Il Pd conferma la fiducia a Raciti | Si riapre la partita del rimpasto - Live Sicilia

Il Pd conferma la fiducia a Raciti | Si riapre la partita del rimpasto

La direzione del partito approva quasi all'unanimità (due soli astenuti) un documento di sostegno al segretario regionale che avrà il compito di presentare a Crocetta un nuovo programma di governo e i nomi dei rappresentanti democratici in giunta. Ma durante la riunione non sono mancate le "frecciate" e i momenti di tensione. LA DIREZIONE IN PILLOLE VIDEO

la guerra nei democratici
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PALERMO – Doveva essere una resa dei conti. Si è conclusa con un voto quasi umanime su un documento che ribadisce la fiducia al segretario Raciti e dà mandato al leader siciliano del partito di ridiscutere con Crocetta la delegazione democratica in giunta. Per carità, il documento non fissa né tempi, né scadenze. Ma è stato allestito anche dai renziani del Pd (Marco Zambuto, in particolare, ha lavorato alla “formula” del documento). E comunque, come ha voluto precisare nel suo intervento il vicesegretario nazionale del Pd Lorenzo Guarini, “vincola il partito a tenere fede a quanto votato oggi”.

Il documento, a dire il vero, è più vasto. E fa riferimento a un nuovo “patto programmatico”, che deve vedere il Pd maggiormente protagonista nell’attività di governo, oltre a fissare paletti più stretti per le eventuali nuove adesioni al partito. “Molto soddisfatto”, si è detto Fausto Raciti al termine della direzione. “Da domani – ha aggiunto Raciti – si dovrà lavorare al rispetto di quanto deciso dalla direzione. Porteremo un pacchetto di proposte al presidente e poi discuteremo anche delle condizioni per una presenza piena del Pd in giunta”. Rimpasto in vista, quindi. O “mini-rimpasto”. Perché se è vero che sia Raciti che ad esempio Mirello Crisafulli e Antonello Cracolici hanno respinto l’idea che i motivi alla base delle divisioni fossero legati alla presenza di un assessore “cuperliano” in giunta, è anche vero che l’unità ritrovata oggi potrebbe comunque portare alla conferma degli assessori delle altre aree. E quindi, di fatto, all’aggiunta, appunto solo di esponenti  cuperliani.

Ma ovviamente, quel documento investe il partito di un ruolo nuovo. Lo invita a muoversi in maniera “unitaria” evitando le divisioni di corrente. “Se da oggi confido nell’apertura al dialogo da parte di Crocetta? Il problema – spiega Raciti – non è Crocetta, servito anzi come alibi, forse, per buona parte del partito. Il problema è del Pd. Credo però che questo documento votato oggi finirà per liberare tante energie che erano rimaste imbrigliate nel gioco delle correnti”. Cautamente ottimista, quindi, il segretario. Mentre Rosario Crocetta minimizza: “Raciti da oggi è sostenuto da tutto il partito? – dice a margine della direzione – certamente, così come il presidente della Regione è stato eletto da tutti i cittadini. Non ho mai chiuso al dialogo, e non c’è alcun problema a ridiscutere. Ho sempre detto che è una questione che attiene al Partito democratico, non è un problema di rapporti tra il partito e il presidente”.

Nessun problema. Domani si riparte. Anche in vista di una Finanziaria nella quale il presidente dovrà quindi cercare l’appoggio del proprio partito e – ecco un altro punto del documento votato oggi – di altri partiti del centrosinistra. Nessun allargamento al centrodestra o ai grillini, insomma. Questo ha chiesto la direzione del Pd. Proprio nella giornata in cui Crocetta ha invitato e “ospitato” a Palazzo d’Orleans tutti i capigruppo dell’Ars, compresi quelli dell’opposizione.

“Il Pd siciliano – ha commentato proprio il capogruppo del Pd Baldo Gucciardi – ha dato prova di maturità: in molti, sia nel partito regionale che in quello nazionale, si sono impegnati per raggiungere questo risultato. Adesso utilizziamo questo clima nuovo per dare le risposte che la Sicilia e i siciliani si aspettano da noi”.

