Biondo, un anno di successi | Ma il teatro ha i conti in rosso - Live Sicilia

Biondo, un anno di successi | Ma il teatro ha i conti in rosso

I soci pagano poco e in ritardo, nonostante questa stagione abbia superato le più rosee aspettative. Il teatro è costretto a vivere di anticipazioni bancarie. Puglisi: "La mia fedina penale non è a disposizione". Alajmo: "Se non parte in tempo la campagna abbonamenti, torno a fare quello che facevo prima".

 

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PALERMO – Numeri, cifre, percentuali. Positivi, quando si tratta del numero degli spettatatori o delle recite, negativi e quasi al limite del disastro quando si tratta di bilanci e sovvenzioni dei soci. Ecco il nuovo Teatro Biondo di Roberto Alajmo e Emma Dante, uno Stabile che sembra essere ormai uscito dal cono d’ombra in cui era piombato negli ultimi anni con artisti palermitani che fanno registrare il tutto esaurito, ma che si ritrova a dover fare i conti, è proprio il caso di dirlo, con la crisi e le sforbiciate sempre più consistensi ai trasferimenti.

Un bilancio talmente in rosso da far gridare al presidente Gianni Puglisi un accorato appello, che sa tanto però di denuncia: “Una certa politica deve decidere cosa fare dello Stabile, se vuole farlo vivere oppure no. Gli amministratori non sono disposti a tutto e non mettono a disposizione la propria fedina penale”.

Una conferenza stampa, quella tenutasi stamattina, partita con il piede giusto, a testimonianza di quanto ha già raccontato Livesicilia: il Biondo è rinato e i palermitani sono tornati ad amare lo Stabile della propria città. Un successo che sta tutto nei numeri impressionati di questa stagione, specie se raffrontati a quelli della precedente: 85.995 spettatori rispetto ai 51.271 del 2013 (+68%); 3.917 abbonati rispetto ai 1.470 dell’anno scorso (+166%); 53 spettacoli fuori abbonamento contro i 7 del 2013 (+657%); 65 recite in trasferta rispetto alle 6 della precedente stagione (+983%), ancora non tutte realizzate; 647.331 euro di incasso totale contro i 313.590 del 2013 (+106%); 306.621 euro dallo sbigliettamento rispetto a 189.525 (+62%); 2530500 euro di ricavi dagli spettacoli per il prossimo anno (+1107%). Unico dato in ribasso quello delle recite: 289 nel 2013, 248 nei primi sei mesi del 2014 ma solo perché il Bellini non era a disposizione.

“Quando l’anno scorso abbiamo presentato la stagione sentivo il peso della responsabilità – dice il direttore artistico Alajmo – oggi tracciamo un bilancio e pensiamo al prossimo anno. A settembre inoltre partirà la scuola dei mestieri dello spettacolo che conta già 25 alunni selezionati. Più di così era impossibile fare. Porteremo le repliche da 6 a 9, dal venerdí alla domenica successiva. Un teatro vivo é un bene per la cittá. Qualcuno resterà deluso? E’ fisiologico”. Poche le anticipazioni sulla prossima stagione: il ritorno di Moni Ovadia con “Doppio fronte” ispirato alla Prima guerra mondiale, “Un errore umano” di Gigi Borrusso che ha già debuttato a Parigi e ancora le tournèe di Emma Dante (artista residenziale) a Vicenza, Roma e Napoli, Franco Scaldati a Bologna e Lina Prosa al Piccolo di Milano per l’Expo.

“I tempi sono cambiati, la gente ha voglia di spettacoli nuovi e di non morire sulla sedia – dice Emma Dante – ci sono stati degli spettacoli complessi, interessanti, anche nazional-popolari come Ficarra e Picone. Le maestranze hanno lavorato tantissimo. Questa é una casa per tutti, per la cittá e per chi vi lavora. Alajmo sta facendo il suo lavoro bene, il teatro paga tutti e cerca di avere rispetto dei lavoratori”.

Ma il problema, come detto, resta il bilancio. Il 29 maggio è stato convocato un cda che dovrà fare il punto della situazione, nonostante la Regione non abbia ancora chiuso il suo di bilancio e i fondi della Provincia restino una incognita. “Il motto di questa conferenza stampa é andare avanti, si può cambiare davvero e il lavoro di Alajmo e Dante lo dimostra – dice Puglisi – i numeri sono evidenti con la triplicazione degli incassi, che prima erano da prefisso telefonico. Abbiamo superato il mezzo milione di euro tra abbonamenti e sbigliettamento, eguagliando quasi il buco dovuto al mancato contributo della Provincia. Ci sono stati amministratori che hanno deciso di fidarsi e andare avanti, noi siamo solventi e per il mondo del teatro é importante, ma ogni euro sborsato corrisponde a un euro piú gli interessi bancari visto che sopravviviamo con le anticipazioni”.

Il Teatro, infatti, sopravvive grazie alle anticipazioni di cassa del Monte Paschi di Siena a cui paga però interessi del 7%. “Ci assumiamo con onestà e coraggio la responsabilità di tenere in piedi la macchina con le scoperture bancarie, un’operazione pesante per il costo del denaro – continua Puglisi – al teatro non arrivano soldi dai soci, ma vanno tutti al Monte dei Paschi di Siena che incamera, continua a farci credito e a farci pagare interessi. Riduciamo solo il debito”.

Le risorse dovrebbero arrivare da Regione, Comune, Provincia, Ministero e spettatori ma dal 2010 al 2013 gli enti pubblici hanno stretto la cinghia: da 10 milioni si è passati a 6. Quest’anno le entrate potrebbero arrivare forse a 5: 1,7 dal Comune, 1,4 dalla Regione (ma non ci sono certezze), 0,7 dalla Provincia e altrettanti da Ministero e spettatori. Peccato però che le sole spese generali e amministrative superino i 5 milioni. “Vedremo cosa accade entro il 31 maggio – attacca il presidente – non si può ancora chiedere agli amministratori di assumere altre responsabilità. Il Montepaschi proprio ora é attentissimo ai crediti, qui rischiamo la fedina penale se reintroducono il falso in bilancio. Non sono disponibile, come amministratore dico basta alle promesse. Ma io non mi dimetto, perché il problema non sono io. I soci devono dire con chiarezza quanto danno e come con quelle cifre posso pagare i lavoratori e non aumentare il debito con le banche, é troppo comodo scaricare tutto sugli amministratori. Sponsor privati? Anche alla Scala di Milano si stanno ritirando. L’unico che ha tenuto fede agli impegni è stato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando”.

“Io non credo in un disegno per affossare il Teatro Biondo, credo che i soldi non ci siano, non penso sia una questione di volontá”, commenta Alajmo. Il cda dovrà fare anche i conti con 14 cause di lavoro pendenti. “Nel bilancio la produzione é residuale, Marchionne ci chiuderebbe – conclude Puglisi – il Tar del Lazio dice che lo Stabile di Palermo é un ente pubblico, sotto controllo della Corte dei Conti. E questo ci spinge a essere ancora più attenti”.

E se dagli enti pubblici non dovessero arrivare le risposte attese? “Se non parte in tempo la campagna abbonamenti, torno a fare quello che facevo prima – conclude il direttore artistico – la mia fedina penale non é a disposizione”.


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