Rifiuti e tangenti alla Regione | Cannova resta in carcere - Live Sicilia

Rifiuti e tangenti alla Regione | Cannova resta in carcere

Il funzionario regionale Gianfranco Cannova

Per il funzionario dell'assessorato regionale al Territorio, arrestato a metà luglio, non si riaprono le porte del carcere. Segno che c'è ancora molto da scoprire.

PALERMO – Gianfranco Cannova resta in carcere. Il Riesame conferma la decisione del giudice per le indagini preliminari che aveva respinto la richiesta di revoca della custodia cautelare in carcere o la sostituzione con una misura meno afflittiva.

Secondo il Tribunale, il funzionario palermitano dell’assessorato regionale al Territorio e ambiente merita di restare in cella. Nonostante abbia ammesso di avere intascato tangenti per facilitare le pratiche di alcuni imprenditori del settore rifiuti, i fatti contestati sono gravi e c’è il rischio di reiterazione dei reati e inquinamento probatorio. Il no alla scarcerazione potrebbe anche rappresentare la conferma che c’è molto altro da scoprire rispetto a quanto già stato svelato con il blitz di metà luglio.

Nei giorni scorsi il Tribunale ha confermato gli arresti domiciliari per gli imprenditori sotto inchiesta: il catanese Domenico Proto e gli agrigentini Calogero e Nicolò Sodano. Anche nel loro caso si è parlato di reiterazioni dei reati visti “i contatti, la personalità e la spregiudicatezza” degli indagati. Eppure i Sodano avevano reso una confessione piena. I titolari della discarica “Soambiente” avevano confermato di avere comprato i favori di Cannova per il rilascio delle autorizzazioni. Non combaciavano le cifre, però. Dieci mila euro a detta del funzionario regionale, molti di più secondo i Sodano.

La confessione di Cannova, resa all’indomani dell’arresto, non ha convinto i pubblici ministeri Alessandro Picchi, Daniela Varone e Alessandro Clemente. I magistrati sembrano essere certi che il funzionario “infedele” stia tacendo su altri episodi di corruzione. Nel corso dell’interrogatorio, Cannova ha fatto un solo riferimento specifico, tirando in ballo un collega che avrebbe intascato soldi. Ha sostenuto, però, di averlo saputo da voci di corridoio. Poi, ha parlato in generale di un sistema di favori che vigeva in assessorato. Un sistema che tutti conoscevano bene, ad ogni livello della macchina burocratica. È come se Cannova volesse puntare in alto con le sue dichiarazioni. Che, fino ad ora sono state vaghe.

Il funzionario, che dagli imprenditori ha ricevuto soldi in contanti, regali e soggiorni in alberghi, è coinvolto in un’altra indagine, parallela a quella sfociata negli arresti eseguiti dalla sezione Reati contro la pubblica amministrazione della Squadra mobile. E sempre di tangenti si tratterebbe, ma nel mirino ci sarebbero altri imprenditori.


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