Durante la direzione, però, non sono mancate le “frecciate” e persino i momenti di tensione. Tensione salita ad esempio, quando il presidente della Regione è entrato nell’hotel accompagnato da quattro disoccupati. Altri protestavano fuori dall’albergo. Incontrando i cronisti di fronte a quelle persone, Crocetta ha sottolineato come il suo governo volesse introdurre il “reddito di cittadinanza” proprio per le famiglie con un Isee al di sotto dei cinque mila euro, una proposta – ha ricordato il governatore – “stoppata” dal presidente della commissione Salute all’Ars, Pippo Digiacomo. Dichiarazioni che hanno mandato su tutte le furie il deputato: Nella hall Digiacomo ha prima chiesto a Crocetta: “Gli hai fatto un segnale?”. La spiegazione subito dopo: “Le parole di Crocetta – ha detto Digiacomo – sono un invito al linciaggio. Il presidente illude una platea di disperati. Se non si trattasse di Crocetta, direi che questo è il classico metodo mafioso. Si dovrebbe vergognare”. Il governatore ha replicato affermando di aver fatto riferimento a dichiarazioni rese dal presidente della commissione Salute alla stampa.

Tensioni a parte, come detto, non sono mancate le “frecciate”. Il governatore ad esempio ha replicato a distanza alle frasi di Davide Faraone, che ieri non ha escluso di potere, in futuro, aspirare al ruolo di governatore. “È legittimo – ha detto Crocetta – pensare anche a un rinnovamento. Ma si può affrontare il tema della successione il giorno dopo che un presidente si insedia? Faraone è pronto a scendere in campo? Il campionato è finito, se ne parla tra qualche anno…”. “Crocetta – ha commentato Antonello Cracolici – deve comprendere una cosa: se un esponente politico avanza una critica non lo fa necesariamente perché vuole fare il presidente della Regione al suo posto. Per il governatore, questa della successione, è diventata una fobia”. Poi, il deputato ha ammonito: “Questo per il Pd è l’ultimo treno. Ma non mi illudo: se questa esperienza fallisce, verremo travolti tutti. A prescindere dalle aree o dalle singole posizioni”. Per Mirello Crisafulli oggi il governo “non ha un’idea del futuro della Sicilia. Un esempio è stata la riforma delle province, che si è tradotta in un caos”. Battuta che ha scatenato la reazione dalla platea di Crocetta: “Sei l’unico in Italia a volere le Province. O forse ne vorresti solo una”. “Invece tu ne vuoi ventidue”, ha replicato secco Crisafulli, che ha però poi, nella posizione “al di sopra di ogni sospetto” di chi “non è diventato renziano da un quarto d’ora”, sottolineato i meriti del premier.

Rappresentato oggi dal vice, Lorenzo Guerini. Che ha “blindato” Fausto Raciti. “Non sarà il documento che votiamo stasera – ha detto – a risolvere le questioni. Quel documento, però, è anche il frutto di un lungo lavoro che ci ha portato qui. Un lavoro portato avanti anche e soprattutto grazie a chi è legittimato a discutere di questi problemi, cioè il segretario regionale del partito, Fausto Raciti. Il partito vive – ha aggiunto Guerini – se non si delegittima il ruolo di chi è stato eletto dagli organismi. Ma quello che votiamo, oggi, comunque vincola tutti noi. Da domani, ciò che viene deciso deve essere rispettato”.

Da domani, quindi, si riparte. Con un segretario che ha di nuovo il sostegno di tutti. Un po’ come successe all’atto della sua elezione. Una “solidità” minata fin da subito dalle questioni di area e di governo. Così come, del resto, era già successo col vecchio segretario Lupo. Resta da comprendere quindi solo se il partito terrà fede a quanto deciso oggi. Un dubbio del resto presente nelle stesse parole di Guerini, con quel riferimento certamente non casuale al “vincolo” creato dal voto di oggi. Fiducia al segretario quindi e presto nuova giunta. Dubbio legittimo, quello percettibile dalle parole del vice di Renzi, considerato il recente passato del Pd siciliano. Il passato di un partito spesso unanime nelle direzioni. Ma pronto, fin dal giorno dopo, andare in direzioni diverse.

La diretta. Segue un servizio.

19.55 Confermata la fiducia del partito al segretario regionale Raciti. Quest’ultimo ha il compito di proporre al governatore la delegazione del partito in giunta. Documento approvato con due astenuti.

19.50 Si passa alla votazione del documento finale della direzione. Mentre passa una mozione a sostegno dei lavoratori della sede regionale.

19.48 Guerini: “Senza Pd, non ci può essere un governo in Sicilia. Credo che anche Crocetta voglia un partito unito e protagonista. Se davvero vuole questo, ecco che questo partito lo mettiamo a disposizione del governo regionale. Le sfide le possiamo vincere solo insieme. Se qualcuno pensa a guerre di logoramento, verremo sepolti tutti. Le decisioni che prendiamo in questa direzione vincolano ciascuno di noi, altrimenti non saremmo più una comunità politica. E il mio ruolo mi impone di essere garante di quello che si deciderà stasera”.

