Tari, stangata per i negozi| Il Comune incasserà 128 milioni - Live Sicilia

Tari, stangata per i negozi| Il Comune incasserà 128 milioni

La giunta Orlando approva regolamento e tariffe della nuova tassa sui rifiuti: acconto entro il 16 settembre, saldo entro dicembre. Agevolazioni per le famiglie numerose, ma per alcune attività commerciali sarà un salasso.

PALERMO – I palermitani si preparino: è in arrivo la Tari. Mentre i contribuenti stanno facendo di conto per il pagamento entro il 16 settembre dell’acconto della nuova tassa sull’immondizia, che sostituisce la Tares, la giunta Orlando approva il regolamento e le tariffe che adesso approderanno in consiglio comunale e per il cui via libera bisognerà aspettare almeno settembre. Il saldo è fissato al 31 dicembre 2014.

La stangata però c’è: se l’anno scorso con la Tares il Comune prevedeva di incassare 122 milioni per coprire sia la raccolta rifiuti che i servizi indivisibili (anche se la quota per quest’ultima non era stata attivata), quest’anno la tassa si sdoppia in Tari (immondizia) e Tasi (servizi indivisibili) che ammontano rispettivamente a 128 e 18 milioni. L’aumento del costo del servizio di raccolta dei rifiuti, in realtà, è dovuto al contratto di servizio della Rap che è più caro rispetto a quello della vecchia Amia.

Inoltre, inizialmente il piano finanziario di Rap ammontava a 113 milioni, ma i Tributi hanno scritto all’azienda chiedendo di considerare anche l’inflazione ma soprattutto il costo del nuovo contratto di servizio e di Palermo Ambiente. Insomma, 113 milioni erano troppo pochi per salvare la Rap che proprio ieri ha firmato il contratto di servizio col Comune e garantire i servizi. Così la cifra è schizzata a 128,3 più iva. “In realtà incasseremo sempre 122 milioni – spiegano dal Comune – bolletteremo per 128 ma solo perché sappiamo che non tutti verranno incassati. Su 122 milioni di Tares ne abbiamo incassati sinora 80, per questo prevediamo di incassarne sempre 122 anche se bolletteremo per 128”. La conseguenza, però, sarà comunque un aggravio per chi regolarmente paga le tasse.

A sostenere i maggiori costi inoltre saranno le utenze non domestiche, ovvero le aziende. La giunta ha infatti deciso di applicare anche stavolta alle famiglie una riduzione dell’85% del costo variabile della Tari per la differenziata, mentre la quota fissa aumenta. Le utenze non domestiche invece sono state appesantite considerevolmente sia per la parte fissa che per quella variabile. Infine c’è da considerare che questa volta non ci sono i 30 centesimi a metro quadrato di tassa statale, che però Roma compenserà con minori trasferimenti. Buone notizie per le famiglie numerose e per chi acquista un impianto per il compost, visto che potranno usufruire delle agevolazioni.

CHI PAGA? Dovrà sborsare quattrini chiunque possiede o occupa locali o aree che possono produrre rifiuti. Il regolamento distingue le utenze domestiche da quelle non domestiche, con le prime che pagheranno di più in proporzione al maggiore numero dei componenti del nucleo familiare (compresi coloro che stanno in città da almeno sei mesi, a eccezione degli studenti).

QUANDO SI PAGA? Ad eccezione del 2014, in cui l’acconto è entro il 16 settembre e il saldo entro il 31 dicembre, dal prossimo anno si pagherà in unica rata entro il 16 giugno o in due rate: 30 aprile e 31 ottobre. La prima rata sarà pari al 50% dell’anno precedente. Agevolazioni, riduzioni ed esenzioni vanno chieste entro 30 giorni dall’approvazione del consiglio comunale.

Utenze domestiche (clicca per ingrandire)

COME CALCOLARE LA TASSA In base alle tabelle della giunta, che però devono essere approvate dal consiglio comunale che potrebbe anche modificarle, per le utenze domestiche bisogna prendere in considerazione i coefficienti corrispondenti ai componenti del nucleo familiare, moltiplicare la quota fissa per i metri quadrati e aggiungere la quota variabile e poi il 5% di tassa provinciale. Non si pagano i 30 centesimi a metro quadrato di tassa statale. Rispetto alla Tares, cala la quota variabile delle famiglie ma aumenta quella fissa. Per le utenze non domestiche invece aumenti generalizzati e il calcolo è simile con l’unica eccezione che in questo caso la quota variabile va moltiplicata anch’essa per i metri quadrati.

