Sì alla manovrina "tutta stipendi" | Tetti ai salari d'oro, norme salva Pip - Live Sicilia

Sì alla manovrina “tutta stipendi” | Tetti ai salari d’oro, norme salva Pip

Passa con 48 voti a favore e nessuno contrario il ddl che garantirà gli stipendi a migliaia di lavoratori. Ma solo per un mese. Ok anche alla norma che tutela gli "sportellisti" del Ciapi di Priolo.

PALERMO – Stipendi e tetti agli stipendi. La manovra ha, finalmente, ricevuto il via libera da Sala d’Ercole. Una boccata d’ossigeno. Quasi cinquanta mila lavoratori, però, potranno respirare solo fino a fine giugno. Nel frattempo, bisognerà pensare a una Finanziaria vera e propria.

Nel frattempo, però, come detto, ecco gli stipendi. Che riguardano migliaia di siciliani. Sì innanzitutto ai Fondi per Forestali, dipendenti dell’Esa, dell’Eas e dei Consorzi di bonifica.

Ma non solo. Nel corso della lunga seduta di oggi, l’Assemblea ha approvato l’ex “allegato 1” della Finanziaria, completamente impugnato dal Commissario dello Stato pochi mesi fa. Una tabella composta da un centinaio di voci, per la maggior parte, anche in questo caso, costituite da spese per stipendi. È di 97 milioni lo stanziamento complessivo per l’allegato 1. Tra gli enti finanziati ecco l’Irsap, Consorzi di bonifica, Enti parco, Esa, Istituto zootecnico e di Incremento ippico, Arpa e Teatri. Poco più di 1 milione di euro andrà allo Stabile di Catania, quasi 7 milioni e 300 mila, invece, per il “Bellini”, 2 milioni e mezzo per il Teatro di Messina, 1,5 milioni per il Biondo di Palermo e quasi 4 milioni per il Teatro Massimo. Quattro milioni e mezzo, poi, sono destinati alla Fondazione Orchestra sinfonica siciliana.

Una parte di queste somme, però, servirà anche a finanziare una versione molto ridotta della vecchia Tabella H. L’elenco degli enti e delle associazioni che l’hanno spuntata, però, è davvero corto: ci rientrano la Fondazione Fulvio Frisone, che riceve 16.000 euro, l’Istituto “di alta cultura Orestiadi” per la promozione e la gestione delle Orestiadi di Gibellina (46.000 euro), la manifestazione “Taormina arte” (207.000 euro), l’Istituto nazionale del dramma antico (Inda) di Siracusa (341.000 euro), l’Istituto per i ciechi “Opere riunite Florio e Salamone” di Palermo (898.000 euro) anche se – nel frattempo – è stato azzerato il contributo all’Istituto per ciechi “T.Ardizzone Gioeni” di Catania.

Quasi un milione di euro, poi, è stato destinato ai centri Ciapi siciliani (tra i quali quello di Priolo). Restano a bocca asciutta, invece, la Kore di Enna, il Cerisdi, e molte altre associazioni. Ridotti al minimo anche i fondi destinati alle associazioni antiracket. Somme che prima della maxi impugnativa del commissario dello Stato ammontavano a circa due milioni e che adesso sono stati diminuiti ad un totale di circa 150.000 euro.

Passa poi la norma della “discordia”, quella che aveva riportato il ddl in Commissione bilancio: cento milioni verranno divisi tra Comuni (80 milioni) e Forestali (restanti 20 milioni). Soldi coperti non più, come si era pensato in un primo momento, attraverso l’accensione di un mutuo, ma tramite il ricorso ai risparmi che verranno certificati, probabilmente a luglio, al tavolo tecnico sulla Sanità.