19.38 Guerini: “Dobbiamo spendere un po’ di tempo in più a confrontarci, magari facendo ricorso a qualche agenzia di stampa in meno. Quello è un dialogo tra sordi. Non ci devono appassionare nemmeno gli equilibri di giunta. Ci pensi chi è legittimato a farlo, cioè il presidente della Regione. Non dimentichiamo semmai la paura che abbiamo vissuto prima delle elezioni europee, quando temevamo di essere travolti dall’ondata grillina. È vero che in Sicilia si è ottenuta una percentuale inferiore rispetto al resto d’Italia, ma non bisogna dimenticare da dove si partiva”.

19.31 Guerini: “Non dobbiamo dimenticare che in Sicilia, fatto storico, c’è un governo di centrosinistra eletto dai cittadini. Ma arriviamo a questa direzione con la consapevolezza di alcuni limiti in questo percorso. Che non dobbiamo nascondere. Non sarà il documento che votiamo a risolvere le questioni. Quel documento, però, è anche il frutto del lavoro che ci ha portato qui. Soprattutto attraverso il coinvolgimento di chi è legittimato a discutere, cioè il segretario regionale del partito, Fausto Raciti. Il partito vive se non si delegittima il ruolo di chi è stato eletto dagli organismi. Ringrazio anche Crocetta per il lavoro che sta svolgendo”.

19.25 Prende la parola il vicesegretario nazionale del Pd Lorenzo Guerini: “Dobbiamo essere tutti, anche in Sicilia, all’altezza del voto delle Europee. Quel voto ha segnato un cambiamento per la politica italiana. E consegna al Pd una grande responsabilità. Quella di essere protagonista del cambiamento e anche il ruolo di essere perno del sistema”.

19.20 Risate in direzione. Crusafulli: “La pensa così anche Cracolici? Ormai io è lui siamo una coppia di fatto. Crocetta, non ti ingelosire. Te lo restituisco subito”. Poi prosegue: “Io sono al di sopra di ogni sospetto. Non sono certo un renziano dell’ultimo quarto d’ora. Ma devo dire che Renzi ha già fatto tanto. E ringrazio il vicesegretario che è qui per aiutarci a fare una sforzo per una nuova fase. A questo sforzo io voglio contribuire fino in fondo. Dobbiamo ricostruire il partito. E per farlo bisogna di ridare al partito il ruolo che gli si addice: cioè quello di decidere”.

19.16 Prende la parola Mirello Crisafulli: “Non abbiamo un’idea per la Sicilia del futuro. Sulle province, ad esempio, abbiamo varato solo un caos”. Dalla platea Crocetta: “Sei l’unico a volere ancora le Province, o forse ne vorresti solo una”. La replica di Crusafulli: “E tu ne vorresti ventidue”.

19.11 Scontro verbale tra il presidente della commissione Salute Digiacomo e il presidente Crocetta. Il governatore aveva dichiarato, di fronte ad alcuni disoccupati che avevano protestato di fronte l’hotel delle Palme, che Digiacomo “non aveva voluto il reddito minimo garantito”. Nella hall Digiacomo ha chiesto a Crocetta: “Gli hai fatto un segnale?”. La spiegazione: “Le parole di Crocetta sono un invito al linciaggio. Il presidente illude una platea di disperati. Se non si trattasse di Crocetta, direi che questo è il classico metodo mafioso. Si dovrebbe vergognare”.

19.04 Camillo Oddo: “Raciti ha espresso i concetti chiave. Dopo la prima direzione è iniziata una nuova dialettica che sembrava fare avvicinare ulteriormente nuove elezioni. Ma per fortuna, i siciliani, nonostante noi, hanno votato il Pd. Io non ho capito perché fuori applaudirebbero. Forse ci sfottono, o forse si aspettano tanto dal Pd”.

19.00 Ferrandelli: “Dobbiamo capire se interpretare questo periodo che resta alla fine della legislatura come un’attesa interminabile in vista delle prossime elezioni. In questo caso avremmo perso un’occasione. Dobbiamo invece essere al fianco di questo governo e il Pd deve avere la forza di sentirsi protagonista. Basta con un partito rissoso e rinunciatario”.

18.55 Fabrizio Ferrandelli: “Finalmente c’è direzione del Pd. Avevo creduto quasi che alla direzione si fosse sostituita Livesicilia. Oggi dobbiamo parlare del ruolo del Pd. E dirci anche che alle Europee abbiamo ottenuto  un risultato più basso d’Italia e con una lista che ha portato all’elezione del candidato sardo. Fausto, tu sei il mio segretario, anche se gli scontri non sono mancati e anche se non ho mai negato i miei dubbi sulla tua candidatura. Io però ho visto un Pd che non discute, che non si riunisce. Ma troppo spesso ci siano soffermati sulle esigenze legittime di una parte che chiede una rappresentanza in giunta”.

