Il magistrato inflessibile |che non si fece intimidire - Live Sicilia

Il magistrato inflessibile |che non si fece intimidire

Pubblichiamo la biografia di Gaetano Costa tratta da "La mafia dalla A alla Z", la "piccola enciclopedia di Cosa nostra" edita dalla Novantacento.

Procuratore della Repubblica, classe 1918, assassinato in via Cavour, a Palermo, la sera del 6 agosto 1980. Al processo, in Corte d’assise a Catania, arriva un solo imputato: Salvatore Inzerillo, palermitano, ritenuto il “palo” del commando assassino. Sono tre i pentiti che fanno il suo nome: Tommaso Buscetta, Salvatore Contorno e Francesco Marino Mannoia. Buscetta e Contorno raccontano che il mandante sarebbe stato il cugino omonimo dell’imputato, cioè il boss Salvatore “Totuccio” Inzerillo, che non aveva tollerato l’arresto di una cinquantina di amici. Il pentito Mannoia, invece, riferisce di avere conosciuto i particolari dell’agguato dal boss Stefano Bontade. Mannoia parla di una vendetta, motivata dal fatto che il procuratore Costa aveva usato il pugno di ferro contro gli amici di Inzerillo, e perciò doveva essere punito.
Per Mario Amato, pubblico ministero al processo catanese, la decisione del procuratore Costa di firmare quei cinquanta ordini di cattura contro mafiosi legati alle famiglia Spatola-Inzerillo era stata coraggiosa, soprattutto perché alcuni sostituti procuratori dell’ufficio di Costa si sarebbero rifiutati di controfirmare il provvedimento, lasciando la responsabilità solo sulle spalle del loro capo.
Sono gli anni in cui il procuratore Costa inizia una serie di indagini sull’edilizia pubblica: la costruzione di sei scuole e i miliardi che girano attorno agli appalti. Partendo da quelle indagini e mettendo le mani tra i conti registrati in alcune banche, il magistrato si aspetta di arrivare ai vertici di Cosa nostra. Ma viene bloccato per un’indagine diversa, che non ha nulla a che fare con l’appalto per la costruzione delle scuole. Il processo, aperto il 9 gennaio 1991, si conclude senza alcuna condanna. “Nell’omicidio ci fu la complicità del Palazzo. Gli assassini non si sono voluti trovare”, disse la moglie del procuratore, Rita Bartoli.

(La biografia è tratta da “La mafia dalla A alla Z”, la “piccola enciclopedia di Cosa nostra” edita dalla Novantacento. Il volume, realizzato da Angelo Vecchio, può essere richiesto tramite questa pagina)

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