Smog, assolti anche in appello | Cammarata, Ceraulo e Avanti - Live Sicilia

Smog, assolti anche in appello | Cammarata, Ceraulo e Avanti

L'ex sindaco di Palermo, Diego Cammarata, e gli ex assessori comunali all'Ambiente, Lorenzo Ceraulo e Giovanni Avanti, sono stati assolti anche in appello dall'accusa di omissione d'atti d'ufficio.

PALERMO – L’ex sindaco di Palermo, Diego Cammarata, e gli ex assessori comunali all’Ambiente, Lorenzo Ceraulo e Giovanni Avanti, sono stati assolti anche in appello dall’accusa di omissione d’atti d’ufficio. Erano difesi dagli avvocati Claudio Gallina Montana, Giovanni Rizzuti e Giorgio Bisagna. Per l’accusa gli amministratori non avrebbero adottato provvedimenti idonei a contrastare lo smog che aveva superato in città i limiti previsti dalla legge. L’inchiesta che ha portato al processo si basava, tra l’altro, su una consulenza che accertò che, tra il 2001 e il 2006, a Palermo i limiti previsti dalla legge per gli ossidi e i biossidi di azoto e le cosiddette polveri sottili vennero superati fino a cinque volte. L’indagine fu avviata per la prima volta nel 2005 a seguito di un rapporto presentato dai vigili urbani. L’adozione da parte dell’amministrazione comunale di alcune misure come il blocco del traffico un giorno alla settimana e la circolazione a targhe alterne, indusse la Procura a chiedere e ottenere l’archiviazione del procedimento. I provvedimenti anti-smog, però, rimasero in vigore solo qualche mese. Dopo la revoca delle misure, i carabinieri tornarono a fare i rilievi sulle centraline dislocate nei punti nevralgici della città verificando, tra il 2005 e il 2007, un ulteriore incremento dei livelli di ossidi e biossidi di azoto e delle polveri sottili. Gli accertamenti convinsero i pm a richiedere la riapertura dell’indagine. I fatti contestati agli imputati inizialmente andavano dal 2005 al 2008 ma, dopo il deposito di un supplemento di consulenza e la deposizione del perito della procura, il pm Gery Ferrara aveva modificato l’imputazione estendendo le contestazioni al 2009. L’assoluzione del Tribunale, nel 2011, venne impugnata direttamente in Cassazione dal pm che ritenne che il provvedimento del tribunale presentasse vizi di diritto, mentre la Suprema corte ha riconosciuto questioni di merito nelle motivazioni addotte dall’accusa, decidendo di considerare l’atto come ricorso in appello. (ANSA).


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