PALERMO – Cover colorate per cellulari di ultimo grido, occhiali da sole, perfino treppiedi per videocamere e fotocamere di svariate grandezze. Un immenso e ‘convenientissimo’ mercato quello che si svolge ogni giorno sotto i portici di via Ruggero Settimo, a Palermo, se non fosse del tutto illegale. Borse, portafogli, calamite e gli immancabili ombrelli. Una scena ormai classica quella che si tiene tra le diverse centinaia di turisti che passeggiano nella via centrale della città, che collega piazza Castelnuovo a piazza Verdi. Una sfilza di venditori ambulanti con i loro ‘atelier’ disseminati per terra. Ce n’è veramente per tutti i gusti. Quasi tutte le griffe vengono riprodotte, dalla più rinomata alla meno costosa. Mentre per gli occhiali il luogo cambia, si vendono agli angoli delle vie limitrofe. Anche qui tanti modelli, da quelli più chic ai più eccentrici per forma e colore.
Tanti pareri contrastanti per i passanti. C’è chi si ferma e acquista, chi invece si lamenta per lo spazio occupato non solo da venditori abusivi, ma anche dagli artisti di strada e dagli animali che li accompagnano, per lo più cani e gatti randagi. “Dobbiamo stare attenti alla merce dei venditori disposta per terra e soprattutto ai bisogni fisiologici di questi animali che rovinano tutto il pavimento – dice Marco Pecoraro –. Nessuno fa niente”. Diverse segnalazioni alla polizia municipale nel corso degli anni, persino petizioni per chiedere che gli ambulanti vengano allontanati dai portici di via Ruggero Settimo. I commercianti non sono d’accordo alla presenza degli abusivi che, durante gli orari di chiusura, stazionano davanti alle vetrine. L’anno scorso erano riusciti a far rimuovere tutte le bancarelle. Ma, appena qualche mese dopo, tutto è tornato come prima. Stessi commercianti che, oggi, chiedono ai vigili urbani un presidio costante per almeno 3-4 mesi affinchè si sconfigga il fenomeno dell’abusivismo. Dal comando della polizia municipale fanno sapere che, “come accaduto in passato, sono previsti degli interventi in via Ruggero Settimo. Purtroppo non è facile estirpare il fenomeno dell’abusivismo, ma ci stiamo lavorando”.
