"Orlando vuole aderire al Pd?| Partiamo dai programmi per la città" - Live Sicilia

“Orlando vuole aderire al Pd?| Partiamo dai programmi per la città”

"Se Orlando vuole parlare con il Pd - dice il segretario provinciale dei democratici - lo faccia presentando un progetto per Palermo e mettendo in discussione il suo progetto per la città che oggi è evidentemente insufficiente".

carmelo miceli
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PALERMO – “Con il Pd si può dialogare, ma chi ritiene di avere programmi immutabili per il suo territorio perde solo tempo”. E’ soddisfatto Carmelo Miceli, segretario provinciale del Pd, all’indomani della direzione regionale del partito che ha approvato un documento che al quarto punto, pur senza citare mai Palermo, sembra riferirsi proprio al capoluogo e al suo sindaco. “Nuove eventuali adesioni al Partito democratico, in coerenza allo Statuto e al codice etico – si legge infatti nel documento – avvengono sulla base della condizione programmatica e del profilo dell’azione politico, con iscrizione al partito in quanto organismo collettivo e comunità fondata sulla condivisione di valori e programmi, nel rispetto degli organismi statutari territorialmente competenti”.

Segretario, perché è così soddisfatto?
“Finalmente si è sgomberato il campo sulle modalità con cui si aderisce al Pd, finalmente c’è un partito che risponde all’unisono, dai livelli provinciali fino a quelli nazionali, che ragiona nel rispetto degli organismi statutari e conviene sull’opportunità dell’adesione al Pd sulla base di programmi e progetti. Vale per Palermo, per la Sicilia e per Roma e per chiunque provi a dire che è accreditato presso un organismo o un altro, tirando in ballo il segretario regionale o il vicesegretario nazionale. Con il Pd si può dialogare, ma chi ritiene di avere programmi immutabili per il suo territorio perde tempo”.

Insomma, il documento si riferisce in modo neanche tanto velato a Leoluca Orlando…
“Chi è pronto a mettersi in discussione, e mi riferisco a chi ne ha la necessità di fronte allo stato delle cose, troverà disponibili i segretari di partito, da quelli locali a quello nazionale”.

Orlando però vi accusa di volere solo posti in giunta…
“A scanso di equivoci, l’inserimento di assessori del Pd in giunta viene paventato da chi gioca a rompere il partito, perché non è in nessun modo interesse o volontà del partito o di una sua parte. Ci sono organismi che deliberano. Ma a noi premono i progetti”.

E cioè?
“Le dichiarazioni del primo cittadino, che parla di un’attività amministrativa 2.0 con interventi sulle partecipate e sui dirigenti senza tenere conto di quanto accaduto con l’ultimo giudizio dei revisori sul rendiconto, sono fumo negli occhi per chi non conosce le cose. Se Orlando vuole parlare con il Pd ben venga, ma lo faccia partendo dal giudizio dei revisori e spiegando le ragioni e le modalità con cui vuole rimediare ai rilievi. Lo faccia presentando un progetto per Palermo e mettendo in discussione il suo progetto per la città che oggi è evidentemente insufficiente. Prendiamo per esempio l’errore di approcciarsi alle partecipate solo per salvaguardare i posti di lavoro: il primo obiettivo è rivedere il sistema creando una multi-utility che diventi produttiva in termini economici e di efficienza dei servizi. Così si razionalizza il sistema. Se ci limitiamo a pensare che dobbiamo salvaguardare i lavoratori con la Cig, abbiamo solo allungato l’agonia di queste persone: hanno diritto al lavoro stabile, non a scadenze, e hanno diritto di lavorare in una macchina produttiva. Mi preoccupa che solo dopo due anni si avverta l’esigenza di porre rimedio alla questione dirigenti, con oneri che andrebbero valutati. Io non vedo il futuro di Palermo. Prendiamo la cultura: il progetto della capitale della cultura è fallito, doveva diventare un obiettivo malgrado la bocciatura. La domanda è: abbiamo o no una vocazione culturale e turistica? Serve un progetto serio con scadenze a breve, medio e lungo termine. Il problema è che invece c’è solo l’emergenza, manca il progetto. Per carità, l’emergenza non è determinata da questa amministrazione, ma neanche risolta. Siamo quasi al giro di boa. Da chi diceva di sapere fare il sindaco, i cittadini si aspettavano di più”.

Insomma, il problema non è la giunta?
“Non è un problema di posti in giunta, il giorno in cui il Pd vorrà degli assessori punterà ad averne dieci su dieci e ad avere anche il sindaco, conquistando la fiducia degli elettori con un progetto certo. Su quelli altrui, possiamo dire la nostra. Domani abbiamo per esempio la prima riunione del dipartimento per le politiche della città di Palermo, aperta a chiunque. Possiamo avere un confronto con l’amministrazione, ma non c’è chi ha il verbo. Noi non cerchiamo uomini col verbo, ma con una maturità tale da ammettere che c’è bisogno del concorso di tanti e soprattutto del Pd che è l’unico partito che può sposare un problema e provare a risolverlo a ogni livello territoriale. Spero che finalmente si possa porre fine ai tentativi di chi vuole solo dividerci”.

 


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