Come detto, poi, la “manovrina” è servita anche per inserire articoli che hanno meno a che fare con la semplice erogazione degli stipendi. A cominciare dalla norma “salva-Pip”, approvata ieri, con la quale cambia il modo di calcolare il limite massimo di reddito per rimanere all’interno del bacino di “Emergenza Palermo”. Non più venti mila euro di reddito Isee, ma la stessa cifra calcolata su base individuale. Solo in caso di superamento di quella soglia, il limite viene calcolato sul nucleo familiare, ma in quel caso la soglia sale a 40 mila euro. La vicenda-Pip, però, è tornata d’attualità anche oggi. Quando sono stati discussi alcuni ordini del giorno. Uno di questi, proposto, tra gli altri, dai deputati di Forza Italia Savona e Figuccia, prevede il reinserimento nel bacino di quei precari esclusi dalla Regione per reati compiuti in data precedente al 2001.

Passa anche la norma a favore dei lavoratori degli Sportelli multifunzionali. I 1.800 sportellisti potranno essere assunti a tempo determinato, ma con contratto di lavoro subordinato (quindi nessun co.co.pro.) dal Ciapi di Priolo.

Ma soprattutto, la manovrina è stata la sede per “varare” il primo pacchetto di riforme annunciato ieri dal presidente della Regione Rosario Crocetta. Intanto, viene stabilito un tetto di 160 mila euro agli stipendi dei dipendenti pubblici. Sia della Regione, che dell’Ars. Una proposta che ha avuto subito l’ok trasversale d’Aula, tranne qualche caso. In effetti, secondo il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, l’Assemblea regionale non avrebbe il diritto di intervenire su questa materia. L’articolo 14 dello Statuto, infatti, assegna una sorta di “riserva di legge” all’Ars sulle decisioni riguardanti i trattamenti economici dei dipendenti regionali. Trattamenti che – stando sempre all’articolo dello Statuto – non possono essere inferiori a quelli dei dirigenti statali. “Il governo nazionale – ha spiegato Ardizzone – ha fissato quel limite a 240 mila euro. Noi non possiamo determinare un tetto più basso”. Parole che hanno scatenato le polemiche dell’Aula. Alla fine, però, la norma è passata. Tramite un emendamento che prevede però un altro intervento utile alla riduzione delle spese. Si tratta del comma che dispone l’applicazione del decreto Renzi sulla riduzione dei costi per forniture e servizi. Costi che saranno ridotti del 5%. Un intervento che – stando ai calcoli del governo – consentiranno un risparmio automatico di circa 100 milioni (50 milioni sui costi della Sanità, e gli altri 50 sui costi degli assessorati).

Bocciata invece la norma avanzata dal Movimento cinque stelle, che puntava, sulla scorta delle notizie dell’attribuzione del vitalizio concesso anche all’ex presidente della Regione Totò Cuffaro, di eliminare quel privilegio per i condannati per reati di mafia. Anche in questo caso, Ardizzone ha ricordato come “la materia penale sia di competenza statale, noi non possiamo fare nulla”. Come detto, quindi, la norma non è passata. Ma il “grosso” della manovra è passato. Con nessun votom contrario. I grilllini si sono astenuti. Così, ecco il nuovo tetto gli stipendi. Ed ecco, soprattutto gli stipendi. Fino a giugno. La minifinanziaria, appena approvata, sta già “scadendo”.

LA LUNGA DIRETTA DA SALA D’ERCOLE

23.15 Approvata la manovrina: 48 voti a favore, nessuno contrario. Si sono astenuti i 14 deputati del Movimento cinque stelle.

22.10 L’aula è stata sospesa per un’ora. Il parlamentare Giuseppe Milazzo (FI) ha chiesto il voto palese su di un ordine del giorno, cosa che ha richiesto la verifica del numero legale, che però è mancato.

21.38 E’ stato appena votato anche l’ultimo articolo, la norma finale della legge. Terminata la votazione degli articoli, adesso si passerà alla discussione degli ordini del giorno. Manca solo il voto finale.

