Al via i corsi di "Prometeo"? | Piano giovani, nuove assunzioni - Live Sicilia

Al via i corsi di “Prometeo”? | Piano giovani, nuove assunzioni

I sindacati hanno ricevuto rassicurazioni dal Ciapi di Priolo: il 21 si riparte. Ma non torneranno tutti a lavoro. Quasi pronto un accordo sulla mobilità in vista del Piano giovani: gli enti dovranno pescare "prioritariamente" dall'albo unico. Se non lo fanno? Scende solo il finanziamento.

PALERMO – Una “multa”, una sanzione. Per punire eventuali nuove assunzioni. Assunzioni che, però, potrebbero portare nel mondo della Formazione siciliana centinaia di nuovi operatori. Un’ipotesi, questa, che fa capolino da un accordo tra sindacati e governo regionale sulla cosiddetta “mobilità orizzontale” in vista dell’avvio dei corsi del “Piano giovani”. Accordo che potrebbe essere sottoscritto già giovedì prossimo e che, magari, potrebbe chiarire un po’ la data di avvio dei corsi. Mentre, nel frattempo, sembra esserci qualche spiraglio altrove. Al Ciapi di Priolo, ad esempio, dove la partenza dei corsi del cosiddetto progetto “Prometeo” sembra più vicina (anche se già in ritardo).

Sul sito ufficiale dell’ente, l’ultimo aggiornamento risale al 20 giugno scorso. Si tratta del semplice elenco degli idonei per il progetto Prometeo. Un avviso che dovrebbe (ri)portare a lavoro 1.415 ex dipendenti di enti di Formazione ai quali la Regione ha revocato l’accreditamento. Quasi un mese è passato da allora. Un mese vissuto col fiato sospeso da tutti quei formatori e impiegati amministrtivi in attesa di capire quando e dove potranno tornare alle mansioni svolte col vecchio ente. Di quei corsi, infatti, adesso si occuperà il nuovo mega-ente pubblico: quello che fu il piccolo ente del Siracusano, appunto.

Adesso s’è aperto uno spiraglio, pare. E una data. Domani dovrebbero partire i corsi. Dovrebbero. Il condizionale è d’obbligo per una serie di motivi. Intanto perché i corsi, stando agli annunci di qualche giorno fa, dovrebbero essere già partiti. A fine giugno, infatti, dopo la notizia del visto della Ragioneria generale al decreto di finanziamento, sembrava fatta. Lo stesso presidente del Ciapi di Priolo, Egidio Ortisi poteva annunciare (era il 30 giugno scorso): “Tra quindici giorni tutto sarà chiaro e potranno partire i corsi”. Di giorni nel frattempo ne sono passati più di quindici. E lo “start” è stato ancora una volta spostato più in là. Il 21 luglio, appunto. Forse. Perché nel frattempo il Ciapi avrebbe dovuto convocare i sindacati e indicare loro anche la situazione riguardante le sedi nelle quali partiranno le attività. Ma la convocazione non c’è stata.

Così, l’ottimismo di venti giorni fa, adesso, è molto meno convinto. C’è più cautela. Anche perché ormai è chiaro che non tutti i corsi prenderanno il via contemporaneamente. Non tutti i 1.415 operatori della formazione potranno quindi tornare subito al lavoro. “Il decreto di finanziamento – ribadisce Giuseppe Raimondi, della Uil – è stato trasmesso in ragioneria. Per l’organo di controllo, nulla osta. Quindi si può partire. L’ente adesso deve fare chiarezza su due punti: l’idoneità delle sedi in cui dovranno svolgersi i corsi, e dove si è raggiunto il numero minimo di allievi per partire. Stiamo facendo di tutto – aggiunge il sindacalista – perché possano essere chiamati al lavoro la maggior parte dei 1.415 operatori”.

Ma per quei lavoratori, ai quali verrà richiesto probabilmente un supplemento di pazienza, c’è anche qualche buona notizia. Il governo avrebbe reperito le somme per l’altro ambito riguardante i corsi: la Formazione continua. Somme che integreranno le prime e che potrebbero consentire, attraverso lo slittamento della graduatoria, di riportare a lavoro gli oltre duemila operatori considerati “idonei”.

Ma ecco novità in vista anche per la terza annualità dell’Avviso 20. O, se preferite, per la seconda annualità del Piano giovani. In questo caso, non c’è ancora una data. Ma un accordo in vista tra sindacati e governo. Un’intesa che, paradossalmente, potrebbe finire per aprire un varco a nuovi ingressi del settore. L’accordo, infatti, che riguarda la cosiddetta “mobilità orizzontale” prevede una sorta di sanzione per quegli enti che decidessero di non rivolgersi a un bacino unico dei lavoratori “eccedenti” (cioè di quei componenti dell’albo unico dei regionali che non hanno trovato un lavoro) in caso di posti “vacanti”. La sanzione consisterebbe, in pratica, nell’abbattimento del cosiddetto “parametro orario”. Al momento, agli enti vengono concessi 117 euro per ogni ora di formazione. Di questi, la stragrande maggioranza verrà spesa per gli stipendi. Una somma che verrebbe ridotta, appunto, nel caso in cui l’ente si rivolgesse al di fuori di quel bacino. Una sanzione. Che però, di fatto, rende assolutamente legittimo il ricorso all’esterno. “La norma – precisano dall’assessorato alla Formazione – prevede che gli enti dovranno prioritariamente fare ricorso ai lavoratori inseriti nell’albo unico e nell’elenco dei lavoratori ‘eccedenti’. Potranno derogare a questa disposizione solo nel caso in cui in quell’elenco non si trovasse la professionalità richiesta. In questi casi, quindi, il finanziamento all’ente rimarrebbe intatto”. “Questo accordo – puntualizza però Giuseppe Raimondi della Uil – renderà molto più difficili, invece, le assunzioni di esterni”. Ma la norma, che definisce “prioritario”, appunto, il ricorso all’albo, non impedirà comunque il ricorso all’esterno: “In quei casi – precisano sempre dall’assessorato – il finanziamento verrebbe rimodulato. L’ente non riceverebbe la stessa somma inizialmente prevista”. Ma se vorrà, potrà chiamare chi vuole.


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