Mancanze e sanatorie 'a metà'| La lotta per i nuovi 800 posti - Live Sicilia

Mancanze e sanatorie ‘a metà’| La lotta per i nuovi 800 posti

YOULIVE. Fra le lamentale dei partecipanti sui social network e le incessanti richieste di chiarimenti, il Piano giovani presenta gravi mancanze a cui sta cercando di supplire in modo insufficiente e in itinere.

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Basta leggere i commenti e le incessanti richieste di chiarimenti che continuano a esondare la bacheca Facebook del Piano giovani, basta chiamare Italia Lavoro e scontrarsi con le sue linee costantemente occupate per dedurre o che il Piano giovani abbia gravi mancanze a cui sta cercando di supplire, in modo insufficiente e in itinere, oppure che il 90% dei circa 30.000 giovani siciliani aderenti al progetto non sappia leggere. Alla base della comunicazione è l’assioma secondo il quale se un messaggio non viene compreso dal destinatario è responsabilità del mittente. L’ingenuità dei partecipanti non consiste nel non avere letto o nell’aver letto male il bando e i suoi requisiti d’accesso prima della registrazione al portale, pensiero di cui si fanno scudo quanti hanno gestito e ideato il bando per giustificare il gran numero dei partecipanti sprovvisti del Patto di Servizio, la vera ingenuità sta piuttosto nel ritenere che il Piano giovani sia un primo passo per far fronte alla disoccupazione giovanile.

«Il lavoro c’è, sono i soldi che mancano» lamenta un laureato. Tanti sono i giovani che hanno collaborato e continuano a collaborare, a titolo gratuito e senza contratto alcuno, con aziende pubbliche e/o private. Il Piano giovani “formalizza” proprio questi “non-rapporti” di lavoro, per cui a pagare i ragazzi non è l’Azienda ma la Regione Sicilia. Almeno per 6 mesi, dopo i quali il ragazzo tornerà al suo stato di disoccupazione, che in realtà non ha mai abbandonato, e tornerà a collaborare gratuitamente, o per pochi soldi, per qualche altra azienda, questa volta con 3000 euro in più in tasca da potere spendere. Tanti sono anche i ragazzi che non hanno mai avuto un contatto con un’azienda e che ad ogni nuova apertura del bando sperano di potere ottenere un incrocio con una di queste. Molte delle aziende accreditate non si trovano nella situazione di potere assumere nuovi collaboratori, per cui, nonostante gli incentivi proposti dalla Regione Sicilia, dopo 6 mesi il problema per i giovani tirocinanti si ripresenterà. Che soluzione proporrà a quel punto il governo? Possibilmente Garanzia giovani, a cui chi ha aderito a Piano giovani non potrà partecipare. «Il lavoro in Sicilia non deve più essere pensato come bacino assistenziale, ma deve mettere in condizione i giovani di creare lavoro e assumere a loro volta» dichiara l’Assessore Scilabra. È un obiettivo tanto nobile quanto ambizioso, il Piano giovani e i progetti affini contribuiranno a concretizzarlo?

E come sempre purtroppo, non finisce qui. Il Dirigente Generale del Dip. Regionale del Lavoro, dell’Impiego, dell’Orientamento, dei Servizi e delle Attività Formative, la Dott.ssa Corsello, in un nota del 18 luglio “sana” la situazione di quanti si sono registrati al potale senza essere in possesso del Patto di Servizio, si conta almeno la metà dei partecipanti. L’anomalia sta nel fatto che i requisiti del possesso della Did e del Patto di Servizio, recita il bando, «devono sussistere alla data di registrazione al portale», limite che include tutti gli utenti registrati al portale a prescindere dal fatto che abbiano ottenuto o meno un incrocio con una azienda. Con la nota tale vincolo viene superato. Per quale motivo allora si è deciso di sanare “a metà” la posizione di tutti gli utenti registrati senza Patto di Servizio escludendo quanti hanno incrociato un’azienda? Dovrebbero essere i primi ad essere tutelati da una mera mancanza amministrativa dei CPI di Palermo. Rimane da verificare, infatti, se la mancanza del possesso del Patto di Servizio sia stata conseguenza di difficoltà e mancanze dei CPI di Palermo, che fanno quello che possono, o conseguenza del fatto che i ragazzi non abbiano saputo leggere un bando ben studiato che non tiene conto, però, della fruibilità degli strumenti necessari per il raggiungimento dei requisiti richiesti dai suoi stessi articoli. Un Piano che non tiene conto dei disagi in cui potrebbero inciampare i giovani partecipanti non può essere chiamato Piano “giovani”. «L’avviso è stato ben strutturato a monte, ma sia i servizi resi dai Centri per l’impiego sia la piattaforma informatica del Piano giovani si sono rivelati insufficienti di fronte alla mole di utenti registrata, così come del resto era prevedibile», afferma il Dott. Rosario Genchi, Consulente ed Esperto di Piano giovani.