21.35 Approvato l’articolo 14 della manovra che prevede la copertura finanziaria di 100 milioni per comuni e forestali.

21.22 Passa anche, nella stessa norma, il taglio del 5% per i contratti in essere per l’acquisto di beni e servizi.

21.18 Approvato il tetto agli stipendi.

21.17 Bocciato l’emendamento del M5S che chiedeva di togliere il diritto al vitalizio ai condannati per reati di mafia.

21.15 Assenza: “Io non parteciperò al voto, perché lo ritengo illegittimo e fondato solo su una spinta demagogica e populista”.

21.10 Si passa al voto dell’emendamento sul tetto agli stipendi.

21.00 Oddo (Megafono): “Ormai siamo alla psicosi. Anche se mettessimo questo tetto, l’opinione pubblica ci chiederebbe di alzare ancora l’asticella”.

20.50 Cracolici (Partito democratico): “Ho chiesto di parlare di nuovo perché voglio dire che la materia dei vitalizi è disciplinata per i deputati regionali così come previsto per un parlamentare nazionale. Evitiamo discussioni come queste, la maturazione di un diritto non può essere modificata”.

20.45 Ferrandelli (Partito democratico): . “Stabilire un tetto agli stipendi d’oro oppure decidere di abolire il vitalizio ai condannati per mafia non è questione statutaria da affrontare come un qualsiasi azzeccagarbugli: è questione politica, è questione morale. Per questo voterò il subemendamento del governo che stabilisce un tetto di 160 mila euro agli stipendi dei dirigenti e firmerò anche quello del M5S per abolire il vitalizio ai condannati per mafia. Chiedo al mio partito di votare a favore dei due subemendamenti, perché non si può essere renziani sino a Reggio Calabria, e chiedo soprattutto che si voti a scrutinio palese”.

20.35 Figuccia (Forza Italia): “Invece di parlare degli stipendi delle migliaia di persone che ne hanno bisogno stiamo parlando dei tetti ai dirigenti. E’ pura demagogia, come la legge sulle Province e la norma sulle coppie di fatto. Perché non parliamo, invece, di lavoro? Il governo ci propone sempre ragionamenti centrati sulla punizione di chi secondo loro è simbolo di chissà che. I dipendenti dell’Ars sono quasi sepolti dentro questo Palazzo, hanno la sfortuna di aver vinto un concorso. Il nostro lavoro lo facciamo grazie a loro”.

20.22 Formica (Lista Musumeci): “Il buon senso vorrebbe che quest’Aula, invece di inseguire ciò che fa felice la piazza, si interessasse ad esempio a come i governi nazionali ci hanno tagliato un miliardo l’anno per la Sanità. E pur di raccattare qualche voto si pensa di togliere la pensione a Totò Cuffaro: è una vergogna. Ma è pensabile che di fronte ai tagli della politica, lo stesso non faccia la burocrazia? A meno che non si consideri questa subalterna ad altri poteri”.

20.17 Sudano (Articolo 4): “Presidente Ardizzone, se l’emendamento è inammissibile non andava discusso per un’ora, in maniera demagogica”.

20.12 Ioppolo (Lista Musumeci): “L’Aula si è svegliata all’improvviso sul tema del tetto agli stipendi, dopo una discussione stanca sulla finanziaria. La burocrazia deve contribuire con qualche sacrificio – devo dire assai sopportabile – al tentativo di recupero della credibilità portato avanti dalla politica”.

20.08 Cappello (M5S): “Ardizzone ci accusa di avere offeso la moralità di questa Assemblea. Vorrei ricordargli che noi non siamo amici di Totò Cuffaro, un governatore del suo partito in carcere per mafia. Si dimetta. A Crocetta dico: ‘Bentornato’, ci è mancato in questi mesi di campagna elettorale”.

