La spedizione a casa del liquidatore | "La Bianca... nnavi a dari i picciuli..." - Live Sicilia

La spedizione a casa del liquidatore | “La Bianca… nnavi a dari i picciuli…”

Nella foto, al centro, Giovanni La Bianca

Rintracciarono l'indirizzo. Lo invitarono a prendere un caffè. Un invito tutt'altro che amichevole. Gli operai della Gesip avrebbero minacciato Giovanni La Bianca.

Gesip - Le intercettazioni
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PALERMO – Lo andarono a trovare a casa. Lo invitarono a prendere un caffè. Un invito tutt’altro che amichevole. Gli operai della Gesip avrebbero minacciato Giovanni La Bianca.

La Bianca era stato chiamato al capezzale della partecipata del Comune come commissario liquidatore e sarebbe finito nel mirino degli indagati dell’inchiesta che ieri avrebbe fatto emergere il ruolo dei capipopolo nel fomentare la piazza. In particolare di Giuseppe Sanseverino, che avrebbe cercato di “fare pagare forzatamente le spettanze ai dipendenti della Gesip e successivamente spartire tra gli stessi correi i restanti fondi”.

Nel novembre 2012 sulla stampa viene pubblicata la notizia che il commissario ha la possibilità di decidere quale procedura adottare: richiesta di licenziamenti collettivi o fallimento della società. A quel punto Sanseverino si sarebbe attivato per convincere La Bianca a pagare subito gli stipendi ai lavoratori. Ad un collega spiegava: “O a faciemu chiuiri pi siempre, o vasinnò rumani… ci amu a casa… pu na manu spirugghiamu stu riscursu ri La Bianca… Nnavi a dari i picciuli… quannu ci amu e uncuetamu a casa, chistu nni runa i picciuli”.

All’indomani era pronto all’azione: “… nuatri ora amu nna casa ri La Bianca”. C’era un problema, però. Sanseverino non conosceva l’indirizzo dell’abitazione. Cercò in tutti i modi di rintracciarlo, fino a quando una collega non lo mise sulla strada giusta: “Allora, io saccio, saccio ca iddu sta a OMISSIS o, però, non mi chiedere dove perché…”. “Appena chistu poi nni viri sutta a so casa, rici… Mariiiia”.

La ricerca proseguì interpellando uno degli autisti di La Bianca: “… dimmi Giuseppe, che devo fare? Sono a disposizione…”. Semplice la domanda impossibile la risposta. La Bianca, infatti, aveva l’abitudine di non dare appuntamento agli autisti sotto casa: “Allora Pinè, iddu mi rava sempre u puntamento a mia u sai runni? O bar Alba… ri pricisu iddu u vitieddu a mia mai mai mai mi fici iri unn’è ca sta iddu… iddu era crastone, picchì iddu certe cose si immaginava, capisti?”.

Il commissario, dunque, era molto prudente. La ricerca dell’indirizzo si concluse il 3 novembre 2012. Positivamente, a giudicare dalle parole di Sanseverino che poco dopo le undici diceva a un collega: “… siamo con La Bianca u iamu a pigghiari a casa, u capisti?”. Un’ora dopo Sanseverino faceva il resoconto dell’incontro: “Buongiorno, ci rissi , noi dobbiamo interloquire con lei… andiamo al bar… e andiamo al bar… n’assittamu… ci rissi dottor La Bianca l’ama finire… picchì io capisco che lei paga per certe, però nella massa… cioè, nna dumila cristiani chi ci sunnu? mille possono essere mezzi buoni… cinquecento buoni… e cinquec…e duemila che non ne capisciono niente… rici vero è…ora intisiru cu pigghiava cinquecentu… rici lo so che sono spettanze delle ore… io queste cose… ma u facissi capire a chista gente ca sunnu esperati… minchia rici ha ragione… ca vulevanu vienire nni….”.

A quel punto sarebbe scattata la minaccia: “… poi ci rissi… amunì se sfasa quaccheduno?… picchì ora vero sfasa e ci isanu i manu, dottore La Bianca, ci l’è diri, picchi sunnu esasperati i cristiani…lei l’ha bistu… a benzina, cuose e volevano vieniri nni lei… sanno l’ufficio già.. Muriu …dice, ora la richiesta, la richiesta nostra è questa… di fare rientrare tutte… le buste paghe.. fare rientrare alcune persone per le buste paghe… vediamo delle spettanze che ci sono quelle che rimangono, quelli che non prendono… dissi, è giusto… che… viriemu c’arriesta e ci spartiemu… per me va bene… e chista è una cosa bellissima…”.

Finito l’incontro al bar, La Bianca venne avvicinato dai poliziotti della Digos. Raccontò loro che aveva parlato della possibilità di pagare ad alcuni dipendenti della Gesip retribuzioni per ferie non godute, riposo e altre spettanze. Li aveva rassicurati che se ne sarebbe occupato nei giorni a venire. Non ha mai parlato, però, delle minacce subite.


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