Tantissimi ragazzi per mancanze dei CPI hanno perso incroci con aziende ma soprattutto hanno perso il loro tempo recandosi nuovamente nei Centri per l’impiego perché non sempre è possibile procedere con la didonline. In più ora si ritrovano anche preclusa ogni possibilità di essere selezionato/candidato da una nuova azienda per la lentezza del supporto tecnico a cui si appoggia Italia Lavoro. Siamo certi che sia Italia Lavoro sia il supporto tecnico stiano facendo quello che possono e con serietà, ma siamo certi anche del fatto che non è abbastanza. Prova ne è il posticipo al 5 di agosto dell’apertura della seconda finestra di tirocini.

Inoltre, agli 800 “vincitori” il 23 luglio è stata inviata una e-mail che invitava quanti non fossero in regola coi requisiti «a chiedere la cancellazione dell’utenza»; questo ha comportato, oltre alla rinuncia dell’incrocio “confermato”, una nuova perdita di tempo per i ragazzi che hanno dovuto ricreare da capo il proprio profilo e riscrivere, voce per voce, data per data, il proprio CV. Intanto, coloro che “sanati” non rientravano tra i ”fortunati” 800, potevano continuare a contattare aziende e ad essere selezionati. Il 26 luglio da Italia Lavoro puntuale arriva la rettifica, questa volta bisognerà richiedere il «”ripristino status inserito” e non la cancellazione definitiva» se non si vuole essere esclusi dal Piano giovani. Quindi la deduzione iniziale è certezza, il piano giovani è un divenire in corso d’opera. Peccato che a confondersi e a farne le spese chi sono? Ormai sembra la norma, sono proprio i giovani. La procedura di «ripristino status inserito» ha tempi di realizzazione durante i quali l’utente rimane sospeso in attesa e nella speranza che il supporto tecnico sia in grado di fronteggiare una grande domanda di ripristini in tempi così ristretti.

Si conta che il 40% degli 800 “fortunati” non avesse il Patto di Servizio al momento della registrazione anche perché il CPI di V.le Regione Siciliana 2289 da un certo periodo in poi e per mancanze di diversa natura, tra le quali anche quella basilare dell’assenza della carta, non ha rilasciato più il Patto di Servizio «contestualmente» alla Did, come «di norma» dovrebbe invece accadere, dichiara il Dott. Domenico Amich, Dirigente del Centro per l’impiego di Palermo. L’estrema disponibilità del Dott. Amich nel tentare di sopperire a tali mancanze dei CPI e nel venire incontro ai ragazzi che hanno partecipato al progetto, e l’interessamento dell’Assessore regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro Giuseppe Bruno e del suo Ufficio Tecnico, non sono stati sostenuti da una nota esecutiva da parte degli uffici della Dott.ssa Corsello e dell’Assessore Scilabra, che nella nota del 18 luglio sanano la situazione di alcuni ma non di tutti. Qual è la verità? I posti non andranno neppure a nuovi aventi diritto, almeno non nell’immediato. Dal 22 Luglio ad oggi, alla richiesta formale di una spiegazione rivolta all’Assessore Scilabra e alla Dott.ssa Corsello, non si è ricevuta altra risposta al di fuori di un loquace silenzio. Contattare o cercare di incontrare i nostri funzionari pubblici per rompere questo silenzio è stata impresa impossibile. La questione è stata portata anche di fronte alla giunta del Pd durante l’incontro avvenuto il 27 luglio al San Paolo Palace Hotel da Ruggero D’Amico, coordinatore UniAttiva, e da Antonio Ferrante, membro della Direzione Regionale del Pd Sicilia, che hanno evidenziato tale anomalia di fronte ad una giunta disinteressata e sprovvista di una qualsiasi possibile soluzione.

Ci sono ragazzi che sognano un tirocinio all’Estero, che credono in un’esperienza di lavoro in realtà capaci di stravolgere il proprio punto di vista; ci sono ragazzi che sperano di fare un viaggio in luoghi che inevitabilmente ti fanno tornare a casa cambiato, arricchito e con una marcia in più; ci sono ragazzi che sognano di imparare dai più grandi a fare impresa e bramano di mettersi in proprio; ci sono ragazzi che sognano cose grandi e lavori gratificanti. Di un tirocinio aperto solo a chi ha un contatto con una azienda o a chi ha la connessione a fibra ottica ci si accontenta, ma non si sogna. E un paese che si accontenta non cresce. Un paese che non sogna è un paese morto.

In bocca al lupo ragazzi, che vincano i più veloci.


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