20.05 Maggio (Pd): “Inserire un tetto alle retribuzioni di Dirigenti dell’Ars non è parlare alla pancia della gente, come sostiene il presidente Ardizzone, ma è una scelta coerente non solo per la necessità dei tagli da operare ai costi, ma anche per un grande atto di giustizia sociale. Non è possibile che ci siano retribuzioni stratosferiche 10 volte superiori ai normali stipendi dei lavoratori. Bisogna agire con coerenza e trovare le soluzioni giuridiche che permettano di intervenire. Lo stesso Statuto non può divenire un alibi per non fare nulla. In momenti di così grande disagio sociale ognuno di noi deve fare la propria parte”.

20.00 Panepinto (Pd): “La norma proposta dal governo sta nel ‘comune sentire’. Si tratta di una norma seria. Oggi ho visto lo stipendio da 13 mila euro di un dirigente di una società partecipata. E ho pensato, chissà che fatica farà ogni giorno… Bocciare questa norma ci farebbe perdere credibilità”.

19.52 Milazzo: “Non sono d’accordo a questo emendamento se le riduzioni degli stipendi riguarderanno tutti i dipendenti dell’Ars”.

19.37 Greco (Pds): “Ardizzone, lei si è preso un segretario da 7 mila euro, e non ci fa sapere qual è lo stipendio del segretario generale. Lei si trincera dietro lo Statuto. Il segretario generale guadagna 500 mila euro? Se gli spettano, perché si vergogna?”.

19.33 Malafarina (Megafono): “Credo che questo emendamento del governo sia una dimostrazione di etica morale, oltre che politica. Non abbiamo mai saputo il vero stipendio del Segretario generale dell’Ars, anche se da notizie circolate abbiamo saputo di cifre oggi insostenibili di fronte alla fame di tanta gente”.

19.30 Lentini (Articolo 4): “Grazie al presidente Crocetta per la presentazione di questo emendamento. Quest’Aula ha approvato il decreto Monti senza batter ciglio. E la riduzione degli stipendi dovrebbe riguardare anche i deputati nazionali e i senatori”.

19.25 Ardizzone: “La materia penale è di competenza statale. Capisco, Cancelleri, che li non abbia fatto studi giuridici, ma mi risulta lei abbia tanti consulenti che possono aiutarla”.

19.22 Cancelleri (M5S): “Noi avevamo già in passato avanzato una proposta simile. Per questo, appoggeremo anche questa. Ma chiediamo di inserire anche il divieto a ricevere il vitalizio per tutti quelli che si sono macchiati di reati legati alla mafia”.

19.15 Fazio (Misto): “Questo emendamento non può non essere condiviso. Ma lo Statuto prevede qualcosa, che non può essere modificato in modo così superficiale”.

19.10 Cracolici: “Non possiamo mettere la testa sotto la sabbia. Nell’ambito della Regione siciliana, compresa l’Ars, va definito un tetto oltre il quale un pubblico dipendente non può guadagnare un euro in più. Ma questa assemblea già nel 2007 aveva disposto un tetto da 250 mila euro, quando alcuni dirigenti guadagnavano anche il doppio. Questa Assemblea non può apparire una zona franca da questo punto di vista. E’ una cosa che travolge tutti. A partire da chi ci lavora. Basta con i bizantinismi. Dimostriamo che la Sicilia è in grado di decidere qualcosa, prima che gli venga imposta”.

19.02 Crocetta: “Questi stipendi non sono comprensibili oggi. Noi manteniamo questa proposta. Verificheremo poi se si vuole impugnare o meno. Questa riduzione attiene alle esigenze di risparmio chiesto dalle norme vigenti”. La proposta prevede un “tetto” agli stipendi di tutti i dipendenti pubblici da 160 mila euro.

18.54 Ardizzone: “Questa Assemblea è già intervenuta e interverrà nella riduzione dei costi del personale. A Crocetta chiedo se vuole insistere con la richiesta di fissare il limite di 160 mila euro, quando il decreto Renzi lo fissa a 240 mila. Ma l’articolo 14 dello Statuto prevede che i dipendenti della Regione non possano avere trattamenti economici inferiori a quelli dei dipendenti statali”.

