"Nessun 'inchino' al boss | durante la processione a Ballarò" - Live Sicilia

“Nessun ‘inchino’ al boss | durante la processione a Ballarò”

L'arcidiocesi e il priore dei carmelitani escludono che vi sia stato un 'omaggio' a un mafioso durante la processione a Ballarò del 27 luglio. "Solo una sosta per avvicinare un bambino al simulacro"

La nota della curia
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PALERMO – Il priore dei carmelitani padre Pietro Leta scrive una nota in merito alla vicenda del presunto “inchino” davanti all’agenzia di pompe funebri di un boss nel corso di una processione a Ballarò lo scorso 27 luglio. Il religioso scrive: “Si esclude che il boss in questione, infiltrato in mezzo ai Confrati due anni fa all’uscita della statua della Madonna, abbia mai fatto parte della Confraternita. Durante il percorso ufficiale della Processione sono state fatte almeno una quarantina di fermate della statua e quindi di tutto il corteo, sia per il pericolo di cavi elettrici stesi tra alcuni edifici, sia per la fatica dei portatori del fercolo, sia per dare la possibilità di issare alcuni neonati sulla statua della Madonna, come pure per permettere ad alcune famiglie di dare dai balconi la loro offerta. Si esclude – aggiunge il priore -, ancora, categoricamente che con la statua della Madonna sia stato operato alcun genere di “inchino” o altri gesti o segni similari. La sosta davanti dell’Agenzia del boss in questione, sebbene ad alcuni metri e per i minuti strettamente necessari, è stata dovuta solamente e precisamente – spiega il priore – su richiesta formale di una coppia di genitori che ha presentato il proprio bambino da issare al viso della Madonna”.

“Questi i fatti – scrive padre Leta -. Siamo certi che il diavolo si annida dentro i mafiosi, ma è altrettanto vero che fa anche breccia dentro alcuni giornalisti disposti a fare scoop a qualsiasi costo.

Come Carmelitani, teniamo a precisare che nella nostra azione pastorale in mezzo al popolo che siamo chiamati a servire, cerchiamo di fare delle scelte secondo il Vangelo, seguendo con grande attenzione gli insegnamenti della Chiesa, e in particolare in questo momento storico quanto Papa Francesco con naturalezza, ma con grande fermezza, stigmatizza sulla mafia e sulla zizzania dentro e fuori la Chiesa. Cerchiamo, infine, di testimoniare, forti dell’esempio e del coraggio del Beato Pino Puglisi, il vero e unico Dio, Padre di tutti gli uomini, buoni e cattivi, ma anche un Padre che chiede sempre a tutti la conversione del cuore per cercare insieme la giustizia e la verità, fondamento per vivere e cercare il bene comune”.

Anche l’arcidiocesi di Palermo interviene con una nota. “La notizia riportata sul quotidiano La Repubblica lo scorso 29 luglio circa il “presunto inchino” del simulacro della Madonna del Carmelo davanti ad un esercizio commerciale di un mafioso – si legge nel comunicato – induce a riaffermare con forza che la mafia è una realtà profondamente antievangelica, anche se talvolta mascherata di linguaggi e cerimonie a prima vista religiosi”.

Dopo aver ricordato la pastorale degli ultimi papi che si sono espressi con parole severe sul fenomeno mafioso, l’arcidiocesi, ricordando anche l’insegnamento del Baeto Pino Puglisi, però aggiunge: “In questi giorni avendo ricevuto notizie più precise dal Centro Diocesano delle Confraternite con riferimento alla citata processione si precisa quanto segue: nè il signor Alessandro D’Ambrogio nè suoi familiari risultano essere membri della Confraternita Maria SS. del Carmelo, come non lo è neanche il signor Tonino Serenella. La processione sembra avere avuto uno svolgimento sereno, secondo quanto riferito dal superiore e dal diacono della Comunità dei Padri Carmelitani, come pure da un membro del Consiglio diocesano delle Confraternite, presenti all’evento. È noto a tutti che il fercolo processionale durante il tragitto compie numerose fermate per atti devozionali da parte dei fedeli e per la consegna di eventuali offerte. Non sembrerebbe – si legge ancora – che vi sia stato alcun inchino, così come riportato da organi di stampa. Il simulacro della Madonna non si è inchinato, non è stato girato verso l’esercizio commerciale. Vi è stata solo una fermata per la richiesta di avvicinare un bambino al simulacro. Dal video si può costatare che si è trattato di una brevissima sosta”.

 


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