Riccio non calunniò Mori | Archiviata l'inchiesta - Live Sicilia

Riccio non calunniò Mori | Archiviata l’inchiesta

Mario Mori

Riccio è stato tra i principali testi di accusa al processo a Mori e Obinu, imputati e poi assolti dall'accusa di avere volontariamente "mancato" la cattura del boss Bernardo Provenzano nel 1995.

Palermo
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PALERMO- Il gip di Palermo Daniela Cardamone ha archiviato l’inchiesta aperta sull’ex ufficiale dell’Arma Michele Riccio a seguito della denuncia per calunnia presentata dall’ex generale dei carabinieri Mario Mori e dal colonnello Mauro Obinu. Riccio è stato tra i principali testi di accusa al processo a Mori e Obinu, imputati e poi assolti dall’accusa di avere volontariamente “mancato” la cattura del boss Bernardo Provenzano nel 1995. A una prima archiviazione dell’indagine, disposta dal gip Maria Pino, era seguito l’annullamento della Cassazione per un vizio di forma e il rinvio ad altro giudice delle indagini preliminari.

Nelle oltre 90 pagine del provvedimento il magistrato esclude che Riccio abbia accusato Mori di avere fatto fuggire il padrino corleonese sapendolo invece innocente, circostanza che consentirebbe la configurazione del reato di calunnia. “Non è questa la sede – scrive il gip – nella quale stabilire se i comportamenti di Mario Mori o di Mauro Obinu siano stati frutto di meri errori o se siano stati, invece, deliberatamente illeciti e se il movente di tali azioni sia da individuare nella trattativa tra esponenti delle istituzioni e appartenenti a Cosa nostra, trattativa la quale sarebbe sfociata nell’accordo che, in cambio della collaborazione alla cattura di Riina ed alla cessazione delle stragi mafiose, avrebbe assicurato a Provenzano una sorta di immunità”.

“Tali ipotesi delittuose – aggiunge – sono, infatti, oggetto di processi che attualmente pendono dinanzi ad altre autorità giudiziarie. Quel che rileva in questa sede, è che i fatti emersi nel presente procedimento, nella loro oggettività, ed in considerazione della natura dei soggetti coinvolti, tra i massimi esperti nelle indagini relative alla criminalità organizzata, sono tali, per l’entità degli errori commessi, da aver potuto indurre nel Riccio un dubbio ragionevole che si fosse trattato di un’attività deliberatamente finalizzata a favorire la latitanza di Provenzano”.

(Fonte ANSA)


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