Utenze non domestiche (clicca per ingrandire)

QUANTO SI PAGA? Il raffronto in realtà non è semplice e i dati ufficiali sono stati considerati senza il 5% di tassa provinciale (ecco il perché della discrepanza che troverete tra i dati qui pubblicati, che considerano anche il 5%, e quelli eventualmente riportati su altre testate). Inoltre, nel 2013 si pagavano 30 centesimi a metro quadrato in più che andavano allo Stato e che nel 2014 non vanno calcolati perché lo Stato li recupera altrove con i minori trasferimenti. Se si considera anche la maggiorazione statale, quindi, i dati del 2013 saranno tutti superiori a quelli del 2014; in caso contrario saranno più bassi. Se prendiamo ad esempio una casa di 100 metri quadrati senza considerare agevolazioni e riduzioni, un single pagherà 272,41 euro contro i 286,39 del 2014; un nucleo di tre persone 351,14 contro 361,91; un nucleo di cinque persone 367,97 contro 396,32; un nucleo di sei persone o più 377,54 contro 398,9.

Più variegate le tariffe per le utenze non domestiche. Sempre facendo riferimento ad un’area di 100 metri quadrati, uno stabilimento balneare pagherà 331,115 euro contro i 327,8 del 2013; uno studio professionale 794,74 euro; un negozio di abbigliamento 753,5 euro; un parrucchiere 1.051,1 euro; un ristorante 3.008 euro. Lo scaglionamento della Tari per le utenze non domestiche è stato fatto avendo come base i coefficienti di produttività indicati dal ministero. Per queste utenze, la Tari peserà meno della Tares 2013 in alcuni casi, fino ad un -6,09% per i capannoni industriali, mentre aumenterà in altri (i ristoranti pagheranno il 3,37% in più, conto salato anche per le pescherie e bar).

Questi numeri però sono calcolati sulle tabelle approvate in giunta, che non hanno alcun valore fino al via libera del consiglio comunale che potrebbe anche stravolgerle.

RIDUZIONI Godono di uno sconto del 40% coloro che abitano in zone in cui il cassonetto più vicino è almeno a un chilometro di distanza; del 30% chi ha una casa stagionale, rurale o chi fa la differenziata per almeno 200 chilogrammi (che andranno misurati in un’apposita isola ecologica) o chi avvia al riciclo il 70% dei rifiuti speciali; del 20% per i single che abitano in una casa più piccola di 70 metri quadrati. Inoltre sono previste diverse agevolazioni: del 25% per chi gode di buono casa, integrazione all’affitto e sussidio straordinario; del 30% per anziani (maschi over 65 e donne over 60) singoli o in coppia con un reddito complessivo non superiore al doppio della fascia esente dalla dichiarazione dei redditi o per famiglie con un portatore di handicap (invalidità al 100%). Godono dell’agevolazione del 30% per un biennio anche le famiglie sposate o iscritte al Registro unioni civili con almeno un componente under 32, con case più piccole di 100 metri quadrati o con reddito complessivo non superiore ai 24mila euro. Stessa agevolazione per gli imprenditori vittime di racket, per le abitazioni che ospitano donne che hanno subito violenze, per i teatri privati, per le aziende che assumono e per chi compra un impianto per il compost. Rispetto al regolamento Tares spunta l’agevolazione per le famiglie con almeno sei componenti di cui quattro figli e un reddito non superiore a 30mila euro. Esenzione totale per le famiglie con un minore in affido, assistite permanentemente dal Comune, fabbricati storici, aziende partecipate dal Comune e organizzazioni di volontariato. Si possono accumulare agevolazioni e riduzioni fino al massimo del 50% e bisogna presentare domanda entro il 31 gennaio di ogni anno (a partire dal 2015, per il 2014 entro il 30esimo giorno dall’approvazione del regolamento in consiglio). La dichiarazione varrà anche per gli anni successivi.

LE REAZIONI
“Questo è un Cammarata ter senza gli assegni di Berlusconi – commenta il consigliere Pd Sandro Leonardi – i cittadini pagano le tasse pagano due volte, con le tasse e con l’assenza dei servizi. Farò opposizione perché il conto sia il meno salato possibile”.

“E’ una tassa – dice Filippo Occhipinti di Idv – che pagheranno anche disoccupati, cassaintegrati, messi in mobilità, quindi iniqua e anticostituzionale. E’ il colpo di grazia per le attività economiche stremate dalla durissima crisi e dalle pedonalizzazioni. Bisogna pensare anche a chi vive e produce in questa città, non sempre alla Rap che non riesce a dare neanche servizi decenti lasciando la città fetida e puzzolente. Diciamo al sindaco che ora bisogna pensare anche ai cittadini e alla città. Abbiamo presentato 1.400 emendamenti per la Tasi, daremo battaglia anche questa volta”.


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