Acireale, rush finale al veleno| Tra dossier, accuse e querele - Live Sicilia

Acireale, rush finale al veleno| Tra dossier, accuse e querele

Catanoso: "Gravi sono le bugie di Barbagallo". D'Agostino: "Chiederemo un milione di risarcimento". L'INTERVISTA DOPPIA TRA BARBAGALLO E DI RE

CATANIA – Finisce tra i veleni la campagna per il sindaco di Acireale. A poco più di 24 ore dall’inizio del silenzio elettorale, il deputato forzista Basilio Catanoso, azionista di maggioranza della coalizione guidata del candidato Michele Di Re, alza il tiro. Convocata ieri la stampa per fornire un dossier in merito ad un presunto illecito edilizio “nel quale – riferisce il parlamentare – è implicato il candidato sindaco di Acireale Barbagallo, attinente l’edificio in cui risiede e per il quale è pure direttore  dei lavori”. E ancora: “Più che l’abuso – spiega il politico di Forza Italia –  sono certamente gravi nei confronti della città le bugie messe in circolazione dal Barbagallo insieme ai suoi compagni di cordata, per giustificarsi sulla da lui propagandata non veridicità dei fatti”. Sulla vicenda sarebbe già pronta anche un’interrogazione alla Camera.

Insomma, passando l’eufemismo, la denuncia di Catanoso arriva come la ciliegina sopra una delle campagne elettorali più contese della storia acese, con sette candidati sindaco e un esercito di concorrenti al Consiglio comunale. Numeri da record. Sullo sfondo c’è poi il dramma tutto democratico sul nome da sostenere al ballottaggio di domenica e lunedì. Un espediente, quello del deputato, che tuttavia non trova la totale approvazione di Michele Di Re. Il quale, se non si smarca esplicitamente dal leader acese, poco ci manca: “Credo – dice a LiveSicilia – che sia legittimo da parte di un parlamentare intervenire sulla cosa. In fondo, la notizia era già uscita da tempo sulla stampa locale. Noi però non l’abbiamo mai utilizzata dal punto di vista elettorale. E non va utilizzata in questi termini. Di questo fatto, francamente, io avrei continuato a non parlarne. Un’iniziativa da deplorare e che riscalda sicuramente il clima. Poi però – commenta Di Re –  il caso esiste, ci sono le carte, e non si può pensare, di rimando, di secretarlo per motivi elettorali”.

Intanto, Roberto Barbagallo alza gli scudi e passa al contrattacco, denunciando che nella città di Acireale starebbero circolando “volantini anonimi e diffamatori”. “Ho già presentato – annuncia – due denunce penali. Davanti ai giudici si discuterà di questo e chi avrà da pagare per i reati commessi pagherà. Gli avversari sono alla frutta e stanno cercando di giocare sporco. È solo fango e bugie da parte di chi ha massacrato per decenni questa città”. Il candidato sindaco si difende anche sulla vicenda edilizia che lo riguarda: “Non ho commesso alcun abuso edilizio. È falso che nell’esecuzione delle opere di cui sono direttore dei lavori sia stata realizzata una qualche cubatura abusiva. Esiste una sanatoria che risale alla metà degli anni ottanta e che è stata regolarmente approvata. Non c’è – ribadisce – alcuna tettoia abusiva”.

Scalpita anche il deputato Ars Nicola D’Agostino e regista in termini assoluti della campagna elettorale di Barbagallo: “Chiederemo a Catanoso un milione di euro di risarcimento danni. Con quei soldi- riferisce al nostro giornale –  ripagheremo i debiti fuori bilancio lasciati da questa amministrazione”. L’esponente Udc ragiona, dunque, già da vincitore. Sembra tuttavia evidente che, comunque andrà il voto acese, la partita in gioco avrà ripercussioni anche sui futuri assetti del centrosinistra siciliano. Di sicuro c’è che Acireale è troppo stretta per Fausto Raciti, segretario regionale del Pd, e per un sindaco in carica in quota D’Agostino. La convivenza sarebbe impossibile. Uno dei due resterebbe schiacciato in casa. Ipotesi che però farebbe gongolare – anche solo per un minuto – Rosario Crocetta.

 L’intervento di Raciti (Pd)


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