18.48 Gandolfo Librizzi: “Sprecheremmo una grande occasione se non cogliessimo il successo e la stagione di cambiamento portata da Matteo Renzi”.

18.40 Cracolici: “Il problema, è vero, non è il rimpasto. Oggi serve una svolta. N cambiamento vero. Su questo, o c’è un chiarimento vero, senza fughe e senza il galleggiamento di quelli che sussurrano nei corridoi o al telefono. Questa direzione è l’ultimo treno. Non ha senso cercare di fare le riforme con tutti. Quello è solo gattopardismo. Io non voglio rotture. Il fallimento di questa esperienza coinvolgerebbe tutti. E se ne deve rendere conto anche il presidente della Regione. E deve capire che se uno pone un problema non vuol dire che lo faccia perché vuole fare il presidente della Regione. Per Crocetta sta diventando una fobia”.

18.35 Cracolici: “Ieri durante la presentazione del suo libro, Buttafuoco ha detto che ‘non c’è più speranza per la Sicilia’ ed è partito un applauso scrosciante. La situazione oggi è drammatica. Io ho usato la metafora di una giunta fatta di camerieri al servizi di un principe. Ma può il presidente predicare la lotta alla ‘manciugghia’ e poi approvare in giunta una norma che consente di aumentare gli stipendi a persone considerate vicine al governatore? Io non mi scandalizzo. Ma così diamo solo l’idea di una grande confusione”.

18.28 Enzo Napoli: “Mi sorprende che il presidente della Regione non comprenda il vero problema. Che è quello del rapporto tra il Pd e il governatore. Perché noi abbiamo a che fare con i circoli, con la gente, i sindaci. La verità è che il presidente ha una visione presidenzialista del governo, dove i partiti sono comitati che gli battono le mani. Il Pd vuole essere una forza che si fa dividere e usare?”.

18.23 Mila Spicola: “Il problema è l’unità del partito. E anche di certi meccanismi all’Ars, dove le riforme rimangono lì per mesi, o vengono stravolte. Le uniche correnti che ci possono travolgere non sono quelle interne al partito. Ma quelle fuori dal partito, la rabbia della gente, che oggi è palpabile. La vera unità va cercata sui contenuti. Altrimenti, al di là dei documenti, ci ritroveremo tra pochi giorni nella stessa situazione”.

18.22 terminato l’intervento di Crocetta. Previsti altri dodici interventi.

18.20 Crocetta: “Perché ci dobbiamo fare male da soli? Io sono qui. anche se qualcuno mi vorrebbe politicamente sepolto”.

18.16 Crocetta: “Io non mi posso mi a suicidare, per levarmi di mezzo. Io oggi sarei il personaggio più impopolare in Sicilia. Però quando vado in giro, la gente mi chiedono autografi, foto. Sarò anche impopolare, ma mi chiedo: questa gente mi prende per il culo?”.

18.12 Crocetta: “Da quando mi sono iscritto al Pd mi sento quasi un intruso. È legittimo pensare anche a un rinnovamento. Ma si può affrontare il tema della successione il giorno dopo che si insedia? Faraone pronto a scendere in campo? Il campionato è finito, se ne parla tra qualche anno…”.

18.10 Crocetta: “Le riforme? Se ci vuole un anno per approvare una legge sulla semplificazione… E se i dipendenti regionali, come dice la Corte dei conti, sono troppi, la colpa è mia? E se ci sono 1.700 dirigenti la colpa è mia?”.

18.05 Crocetta: “Io non sono un saltafosso. Potrei fare come Lombardo, certo. Ma non lo faccio. Non lo posso fare. Faccio parte della storia del centrosinistra e ci voglio restare”.

18.00  Intanto viene letta la relazione che alla fine dovrà essere messa ai voti dalla direzione. La relazione parla di un rilancio e di una strutturazione del partito a tutti i livelli territoriali. E di un’agenda di riforme strutturali da sottoporre al governo e alle altre forze politiche del centrosinistra tramite uno stretto raccordo col gruppo parlamentare. La relazione esprime la fiducia al segretario regionale e dà mandato a Raciti di avviare un confronto negli organismi regionali per arrivare alla presentazione di una proposta del partito per rilanciare l’azione del governo regionale e la rappresentanza del Pd in quel governo”.

