L'ombra della mafia sul raddoppio | della linea ferroviaria Palermo-Messina - Live Sicilia

L’ombra della mafia sul raddoppio | della linea ferroviaria Palermo-Messina

Giovanni Rao e Giuseppe Isgrò

di DAVIDE GAMBALE Confiscate 4 società operanti nella produzione e commercializzazione del calcestruzzo. I beni sono riferibili a Giuseppe Isgrò e a Giovanni Rao, detenuti e già condannati per mafia ed estorsioni. VIDEO

nel mirino i clan barcellonesi
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MESSINA – Le aziende confiscate avrebbero fornito tonnellate di calcestruzzo per il raddoppio ferroviario Messina-Palermo e gli investigatori non escludono che le forniture abbiano riguardato i lavori di completamento dell’autostrada A-20. Inferto un durissimo colpo alla mafia barcellonese dalla Dia di Messina, che questa mattina ha dato esecuzione al provvedimento di confisca dei beni ai danni di Giovanni Rao e Giuseppe Isgrò, entrambi in regime di 41 bis e ritenuti i vertici delle cosce mafiose barcellonesi. Il provvedimento di confisca ha riguardato nello specifico quattro società operanti nel rigoglioso settore del calcestruzzo (confiscate le società Cep, Icem, Agecop e Cpp), tre immobili situati fra Barcellona Pozzo di Gotto e Terme Vigliatore, un’automobile di grossa cilindrata, due motociclette e diversi rapporti finanziari, fra conti correnti e depositi.

L’ammontare del valore dei beni confiscati è di circa venti milioni di euro. Si tratta di una delle confische più imponenti operate nel Messinese, negli ultimi tempi. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati questa mattina nel corso di una conferenza stampa alla quale ha partecipato il procuratore capo di Messina, Guido Lo Forte, il quale ha sottolineato la valenza dell’operazione. “Rao e Isgrò sono realmente i vertici della cupola barcellonese e la misura eseguita oggi rappresenta un colpo durissimo agli affari illeciti gestiti nel barcellonese”.

La confisca eseguita oggi rappresenta una conferma importante di un precedente provvedimento di sequestro preventivo eseguito sempre ai danni di Isgrò e Rao nel contesto dell’operazione “Gotha” condotta dai carabinieri. L’ingente patrimonio confiscato, come detto, è riconducibile a Giovanni Rao, coinvolto nella prima grande operazione antimafia del Barcellonese, la “Mare Nostrum”, è stato pensamente condannato a venticinque anni per le tre operazioni “Gotha”. Ad incastrare Rao sono state anche le rivelazioni del pentito Carmelo Bisognano, il quale lo ha definito come il delfino del boss, Giuseppe Gullotti. Anche Giuseppe Isgrò, detto il ragionieri, ha un pedigree penale di tutto rispetto: condannato anch’egli per l’operazione “Gotha” ad oltre 11 anni complessivi, è stato indicato come il factotum di Rao. L’operazione di oggi aggiunge quindi un altro tassello ad un puzzle investigativo che sta drenando risorse economiche alle famiglie criminali barcellonesi.

Svelate le modalità con cui Rao e Isgrò sarebbero riusciti ad aggiudicarsi gli appalti. Confiscate quattro società, Cep, la Icem, la Agecop e la Cpp, tutte operanti nel campo della produzione di calcestruzzo e costituite, acquisite o gestite attraverso capitali illeciti. La Cep era sorta nel 1991 aggiudicandosi appalti anche per la realizzazione del raddoppio ferroviario Messina-Palermo e dei lotti dell’A20. Addirittura alcune imprese facevano parte dell’albo delle ditte di fiducia del Comune di Barcellona Pdg. Fra gli altri beni confiscati anche tre immobili a Barcellona Pdg e Castroreale, due motociclette, un’auto e vari rapporti finanziari.


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