"Attraversando il Bardo" | insieme a Franco Battiato - Live Sicilia

“Attraversando il Bardo” | insieme a Franco Battiato

di ROSALIA BONFARDINO All'interno del grande teatro all'aperto di Villa Filippina il cantautore catanese ha presentato il suo ultimo film-documentario sul tema della morte nelle diverse tradizioni spirituali d'Oriente e Occidente.

a villa filippina
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PALERMO – Una riflessione sul senso dell’esistenza e sul tema della morte nelle tradizioni spirituali d’Oriente e Occidente. E sulla loro diversità di pensiero sull’aldilà. Questo il filo rosso che lega i contorni di “Attraversando il Bardo”, l’ultimo film-documentario di Franco Battiato che questo pomeriggio ha incontrato il pubblico nella cornice settecentesca di Villa Filippina. A prendere parte alla presentazione in anteprima del film la monaca buddista Ciampa Tsomo e l’attrice Cristina Coltelli, “donna Arlecchino” del teatro italiano. A moderare il giornalista Mario Azzolini.

Un film che trova il suo spunto maggiore dal testo più famoso della letteratura tibetana, il Bardo Todol, per ripercorrere un iter attraverso i paesaggi della Sicilia e del Nepal. Dai dolmen e menhir dell’altipiano dell’Argimusco, la Stonehenge siciliana nei pressi del borgo medievale di Montalbano Elicona, sui Nebrodi, alle dimore dei monaci nepalesi intervistati a Katmandu. Un modo per affrontare un tema caro al cantautore catanese, quello dell’immortalità dell’anima e della vita come passaggio da uno stato a un altro, che tanta parte ha nella filosofia dei monaci tibetani per il quali morire è un’opportunità. “Il Bardo – spiega Battiato – è lo stato della mente dopo la morte, quando la coscienza è separata dal corpo. Un periodo della durata massima di 49 giorni”, in cui la mente acquisisce un corpo mentale simile a quello del sogno e in cui si può raggiungere qualsiasi luogo senza ostacoli.

Dialoghi a distanza tra monaci, asceti, filosofi e psicologi che s’intrecciano con le parole e il pensiero dell’ex assessore al Turismo della Regione siciliana. Ecco che le voci di Guidalberto Bormolini, Lama Kanghser, Lama Monlam, Lama Geshe Jampa Gelek, Stanislav Grof, Jack Sarfatti, Fabio Marchesi e Ensitiv – per dirne alcuni – si annodano in una maglia fitta per ritrovare il senso più profondo della vita e della ricerca esistenziale. Importante la partecipazione di Alba Rohrwacher che legge un testo di Karma Nur May e di Cristina Coltelli.

Varie le domande rivolte durante la presentazione alla monaca buddista sul momento di passaggio verso la morte e sull’importanza dello stare accanto a chi ci sta lasciando. “Se riconosciamo con onestà – spiega che la nostra posizione nei confronti dei nostri cari è ansiosa, dobbiamo più lavorare su noi stessi che nei confronti dell’altro. E’ molto più importante una forte intenzione, una forte preghiera rivolta nei confronti di chi ci sta lasciando, piuttosto che la presenza fisica”.

A proposito invece della preparazione alla morte, Ciampa Tsomo ha spiegato che non sempre una buona condotta di vita assicura una vita successiva felice. “Vi voglio dare una risposta dottrinale – commenta – presa da Abhidharma Kosha, secondo cui se si può con una mente neutrale o negativa, se hai compiuto azioni positive e hai compiuto azioni felici, se muori con mente ottusa, non c’è garanzia che la vita successiva sia dotata delle otto fortune e dieci ricchezze”.

Il film, prodotto dalla Arco Produzioni srl e da Ottava, con il sostegno di sponsor tecnici e la produzione esecutiva di Fabio Bagnasco e Massimiliano Pollina, sarà ripresentato nell’ambito del Festival di Archeoastronomia, il prossimo 21 giugno, per il solstizio d’estate, tra le rocce dell’Argimusco.


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