I posteggiatori di Cosa nostra| Così il boss risolveva i contrasti - Live Sicilia

I posteggiatori di Cosa nostra| Così il boss risolveva i contrasti

Lo Presti, Calvaruso, Contino e Sardisco

Le intercettazioni del maxi blitz che ha portato a 95 oridinanze di custodia cautelare svela gli interessi della mafia nella gestione dei parcheggiatori abusivi. Uno di loro si rivolse a Tommaso Contino, reggente della famiglia di Partanna Mondello, quando vide minacciato il proprio posto dell'area antistante una discoteca in viale Galatea.

Operazione "Apocalisse"
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PALERMO – Voleva il monopolio della zona a tutti i costi. Doveva tutelarlo, garantire il lavoro ai suoi amici. Giuseppe Calvaruso, 32 anni, non voleva muoversì da lì. Posteggiatore abusivo da anni, è finito in manette ieri nel corso dell’operazione “Apocalisse” che ha azzerato le cosche di Tommaso Natale e San Lorenzo. Con i boss dell’area in cui ricadeva il “suo” posteggio avrebbe avuto frequenti contatti, fino ad essere considerato dagli inquirenti parte integrante della famiglia mafiosa di Partanna Mondello. Calvaruso, d’altronde, sapeva a chi rivolgersi quando aveva dei problemi e doveva risolverli nel più breve tempo possibile.

Faceva una telefonata e un uomo fidato di Tommaso Contino, uno dei nuovi capi designati da Girolamo Biondino, era sempre pronto a correre in suo soccorso. E così è stato anche di fronte al rischio di dovere abbandonare il parcheggio di via Galatea, un’area nei pressi di una discoteca dove da tempo gestiva la raccolta dei soldi frutto dell’attività abusiva. Più di una volta, infatti, era capitato che il titolare del locale notturno si fosse lamentato della sua presenza e di quella dei “colleghi”, tra i quali ci sarebbe stato Angelo Lo Presti, 45 anni, anche lui finito in manette nel corso del maxi blitz.

I clienti protestavano per l’obolo che erano obbligati a versare prima di entrare in discoteca e la situazione, tra lamentele e continui contrasti, era diventata insostenibile. Una piaga, quella dei posteggiatori abusivi, che non aveva risparmiato l’area che, specie nei fine settimana, viene costantemente presa d’assalto da centinaia di giovani. E la prospettiva di guadagni facili ed immediati non poteva che fare gola a Calvaruso e Lo Presti, posteggiatori abusivi che, come hanno accertato le indagini, agivano all’ombra di Cosa nostra.

Calvaruso, di fronte alla nera prospettiva di perdere la gestione del parcheggio ed essere eventualmente sostituito da altri posteggiatori, aveva così contattato un affiliato del clan di Partanna, per chiedere l’intercessione di Contino. Roberto Sardisco, anche lui tra gli arrestati di ieri, si era dimostrato disponibile ed è corso da lui per capire come poteva aiutarlo.

Sardisco: Cugi buongiorno
Calvaruso: Come siamo?
Sardisco: Ma come dobbiamo essere…
Calvaruso:
Ma dove sei?
Sardisco: Io, sono venuto ora…
Calvaruso: Dimmi una cosa Roberto….
Sardisco: Eh..
Calvaruso: lo, urgente, proprio una cosa… urgente, io sono al posteggio
Sardisco: Eh…
Calvaruso: Puoi venire, gentilmente, che devo parlarti, subito però
Sardisco: Eh, avvicino
Calvaruso: Avvicina, a te aspetto, Roberto non mi posare come domenica…
Sardisco: Ah
Calvaruso: Non mi posare come domenica, a te aspetto al posteggio...
Sardisco: Andiamo, sto venendo, dai…

L’incontro era avvenuto poco dopo:

Calvaruso: Venerdì, quando mi ha visto Vicè, stava prendendo discussione “No, dice… perchè…tu dice… tu devi, cerca… i ragazzi di Partanna hanno l’impegno e non puoi venire. Io già questo discorso lo avevo detto a Masino (Tomaso Contino, ndr) Masino mi ha detto “Ma chi sono questi pezzi di merda? Mi dice…” … “Là ci sei solo tu, non deve venire nessuno!” Siccome mi ha detto questa parola, io mi faccio la mia strada…! Vediamo chi sono queste due persone di Partanna che devono venire qua. Perché là… all’infuori di me… non c’è nessuno.. Perché io mi spolpo l’osso? Mangiarsi la carne è meglio!
Sardisco: La mia intezione lo sai qual è? Vengono questi di Partanna?!…E poi noi ci andiamo a scannarli!
Calvaruso: Tu stai venendo dove non devi venire, perché io non vado in un altro posto e vado a comandare. Io ho il mio posto. Io pure che faccio due euro, domani ne faccio mille, domani trecento, poi quattrocento, poi cinquecento…eh la vita è questa…mi segui?

Insomma, un business da migliaia di euro sul quale Calvaruso e la cosca contava. Un giro di soldi a cui nessuno della famiglia mafiosa di Partanna voleva rinunciare. E il rischio era che se ne impossessasse un altro gruppo di parcheggiatori. Sardisco, nell’arco della stessa giornata, aveva quindi chiamato Contino. Anche questa telefonata è stata intercettata: i due si erano messi d’accordo, fissando un appuntamento in una piazzetta di Partanna, nelle vicinanze di un supermercato dove già in precedenza si sarebbero spesso incontrati.

La vicenda si era conclusa nel pomeriggio. Dopo aver spiegato a Calvaruso di avere parlato col boss, Sardisco era riuscito a tranquillizzare il posteggiatore, al quale, tra l’altro, il clan doveva dei “favori”. A partire da alcuni danneggiamenti che, in base a quanto emerso dalle intercettazioni, sarebbero stati eseguiti proprio da Calvaruso. L’incendio ai danni di due auto ad esempio, oltre alla sostituzione di targa e telaio di una Fiat Panda oggetto di furto.

Sardisco: Morale della favola, non ti devi muovere da dove sei
Calvaruso: Vabe
Sardisco: Gli ho spiegato il discorso
Calvaruso: Eh
Sardisco: Gli ho spiegato il discorso, tu da dove sei non t i devi muovere
Calvaruso: Va bene
Sardisco: Va bene, qualsiasi cosa, se ha da dire qualcosa…tu sai cosa devi fare….


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