17.52 Crocetta prende la parola: “Se io credessi di essere il problema per la Sicilia, mi dimetterei già domani. Ma è davvero così? Dobbiamo semmai affrontare il tema complessivo del rilancio del partito. Se ci deve essere insomma un partito degli antenati o se si deve rinnovare il partito”.

17.43 Il presidente della Regione Rosario Crocetta e’ arrivato direzione regionale del Pd siciliano accompagnato da quattro rappresentanti del “Movimento dei disoccupati”, che stanno manifestando di fronte l’hotel.

“E’ giusto che partecipino alla riunione – ha detto Crocetta – come sapete intendo inserire nella manovra correttiva in discussione all’Ars alcune misure a sostegno dei disoccupati. Ma c’e’ il presidente della commissione Sanita’ Pippo Digiacomo (anche lui del Pd, ndr) che invece vorrebbe utilizzare i fondi per ridurre il ticket. Vedremo”. 
Riferendosi alla riunione di questo pomeriggio con i capigruppo dell’Ars sulla manovra economica, Crocetta ha detto: “‎vogliamo proporre misure concrete: pensiamo ad esempio di dare 5.000 euro ad ogni imprenditore privato che assume un disoccupato dalla lista dei bisognosi”.

17.40 Giovanni Barbagallo: “Non si può parlare di un Pd unito e poi sposare la logica delle correnti”.

17.30 Piero David: “Questo governo non è stato all’altezza della crisi e delle tante emergenze dell’Isola. E questo partito dal confronto col governatore è uscito malissimo”.

17.22 Raciti: “Servono dirigenti con la schiena dritta. Non c’è stata cosa più offensiva che sentire dire da più parti che il motivo del dissenso col presidente della Regione fosse dovuto alla presenza di un’area nel governo. Il tentativo che dobbiamo mettere in campo è quello di ridare protagonismo al Partito democratico. Finora questo partito non è stato all’altezza del compito. Altrimenti andiamo avanti col solito dibattito sull’assessore in più. Che a me non interessa”.

17.16 Raciti: “Il presidente della Regione non sia un alibi. Il partito deve decidere se lasciare tutto com’è o, come io credo, qualcosa deve cambiare. deve proseguire il confronto col presidente della Regione Soprattutto sulle riforme da portare avanti in questa regione. Ma il Pd deve essere coinvolto come partito. Insieme e unito. Senza il ricorso alle correnti senza partito. Solo così possiamo costruire un grande Pd. Ma bisogna ripartire con onestà. Guardandoci in faccia. Costruendo insieme un partito che in molti luoghi della Regione è in difficoltà e diviso”.

17.12 Raciti: “Oggi il grande imputato è lo Statuto, l’autonomia. Non a caso un libro come altri, che però aggredisce proprio quel punto, oggi sia al centro di un dibattito così ampio. Non credo che oggi alla Sicilia serva un nuovo prefetto Mori. Ma nemmeno penso che la soluzione sia la riproposizione a tambur battente del nostro essere siciliano”.

17.10 Raciti: “Il Pd oggi non è all’altezza di questo compito: essere al centro di questa stagione di cambiamento. Dobbiamo dimostrare di essere una classe dirigente all’altezza del voto delle Europee”.

17.05 Arriva il presidente della Regione Rosario Crocetta.

17.03 Raciti: “Nel frattempo sono avvenuti due fatti importanti. La formazione di un nuovo governo, di cui poi parleremo, e le elezioni europee che ci hanno regalato un grande risultato. Anche grazie alla stagione che si è aperta col governo Renzi. Quel voto ci carica di una doppia responsabilità. Da un lato testimonia l’attenzione di strati larghi, più larghi di quanto immaginassimo, nella società siciliana, nei confronti del Pd. Dall’altro lato, nel sancire la supremazia del pD qualche area del partito ha pensato di avanzare un’Opa nei confronti del Pd”.

16.55 Prende la parola il segretario regionale Fausto Raciti per la relazione introduttiva. “Voglio aprire questa direzione riprendendo il filo del discorso da dove l’avevamo interrotto. Questo filo si chiama Partito democratico. Già nella prima direzione avevo posto il problema della natura del partito. Il problema della presenza delle correnti senza partito”.

16.40 Presente anche il vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini: “Cambiamenti in giunta regionale? È una questione che attiene al partito nazionale e al presidente della regione. le divisioni nel Pd? C’è un dibattito forte. Ma adesso serve uno sforzo per lavorare tutti insieme. Il segretario regionale? Ha la fiducia del partito”.

Potrebbe essere la “resa dei conti” o il giorno della pace. I big del partito si incontrano per sciogliere il nodo del rapporto col governo. Segui la diretta di Livesicilia.


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