Giovani politicizzati e web scettici | Ecco cosa chiedono a Renzi - Live Sicilia

Giovani politicizzati e web scettici | Ecco cosa chiedono a Renzi

Matteo Renzi

Ritratto dei giovani siciliani. Le speranze, le delusioni. E cosa chiedono alla politica e al governo.

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CATANIA- Tengono più alla famiglia – pilastro per il 99% dei giovani siciliani – e all’amicizia che al successo, più al lavoro che al denaro, più all’intelligenza rispetto alla bellezza. E si interessano alla politica ma ne bocciano sonoramente la classe dirigente così come tutte le altre istituzioni, tra Parlamento, partiti, Chiesa, Ue e alte cariche dello Stato che registrano una valutazione insufficiente, mentre promuovono con la sufficienza solo scuola e forze dell’ordine. E’ la fotografia dei giovani siciliani presentata oggi a Catania con l’indagine ‘Generazione Proteo. Giovani italiani: solisti fuoriclasse’ dall’Università Link Campus. Lo studio – realizzato su un campione di 2.500 studenti di 8 città italiane tra cui anche Catania, Marsala e Gela – sfata anche i più consolidati luoghi comuni sulle nuove generazioni, mostrando un’altra faccia dei giovani dai 17 ai 19 anni (ultimi 2 anni delle scuole secondarie di secondo grado), figli della crisi economica, politica e ideologica che ha segnato gli ultimi anni del Paese.

Una generazione responsabile, disincantata e pragmatica, quella dei giovani siciliani, che, in linea con i dati nazionali, salva gran poco dei pilastri della nostra società: oltre 7 giovani su 10 si dichiarano insoddisfatti del proprio Paese, tanto che il 54,3% andrebbe a vivere all’estero ‘per fare un’esperienza diversa’ (24,1%) ma soprattutto per ‘trovare lavoro’, perché ‘l’Italia non premia il talento’ e ‘non crede nei giovani’. Tre motivi, questi ultimi, che uniscono il 43,8% del campione siciliano, che dopo la scuola vuole iscriversi all’Università (88,5% contro il 70,6% del campione nazionale), dalla quale, non a caso, ci si aspetta un inserimento nel mondo del lavoro (60,7%). Alla criticità nei confronti delle istituzioni e della politica (in una scala da 1 a 10, Parlamento e partiti politici registrano i valori medi peggiori, con 4,06 e 4,10) si contrappone un inaspettato interesse nei confronti della politica stessa, il cui modello partecipativo non è certo su internet (per il 67% degli intervistati il web da solo non garantisce democrazia e partecipazione) ma si evidenzia con un clamoroso ritorno al voto: oltre 8 ragazzi su 10 dichiarano infatti di voler votare alle elezioni politiche.

Il direttore di Link Lab (il Laboratorio di Ricerca Socio Economica della Link Campus University, che con questa indagine ha aperto un Osservatorio permanente sui giovani), il sociologo Nicola Ferrigni, inquadra i nuovi ragazzi come ‘solisti fuoriclasse’: “Monadi, solisti – ha dichiarato Ferrigni – che faticano a trovare armonia nella propria orchestra, rappresentata dalla propria classe, dal proprio gruppo, dal proprio Paese di cui non ci si sente più orgogliosi, di cui si condanna l’instabilità politica e che si vorrebbe lasciare per un periodo. Accanto a ciò – ha proseguito Ferrigni – i giovani intervistati individuano nella famiglia il pilastro della società, porto sicuro e principale riferimento, al punto da attribuire ai genitori il fascino del mito”.

Una generazione che diventa quasi un mito, quella dei genitori, che, anche in Sicilia, sorpassa di gran lunga la propria in tutte le virtù – dai valori (84,1% contro 25,7%) al senso di responsabilità (80,2% contro 16,6%) – e che allo stesso tempo rimane distante da quella odierna sul fronte dei disvalori, autodefinita ‘viziata’ (78,4% contro 7,8%), ‘indecisa’, ‘annoiata’. ‘Liberté, loyauté, personnalité’: è il riassunto di un ‘illuminismo del terzo millennio’, in cui prevale la fiducia in se stessi e dove la religione trova poco spazio nella sfera dei valori giovanili, definita ‘per niente’ o ‘poco importante’ per il 51% dei ragazzi, dato comunque molto inferiore alla media nazionale (63%). Tutto il contrario rispetto alla famiglia, ‘importante’ per il 99% del campione (molto più del campione nazionale, 97,5%), e dalla quale ci si sente investiti di “molta fiducia” (60,3% in Sicilia, rispetto ad una media nazionale del 45,6%). In testa alla scala dei valori importanti seguono amicizia (98,2%), salute (97,8%), lavoro (97,4%), lealtà (94,6%), qualità questa più richiesta anche nelle amicizie.

Sul fronte delle ‘paure’, confidate più alla mamma e agli amici stretti (non ai compagni di classe) che al papà o al fidanzato, al centro dei pensieri dei giovani siciliani c’è la disoccupazione (22,4% rispetto al 18,5% del campione italiano), seguita dal timore che i propri sogni non si realizzino (18,3%), la ‘retribuzione insufficiente’ (11,1%). Preoccupazioni che superano quelle legate a ‘malattia’ (8,8%), ‘solitudine’ (6,4%), ‘disavventure amorose’ (4%) e ‘morte’ (2,7%). Non a caso alla domanda su quali dovrebbero essere le priorità per il Governo Renzi, il ‘lavoro’ si piazza al primo posto (per un intervistato su tre), seguito dall’economia (16,9%), sorpassando di gran lunga e a sorpresa il proprio contesto di riferimento: la scuola.

Controverso, ma solo agli occhi delle generazioni più anziane, il rapporto con la Rete. Quasi il 94% dei neo maggiorenni siciliani infatti utilizza Facebook, che resta il social più diffuso, seguito da Twitter, usato più dai giovani siciliani che dai coetanei nazionali (28,1% contro 19,7%). A sorpresa, il 20,2% sceglie anche il famigerato Ask.Fm (adoperato solo dal 13,9% del campione nazionale) seppur ritenuto ‘pericoloso’ dal 55,4% degli intervistati. Allo stesso tempo dallo studio emerge un uso più consapevole dei social rispetto alla media nazionale (l’82,5% dei giovani siciliani dichiara il ‘rischio’ dipendenza, contro il 77,5% dei ragazzi italiani), visti principalmente come uno strumento per socializzare, condividere foto, musica e video che per informarsi e stringere vere amicizie. Se da una parte, infatti, la media degli ‘amici’ su internet supera spesso i 500 contatti, nella vita reale gli amici veri si fermano nella maggioranza dei casi a 10.

Sul fronte dell’informazione invece prevale nettamente il vecchio telegiornale (40,7%), seguito da Facebook (16,4%), motori di ricerca su internet (14%), testate su web (9,1%) e quotidiani (8,2%). E pur essendo alta la percentuale di fruizione delle news sulla rete, rimane consapevolmente critico il giudizio sull’attendibilità dei nuovi media, con il social di Mark Zuckerberg fanalino di coda: 3 giovani su 4 ritengono poco o per nulla credibile l’informazione riportata. Più affidabili – ma non troppo – le notizie sulle testate su web, mentre tg e quotidiani sono apprezzati per attendibilità da oltre 7 intervistati su 10.


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