18.52 Si passa agli emendamenti del governo che prevede il tetto agli stipendi dei burocrati regionali e quelli alle forniture di beni e servizi.

18.46 Approvato l’articolo 9, che prevede l’ex allegato 1 alla Finanziaria. Una tabella che prevede le somme per gli stipendi di tanti enti regionali.

18.41 Greco (Pds): “Ho chiesto una modesta cifra per il Centro Padre Nostro, che fa un grande lavoro in contesti disagiati”. Poi Greco ad Ardizzone: “Attendo ancora le sue scuse presidente per aver detto che io ho calunniato questa Assemblea”.

18.39 I deputati ritirano tutti gli emendamenti che prevedevano finanziamenti per gli enti dell’ex Tabella H.

18.36 Crocetta: “Le Orestiadi di Gibellina? Il prossimo mese sistemeremo anche questo evento, che è importantissimo, insieme a tanti altri”.

18.34 Alloro (Pd): “I dipendenti dell’Irsap non prendono stipendi da quattro mesi, ma solo per la cattiva amministrazione”.

18.26 Crocetta: “Teniamo nella manovra solo gli enti strettamente collegati alla Regione. Ma ripariamo all’errore che ha portato ad azzerare i fondi per gli Enti Parco”.

18.22 Gli emendamenti all’articolo 9 prevedono una serie di finanziamenti a voci presenti nella ex Tabella H. Tra questi, non solo enti regionali e pubblici, ma anche – oltre al Corfilac e l’Aras – anche alcune Onlus, Fondazioni e manifestazioni culturali.

18.20 Formica (Lista Musumeci): “Per un minimo di dignità dei parlamentari e del governo, inviterei i singoli deputati a ritirare tutti gli emendamenti presentati”.

18.17 Il governo esprime parere contrario all’emendamento di Dipasquale (Megafono) che prevede uno stanziamento di 1,2 milioni per il Corfilac. Chiesto il voto palese. Emendamento bocciato.

18.16 Riprende la seduta.

18.06 Aula sospesa.

18.03 Crocetta: “Un errore i tagli sugli Enti parco e sul Corfilac. Fermiamoci un attimo e vediamo di trovare le somme, visto che lì da mesi non pagano gli stipendi”.

17.51 Assenza (Forza Italia): “Qui si naviga a vista. Che futuro abbiamo se ci battiamo per salvare i Pip, ma non per finanziare la ricerca del Corfilac, l’Aras e i Consorzi universitari?”.

17.50 Ardizzone: “Gli emendamenti hanno copertura finanziaria, altrimenti non sarebbero stati ammessi. Ma è chiaro che non ci sono risorse aggiuntive. Per finanziare alcune poste devono essere ridotte altre”.

17.48 Leanza (Articolo 4): “La maggior parte degli emendamenti non hanno copertura finanziaria. Oppure i deputati abbiano il coraggio di dire che vogliono togliere somme a Forestali o ai Consorzi di bonifica per pagare quelle poste”.

17.44 D’Asero (Ncd): “Capisco che bisogna rendere spediti i lavori, ma anche i deputati hanno il diritto di svolgere il proprio compito”.

17.41 Fazio (Misto): “Questo governo ha azzerato le somme per i Consorzi universitari. Questo governo ne ha sancito la chiusura, facendo perdere il posto di lavoro a tanta gente”.

17.41 Polemica in Aula sulle scelte di definire inammissibili alcuni emendamenti dei deputati.

17.40 “E’ stato bocciato il mio emendamento che prevedeva lo storno di risorse dalle scuole private verso l’ERSU. Questa Assemblea a chi vuole garantire il diritto allo studio? Certamente non al pubblico”. Lo afferma in una nota il deputato regionale del Pd Mariella Maggio dopo la bocciatura in Aula.

