"Truffa da 215 mila euro" | Condannato ex direttore di banca - Live Sicilia

“Truffa da 215 mila euro” | Condannato ex direttore di banca

L'avvocato Alessandro Martorana

L'ex responsabile di un'agenzia di Palermo avrebbe aiutato un altro imputato, che aveva già patteggiato, a truffare due società finanziarie, sfruttando l'identità di un ignaro farmacista.

 

PALERMO – Un ex direttore di banca condannato per truffa e molti punti oscuri che potrebbero restare tali per sempre. Vincenzo Pirri è stato condannato a sei mesi di carcere. Pena sospesa. Le motivazioni della decisione sono state depositate il 10 giugno scorso.Secondo l’accusa, Pirri, ex guida dell’agenzia della Banca popolare di Lodi di viale Strasburgo, a Palermo, avrebbe partecipato al raggiro che costò 215 mila alle casse di una società finanziaria. Ad incassare il denaro sarebbe stato Paolo Ruggirello, un altro indagato che aveva scelto la strada del patteggiamento.

Ruggirello era collaboratore della Theofin Consulting sas, una società di intermediazione fra la banca erogatrice dei prestiti – in questo caso la “Mps capital service” – e i commercianti che ne facevano richiesta per ristrutturare le proprie attività. Ruggirello ne avrebbe istruito una che il Tribunale di Palermo definisce “falsa” e “avvalendosi dell’aiuto di terzi rimasti ignoti”. Altre persone, dunque, avrebbero partecipato alla truffa, ma sono riuscite, almeno per il momento, a farla franca.

Al centro del processo c’era la richiesta di finanziamento di un ignaro farmacista di Pantelleria che nel 2007 ricevette una lettera dalla Mps. La pratica aveva avuto esito positivo. Peccato che lui non ne avesse mai istruito una. Eppure i soldi, aggiungeva Mps, sarebbero stati erogati sul suo conto corrente aperto alla Bipielle di Viale Strasburgo. Il conto era stato aperto davvero. All’insaputa del farmacista, delle finanziarie (parti offese con l’assistenza dell’avvocato Alessandro Martorana) e della banca. La documentazione sembrava impeccabile: carta d’identità, visure camerali, bilanci ed elenco dei beni del farmacista. L’apertura del conto corrente era d’altra parte necessaria per condurre a buon fine la truffa. Una volta accreditati i 215 mila euro, gli stessi, nel giro di pochi giorni, e con diversi versamenti, sarebbero stati dirottati su altri conti, compreso quello personale di Ruggirello. Il saldo finale alla fine risultò appena 702 euro.

I servigi di Pirri sarebbero stati ricompensati con quindici mila euro, come risulterebbe da un assegno circolare emesso in suo favore lo stesso giorno dell’accreditamento della somma. Quando i finanzieri perquisirono la casa di Pirri trovarono i documenti bancari dentro una borsa in camera da letto.

Pirri ha negato tutto. Come ricorda il giudice nelle motivazioni della condanna, ha sostenuto che “tale assegno sarebbe servito per un affare con il Ruggirello relativo all’apertura di una banca assicurativa a capo della quale ci sarebbe stato lo stesso Ruggirello”. Poi, ha negato di essere stato lui ad aprire il conto corrente, accusando altri impiegati. Il giudice, però, definisce “la tesi difensiva debole nonché confutabile dai più semplici riscontri logici”.


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