Asili nido, 17 chiusi su 42| tra carenze strutturali e occupazioni - Live Sicilia

Asili nido, 17 chiusi su 42| tra carenze strutturali e occupazioni

Sono in totale 42 le strutture per l'infanzia, ma di queste solo 25 sono aperte. Leonardi (Pd): "Servizi scarsi nonostante le tasse". L'assessore Evola: "Pronti i progetti di recupero".

PALERMO – Diciassette asili nido chiusi, per i più svariati motivi tra cui quelli igienico-sanitari, contro gli appena 25 aperti a Palermo sui quasi 3.800 presenti in Italia e gestiti dai comuni. Sono i numeri che riguardano l’offerta della quinta città d’Italia per la scuola dell’infanzia e che un’interrogazione consiliare di Sandro Leonardi, del Pd, porta alla luce. Sulle 42 strutture presenti in città solo 25, come detto, risultavano aperte al 30 giugno scorso. Il resto, invece, non è utilizzabile e per le cause più disparate.

Linus di via Calandrucci, per esempio, risulta occupato dal 2009, il Sant’Angelo di via Silvestri invece “solo” dall’aprile scorso. Quello di via Comiso, in carico allo Iacp, è anch’esso occupato, così come quello di piazza San Paolo e quello di via Tiepolo. Altri invece non risultano non ultimati e vandalizzati: si tratta di via Casalini e via XXVII maggio. Se per il Mimosa di via Duce degli Abruzzi è in corso un finanziamento regionale, così come per quello di via Drago e il Galante di piazza Danisinni, quello dello Zen, insula 3, invece è in carico allo Iacp. E’ in corso di ripristino via Rallo, mentre il Biondo di via Lazzaro, il Pascoli di via Zisa e il Winnie the Pooh di via Maddalena risultano riconsegnati alle Risorse patrimoniali (il primo dal 2008, gli altri due dal 2009). Via Di Blasi è in carico all’ufficio Espropriazioni e via Aloi è stato dato in affitto a terzi.

Ma non è finita qui. Come scrivono l’assessore Barbera Evola e il capoarea Licia Romano, gli asili Biondo, Pascoli, Winnie the Pooh, Drago, Galante e Mimosa sono stati chiusi “principalmente per gravi problematiche igienico-sanitarie e perché non rispondenti agli standard di legge”. “In particolare – continua la risposta all’interrogazione – le strutture Biondo, Pascoli e Winnie the Pooh non possono essere adibite ad asilo nido perché difficilmente adattabili agli standard strutturali”.

“Palermo ha troppi pulizieri per essere così sporca e troppo pochi insegnanti ed educatori per tenere aperti gli asili nido – dice Sandro Leonardi, consigliere comunale del Pd – una situazione paradossale che però grava come un macigno su tanti cittadini che, pur pagando le tasse, hanno servizi sempre più scadenti. Invece di assumere dirigenti esterni, promuoviamo le risorse interne e assumiamo educatori e insegnanti con un concorso pubblico per riaprire gli asili chiusi e abbandonati”.

“Stiamo ripensando i servizi all’infanzia – dice l’assessore Evola – con l’idea di unire i due servizi comunali. I dati raccontano la storia di Palermo in questi anni: alcune strutture, come Biondo e Pascoli, sono state chiuse dai Nas. Ma ne sono state aperte altre altrove, con un sistema di vasi comunicanti, il problema è che è aumentato il bisogno della città. Le strutture sono state costruite però nelle stesse zone o sono state ristrutturate senza pensare a come riaprirle. Le strutture esistenti vanno adeguate alle norme: per sette ci sono dei progetti. Galante, Mimosa e Drago saranno riaperti speriamo con personale dell’amministrazione, ma l’obiettivo è riaprire, anche se dovessimo ricorrere a una gestione indiretta. Appena risistemati, gli asili torneranno ad essere funzionanti. Se a settembre disponessimo di tutte queste strutture, alcune dovremmo metterle a bando perché non riusciremmo ad avere il personale adeguato e non ne possiamo assumere. Appena sarà possibile assumere, i servizi educativi saranno al primo posto così come ci chiede anche l’Europa”.

“Via Aloi è una struttura che in realtà non è mai stata consegnata all’area della Scuola – spiega la Romano – per quanto riguarda i problemi igienico-sanitari, la vicenda risale ad alcuni anni fa quando furono riscontrati degli inconvenienti da parte delle autorità preposte. Alcune sono strutture vecchie, a volte su più piani, e quindi sono state restituite all’amministrazione perché vengano adibite ad altro. Per Galante e Mimosa abbiamo in itinere un finanziamento europeo per riaprirli”.

 


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