17.35 Anche Ragusa (Udc) sottolinea l’importanza del Corfilac, il centro di ricerca sulla filiera lattiero-casearia. “Se la scelta del governo è quella di azzerare il centro, sarebbe stato più utile che nei giorni scorsi si dicesse che per quell’ente non c’era alcuna garanzia”.

17.30 Continua la discussione sugli emendamenti all’Allegato 1. Alloro (Pd), ad esempio, ricorda di aver presentato emendamenti per allevatori, pescatori e per il reddito minimo di inserimento.

17.26 Dipasquale (Megafono): “Abbiamo dimenticato il Corfilac. Se è così, gli assessori competenti forse è meglio che non si avvicinino alla Provincia di Ragusa”.

17.20 E’ il momento di passare all’articolo 9, che prevede il cosiddetto “allegato 1”, con un centinaio di voci di spesa per stipendi, enti collegati alla Regione, Teatri e “residui” dell’ex Tabella H.

17.15 Passa l’emendamento sugli sportelli multifunzionali: anche il Ciapi di Priolo, per specifici progetti, può somministrare contratti flessibili, a tempo determinato, ma, come recita un subemendamento, si tratta di “lavoro subordinato”. Scongiurato quindi il rischio che ai circa 1.800 lavoratori venissero proposti dei co.co.pro.

17.09 Formica: “Il provvedimento che stiamo per votare non potrà non essere impugnato. Dobbiamo evitare delle incongruenze che possono rendere la norma inefficace”.

17.02 Aula nuovamente sospesa.

16.55 Dubbi sul testo dell’emendamento. Non sembra ci sia condivisione sul testo esitato dalla commissione Cultura.

16.45 Si parte dall’esame dell’emendamento sugli sportelli multifunzionali.

Sportelli multifunzionali, tetto agli stipendi, ex Tabella H. Gli ultimi nodi da sciogliere sono questi. È ripreso l’esame della “manovrina” a Sala d’Ercole. Ieri si è andati avanti spediti, approvando la maggior parte degli articoli del ddl che dovrà assicurare gli stipendi a migliaia di lavoratori. Sono passati, ad esempio, gli articoli che prevedono una parte dei finanziamenti destinati a Forestali, dipendenti Esa, Eas e Consorzi di bonifica.

Adesso, come detto, l’Aula dovrà innanzitutto occuparsi dell’articolo 9, che prevede il capitolo del “finanziamento alla legge di spesa”. Si tratta, per intenderci, delle somme riguardanti il cosiddetto “ex allegato 1” della Finanziaria impugnata. Nella maggior parte dei casi, stipendi: come quelli dei dipendenti Resais, compresi gli ex lavoratori della Fiera del Mediterraneo, quelli dell’Irsap, ancora dei Consorzi di bonifica, Esa, Eas e anche degli enti parco.

Nell’allegato previste anche le somme per Azasi, Espi, Ems, per gli ex dipendenti dell’Ente minerario, per quelli delle cooperative sociali e consorzi agrari. E ancora, previste le somme per il Ciapi per l’Istituto Vite e vino, per il Corfilac, per l’Istituto di incremento ippico e all’istituto zootecnico e dell’Arpa.

Ma non finisce qui. L’allegato 1 comprende i finanziamenti per gli Ersu, per le borse di studio agli specializzandi in Medicina e i fondi per i Teatri siciliani come il Bellini di Catania, il “Massimo” di Palermo, Teatro di Messina, il “Biondo” di Palermo. Oltre a quelli per la Fondazione orchestra sinfonica.

Poi, come detto, ecco le riforme annunciate da Crocetta: tetto di 150 mila euro agli stipendi dei burocrati, tagli di 25 milioni l’anno all’Ars e riduzione del 5% sui costi per le forniture di Regione e Asp.


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