Lombardo, slitta deposito sentenza |"Ammorbidire...ma non in denaro" - Live Sicilia

Lombardo, slitta deposito sentenza |”Ammorbidire…ma non in denaro”

C'è tempo fino al 19 agosto per il deposito delle motivazioni della sentenza di condanna dell'ex presidente della Regione. Ecco tutte le intercettazioni agli atti del processo Iblis ed effettuate nello studio di Mario Ciancio. Lombardo: "Accuse ridicole".

CATANIA- Le motivazioni della sentenza di condanna di Raffaele Lombardo saranno depositate entro il 19 agosto: i termini sono stati raddoppiati per la “complessità” dell’inchiesta.

Il passaggio chiave delle accuse all’ex presidente della Regione sarebbe rappresentato -secondo quanto hanno confermato i legali Ziccone e Benedetti dopo la condanna- dall’interessamento di Lombardo per il centro commerciale Icom del gruppo Auchan, documentato da un incontro intercettato nello studio del potente editore e direttore Mario Ciancio, che dall’affare ha incassato ben 28 milioni di euro.

Lombardo, su sollecitazione di alcuni imprenditori, si sarebbe interessato per evitare che si bloccassero i lavori e si dovessero mandare a casa i dipendenti. L’ex presidente della regione ha sempre sostenuto di non aver favorito la mafia in alcun modo. In quel momento, però, ad eseguire i lavori di movimento terra e a fornire il cemento per la realizzazione del centro commerciale era Vincenzo Basilotta, condannato per concorso in associazione mafiosa, personaggio chiave di numerosi episodi documentati dall’inchiesta Iblis, suocero di Gaetano Anastasi, esponente del Mpa di Castel di Judica. I proventi delle estorsioni del centro commerciale in questione sarebbero stati destinati al finanziamento della campagna elettorale di Lombardo. “Attenzione! Fagli vedere un quarto di culo, gli dici: “Per qualsiasi cosa viri ca ficiumu l’accoddu ppe soddi!”. “Vedi che abbiamo fatto l’accordo per i soldi”, diceva il capomafia Vincenzo Aiello intercettato dal Ros mentre parlava con il mafioso Giovanni Barbagallo, autonomista convinto, vecchio conoscente “per questioni di lavoro”, ha detto ai pm, del boss Pippo Ercolano oltre che compagno di caccia di Nitto Santapaola.

LE CIMICI NELLO STUDIO DI CIANCIO. Pochi convenevoli, “acqua, caffè, the freddo…”, registrano le cimici, poi si parla di affari. “Uno dei presenti -si legge nel brogliaccio delle intercettazioni pubblicato dal mensile “S” lo scorso febbraio- fa riferimento ad un incontro avuto con un dirigente delle Ferrovie dedicato ai traghetti, il quale lo ha reso edotto del fatto che il responsabile lavora per fare fallire i traghetti pubblici e, pertanto, hanno acquisito traghetti vecchissimi”.

All’improvviso suona il citofono, è Vincenzo Viola, imprenditore.

In ballo c’è l’ultimo ostacolo burocratico alla realizzazione del centro commerciale Icom, un fiume di soldi e cemento che hanno invaso la città tra il 2007 e il 2011. Il più grande affare andato in porto, dopo il centro commerciale Etnapolis, alle falde dell’Etna.

“Veniamo a noi -esordisce Lombardo- che oggi è una giornata complicatissima, intanto perché oggi si dovranno fare gli assessori vari…”. L’ex presidente della Regione elogia Gaetano Tafuri, che “riceve un avviso di garanzia perché non ha dichiarato il dissesto…”. Tafuri, durante gli ultimi mesi di sindacatura Scapagnini è stato assessore al Bilancio, indagato ma poi assolto dall’accusa di abuso d’ufficio per non aver dichiarato il dissesto.

Ciancio rompe gli indugi: “Allora io inviterei l’onorevole Viola a prendere la parola”. L’intercettazione è a tratti incomprensibile. “Vabbè Raffaele, è inutile -esordisce Viola- io penso che bisogna cambiare lo stesso qualche cosa…ammorbidire ma non in denaro…vai a parlare con un certo…ci sarà il dottor Salvini…che finanziariamente si impegnano e vedono questo impegno…stanno facendo un investimento in questa città, qualcosa come 980milioni di euro di denaro privato, senza una lira di denaro pubblico, un investimento che può arrivare fino a non meno di 400 posti di lavoro, che non sono tanti, comunque, un’amministrazione pubblica, qualunque essa sia, io credo che in questa prospettiva dovrebbe fare tappeti rossi, anche perché si muovono nel rispetto assoluto per avere la libertà e nella massima trasparenza”. Viola fa riferimento ad un’improvvisa “complicazione”, sollevata qualche giorno prima dall’amministrazione comunale, nell’approvazione di una varizione “non sostanziale” del progetto originario. Non si tratta di una questione marginale, il blocco dovuto alla mancanza della variante necessaria, potrebbe comportare, secondo Viola, la chiusura del cantiere “e scoraggiare chi ha il coraggio di venire ad investire in questa terra”. La variante, insieste il socio di Ciancio, “modifica l’aspetto estetico, distribuisce diversamente gli spazi dei vari esercizi commerciali…”. Ecco il dubbio: “Ma non è che per fare la variante deve tornare in consiglio comunale?”. Lombardo tranquillizza tutti assicurando che si sarebbe rivolto al direttore dell’Urbanistica, suo uomo di fiducia, Matteo Zapparrata, “grazie a Dio -dice l’allora presidente della Regione- è uno che ci si può…ci incontriamo e ogni difficoltà è sicuramente superabile. Io direi questo -aggiunge Lombardo- alle dodici lo vedo, massimo all’una vediamo cosa succede, vediamo, dopo di che programmiamo un breve incontro”.

Bisognerà attendere il deposito delle motivazioni della sentenza di condanna per comprendere ogni particolare.

La replica dell’ex governatore è arrivata pochi minuti dopo la sentenza.

Lombardo, in quell’occasione, ha detto: “Sono stato condannato da un contesto creato dalla grande stampa che ha determinato un giudizio preventivo nell’opinione pubblica contro un sistema politico i cui interessi torbidi ho intaccato. Contro tutto questo serviva un giudice coraggioso -aggiunge- capace di andare anche contro le pressioni della Procura, è inevitabile che tutto questo contesto condizioni a prendere determinate strade. Le cose che mi vengono addebitate sono assurde e ridicole”.

 


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