Contenziosi, ecco la diffida | Chiesto il parere dell'Avvocatura - Live Sicilia

Contenziosi, ecco la diffida | Chiesto il parere dell’Avvocatura

La diffida di tre associazioni contro la discussa intesa sulla finanza pubblica tra giunta e governo nazionale spinge la giunta a chiedere un parere all'Avvocatura

PALERMO – La lettera di tre associazioni siciliane sembra scuotere le granitiche certezze del governo in merito al discusso accordo con Roma sui contenziosi. La giunta di governo, infatti, chiede all’Avvocatura dello Stato un parere su una diffida relativa alla transazione con lo Stato sui contenziosi in materia di finanza pubblica. L’accordo raggiunto dalla giunta di Rosario Crocetta col governo nazionale è stato bersagliato nelle scorse settimane da diverse voci critiche. Qualcuno, però, ha fatto di più, inviando un atto di diffida al governo.

L’iniziativa è stata assunta dall’associazione Siciliani in movimento e da altri comitati ed è finita sul tavolo della giunta di governo. Il 18 luglio scorso, infatti, Crocetta ha sottoposto all’attenzione della giunta la diffida con cui queste associazioni chiedono al governo regionale la disdetta dell’accordo con il governo nazionale, ritenendolo “affetto da insanabile nullità per carenza di potere del presidente della Regione nell’assumere determinazioni che attengono direttamente alla competenza del Parlamento regionale”. L’intesa, secondo gli autori della diffida è stata conclusa “in danno dei cittadini e dei contribuenti siciliani, in quanto si traduce in un ingiustificato incremento della tassazione a fronte della rinuncia al gettito di fonti finanziarie acclarate dalla Corte costituzionale”.

La giunta ha incaricato il presidente della Regione “di investire della questione l’Avvocatura dello Stato” perché questa “fornisca il proprio autorevole avviso in ordine all’atto di diffida” e alle sue “eventuali conseguenze”.

Con l’intesa raggiunta con il governo nazionale il 5 giugno scorso, il governo ha messo una pietra tombale su contenziosi dal valore di circa quattro miliardi, in cambio di circa mezzo miliardo cash da parte dello Stato. Una scelta che è stata contestata all’Ars da diversi deputati d’opposizione. I ricorsi erano stati presentati dal governo Lombardo (uno era stato proposto dalla stessa giunta Crocetta) in materia di finanza pubblica. Rispondendo alle critiche, Crocetta a Livesicilia le ha bollate come “una bufala”: “Noi non abbiamo rinunciato a nessun contenzioso. Anzi, abbiamo presentato già un nuovo ricorso nei confronti dello Stato. Quella che abbiamo firmato è una normalissima transazione – spiegava il 5 luglio scorso il governatore -. Ragionevole e conveniente per la Sicilia, visto che per i prossimi tre anni allenta il patto di stabilità e ci concede, cash, oltre 500 milioni di euro. A chi dice che ho venduto la Sicilia rispondo che io la Sicilia l’ho salvata”. Certezze che però il governo adesso sente il bisogno di corroborare con un pronunciamento dell’Avvocatura dello Stato, dopo la diffida vergata dal “Comitato Autodeterminazione Sicilia Stato”, l’associazione “Compagnia di Enno-Sicilia Stato” e l’associazione “Siciliani in movimento”.


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