"Quando ho attraversato il deserto |ho visto morire molti miei amici" - Live Sicilia

“Quando ho attraversato il deserto |ho visto morire molti miei amici”

Felix racconta il suo viaggio della speranza. E' arrivato a Lampedusa nel 2013: durante la traversata persero la vita sei persone.

CATANIA – La via della salvezza è rappresentata dal deserto. La strada di sabbia che divide dal Mediterraneo, da quel mare che apre l’orizzonte alla speranza. Felix, 19 anni, quel lembo di terra arida lo ha calpestato con i suoi piedi: era giovanissimo. Ha vissuto la fame, la sete ed ha visto morire in quel viaggio verso la Libia molti suoi amici. Ha deciso di raccontare la sua storia oggi ai catanesi per dire grazie a questo Paese ma anche evocare la “pace”.

“Attraversare il deserto è terribile – racconta – il cibo finisce, così come l’acqua. E si muore, io ne ho visti molti morire, tra questi molti erano miei amici. E quando sono arrivato in Libia sono finito in prigione, sono stato torturato. Io sono uno con la black skin e quelli come me non sono molto graditi”. I segni di quella violenza il giovane li porta ancora sulla pelle, le braccia sono piene di cicatrici. Tracce indelebili.

E la morte non finisce nella storia di Felix. Dalla Libia il giovane diciottene finisce stipato in un barcone e per miracolo è ancora vivo. “Sei sono morti prima di arrivare a Lampedusa”. In quell’isola inizia la sua nuova vita, nel 2013. Oggi il ganese vive a Mineo e fa parte della Comunità di Sant’Egidio. Parla di pace in continuazione nel suo intervento in inglese. Peace. “Aspetto il permesso di soggiorno come rifugiato per poter inziare a lavorare” afferma.

E guardando le bare Felix ha gli occhi fermi. E’ un fiume in piena quando i giornalisti gli chiedono di raccontare il suo “viaggio”. Parte da prima della sua nascita, da quando sua madre e suo padre si sono conosciuti. Una donna del Ghana e un uomo di Malì che si sono innamorati, ma divisi dalle barriere culturali. Un matrimonio non voluto, ma Felix è il frutto di questo amore. “Potevo morire anch’io durante quel viaggio di cui non conoscevo nemmeno la destinazione, invece grazie a Dio sono sopravvissuto”:

Felix oggi è testimone di vita, testimone di speranza, testimone di pace. E forse solo questa potrà fermare questo accumulo di bare senza nome.


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