La piccola Rosalia stupisce Palermo | La mummia apre e chiude gli occhi - Live Sicilia

La piccola Rosalia stupisce Palermo | La mummia apre e chiude gli occhi

La bambina imbalsamata che ha sempre stupito per il suo stato di conservazione all'interno delle catacombe dei Cappuccini, protagonista di un fenomeno eccezionale: i suoi occhi si aprono e si chiudono. Come se fosse viva. Ma sono gli esperti a svelare il mistero.

Palermo, catacombe dei Cappuccini
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PALERMO – Miracolo o suggestione? Negli ultimi giorni a Palermo la domanda ha tormentato chi si è trovato davanti alla teca che custodice la mummia di Rosalia Lombardo, la bambina imbalsamata che ha sempre stupito per il suo stato di conservazione all’interno delle catacombe dei Cappuccini. I suoi occhi, infatti, si aprono e si chiudono. Come se fosse viva. Ma gli esperti, come spiega Il Messaggero, parlano chiaro e descrivono un fenomeno con una spiegazione scientifica: si tratta di un effetto dovuto all’umidità e alle luci delle macchine fotografiche.

Fatto sta che l’emozione, così come la curiosità, sono diventate tangibili nei palermitani, che da sempre considerano la salma della bimba un gioiello prezioso. D’altronde, tra quelle delle Catacombe dei Cappuccini, è una delle salme più note: è visibile nella cappella di Santa Rosalia in fondo al primo corridoio, sulla sinistra. Rosalia era nata a Palermo nel 1918. Ad ucciderla era stata una polmonite, due anni dopo. L’imbalsamazione, fortemente voluta dal padre affranto, fu curata dal professor Alfredo Salafia, lo stesso che imbalsamò Francesco Crispi.

Un’operazione complessa durante la quale fu utilizzata una miscela composta da formalina, per uccidere i batteri, alcool, che unito alle condizioni micro-climatiche del luogo avrebbe contribuito alla mummificazione, glicerina, per impedire l’eccessivo inaridimento, acido salicilico, che avrebbe impedito la crescita dei funghi, e sali di zinco, che conferiscono rigidità.

Proprio per questo la bambina appare intatta, almeno in volto, tanto da dare l’impressione che stia dormendo e, negli ultimi giorni, che addirittura possa aprire gli occhi. Un fenomeno “miracoloso” che è stato immortalato in fotografia. E, in effetti, il movimento palpebrale sembra confermato dalle foto degli occhi di Rosalia, realizzate nell’arco di diverse giornate con un intervallo temporale di sessanta secondi tra uno scatto e l’altro.

Nonostante l’incredibile effetto, sono stati alcuni studiosi a fare chiarezza: l’umidità e le luci delle fotocamere genererebbero infatti una foto-decomposizione, creando lo strano movimento di apertura e chiusura delle palpebre. Una notizia che in poche ore è rimbalzata nel Web ed ha attirato decine di turisti alle catacombe dei Cappuccini, incuriositi dallo strano fenomeno.

AGGIORNAMENTO DEL 19 GIUGNO ORE 12.29.

L’ufficio stampa delle Catacombe dei Cappuccini di Palermo in mattinata ha diramato una nota che spiega ulteriormente il fenomeno. “Nel caso specifico, si tratta di un’illusione ottica prodotta dalla luce che filtra dalle finestre laterali, e che durante il giorno è soggetta a cambiamenti – afferma Dario Piombino-Mascali, conservatore del sito -. Inoltre la mummia ha cambiato posizione: prima era inclinata grazie a un supporto ligneo, adesso, nella nuova vetrina, è invece in posizione orizzontale. Si osserva quindi, meglio che in passato, che le palpebre non sono totalmente chiuse, né lo sono mai state. Il fenomeno non è certo da imputarsi all’umidità, in quanto l’atmosfera all’interno della vetrina espositiva è controllata e soggetta solo a minime variazioni. La vetrina è concepita, infatti, per bloccare qualsiasi forma di vita batterica e fungina e, grazie a una pellicola speciale, per contrastare gli effetti della luce. Questi – continua l’antropologo – nel corso del tempo avevano determinato alterazioni cromatiche al corpo. Ciò che più mi sorprende è comunque il fatto che dal 2013 esistono delle norme comportamentali, varate dall’assessorato ai Beni cultuali, che vietano la realizzazione di foto e video all’interno delle Catacombe, per proteggere meglio i reperti umani da uno sfruttamento mediatico ad opera di persone incompetenti e senza scrupoli, come avviene in questo caso. Nonostante questo, però, spesso i turisti non perdono occasione per scattare e riprendere. E magari ricamare su storie totalmente infondate”.


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