, le polemiche politiche | sono un regalo alla mafia

Fare politica antimafia significa dare risposte serie ai bisogni dei cittadini.

Siamo alla vigilia dell’anniversario delle stragi di Capaci e di via d’Amelio, vi chiedo per favore: fermatevi! Il continuo polemizzare tra candidati, forze politiche, e all’interno degli stessi partiti, è oggettivamente, al di là delle intenzioni, un inaspettato regalo alla mafia che ringrazia.

Molti, in questi anni, hanno dato il proprio contributo per una seria lotta alla mafia che non si fermasse, a valle, all’encomiabile e rischioso lavoro senza sosta di magistrati e forze dell’ordine, ma che si esprimesse, a monte, in una presenza nel sociale, accanto a chi non ha voce e in una politica del fare, delle risposte ai bisogni reali dei cittadini schifati dai palazzi del potere, da una classe politica che appare più preoccupata delle proprie sorti che di dare concretezza alle roboanti parole di circostanza pronunciate, soprattutto, nei giorni delle ricorrenze dei massacri mafiosi. La mafia ancora c’è, lo sappiamo, è forte, arrogante, pericolosa, portatrice di una subcultura del sottosviluppo e di morte. Minaccia magistrati, poliziotti, politici, imprenditori, giornalisti, sacerdoti, professionisti, ricatta, tiene in ostaggio, stringe catene.

L’antimafia c’è, ma non è quella con la targhetta, l’antimafia vera è il popolo degli onesti che attimo per attimo compie il proprio dovere per affermare la cultura dei diritti, della legalità, della vita. E’ quella degli insegnanti che non offrono solo sapere, offrono ai giovani occasioni di crescita umana, del senso delle istituzioni, del rispetto delle regole, dell’altro, della comunità, dei beni comuni. E’ quella dei bravi funzionari e burocrati, dei politici per bene, che s’impegnano nei partiti, nei movimenti e nelle istituzioni per l’interesse collettivo, disdegnando scambi scellerati e squallidi favoritismi, che considerano il ruolo rivestito una missione non una rendita. E’ quella di una politica alta che non scende a compromessi, che non intasca tangenti, che non prende nemmeno un caffè con mafiosi o amici dei mafiosi.

Questa è l’antimafia su cui occorre accendere i riflettori, che può sconfiggere davvero i boss più sanguinari, che può mettere a nudo il ventre molle della società, la mala politica, i politicanti e arginare ogni tentativo di infiltrazione della mafia nelle istituzioni e nell’economia. C’è stata e c’è, come negarlo, la tentazione di dare troppo facilmente patenti di antimafiosità, di erigersi a elargitore di credibilità su tale fronte, e c’è stato e c’è chi non ha disdegnato un facile palcoscenico per sfruttare una visibilità non sempre meritata. A tutto ciò bisogna dire basta con la stessa determinazione con cui bisogna dire basta alle divisioni sul contrasto a Cosa Nostra, peggio se strumentali, dinanzi alle lapidi dei nostri eroi normali, a una politica autoreferenziale asserragliata dentro un’eterna autoblu che non opera, risollevando le sorti dei cittadini ed eliminando la cause del sottosviluppo, per prosciugare l’humus su cui prolifera la mala pianta mafiosa. Bisogna dire basta attraverso l’unità di tutte le forze civili, sane, e autenticamente democratiche, di qualunque appartenenza, attraverso le donne e gli uomini che non si risparmiano, pur non avendo necessariamente vissuto l’indicibile dolore di un congiunto ucciso per mano mafiosa, nella battaglia quotidiana contro ogni tentativo di sopraffazione mafiosa ed illegalità.


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