Cultura, la ricetta di Venuti: |"Parola chiave: integrazione" - Live Sicilia

Cultura, la ricetta di Venuti: |”Parola chiave: integrazione”

Il cantautore etneo è protagonista stasera di "Musica per l'integrazione" insieme al coro del Cara di Mineo.

l'intervista
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CATANIA – Vita, amore, morte. Bisogno di trovare “un altro posto nel mondo”. Le canzoni di Mario Venuti attraversano da sempre le stagioni dell’uomo. Partenze. Viaggi. Ritorni. Ad un mese dall’uscita del nuovo album, il decimo da solista, nell’agenda artistica del cantautore catanese c’è spazio per “Musica per l’integrazione”. La manifestazione che lo vede protagonista a Mineo insieme al coro degli ospiti del Cara e alla Sikula Band.

Cosa rappresenta per Mario Venuti quest’evento?

“Un’occasione per riflettere su uno dei temi che attanaglia sempre più la nostra isola. Mineo è diventato un luogo simbolo per la questione dell’immigrazione. È un problema abbastanza complesso che nessuno riesce a risolvere. Sicuramente ci ha trovato impreparati: alcuni paesi sono riusciti a sfruttare il flusso continuo di profughi facendone addirittura una ricchezza. L’Italia, essendo una nazione con un tasso di natalità sempre più basso, dovrebbe essere capace di accogliere la forza giovane ma il modo rocambolesco e violento in cui questi popoli giungono nelle nostre coste ci coglie incapaci. Le paure sono comprensibili, ma dobbiamo farci i conti perché è inutile nascondersi dietro agli slogan”.

Tra i temi analizzati nelle sue canzoni c’è spazio pure per l’immigrazione?

“È un argomento in qualche modo di cui ho già trattato in “Sulu”, un brano in dialetto pubblicato in “Magneti”. In quel caso mi riferivo alla nostra storia, alla nostalgia di molti siciliani fuggiti dalla loro terra alla ricerca di una vita migliore. Credo che quei sentimenti possano accomunare oggi tutti coloro che giungono in un’altra nazione con occhi pieni di speranza e di paura”.

In fondo quella stessa paura che poi costringe molti giovani siciliani a dover fare le valigie e andare altrove. A proposito di nuove generazioni, lei ha apertamente preso le distanze dall’attuale gestione dello Stabile di Catania affermando di essere “smaccatamente personalistica a dispetto del più basso numero di abbonamenti della storia del teatro”. E ha aggiunto: “basta con questa immagine vecchia e stereotipata della Sicilia. Avviciniamo i giovani al teatro con proposte più fresche e al passo coi tempi”.

“Catania, dal punto di vista artistico-culturale, sta soffrendo particolarmente. La città ha bisogno di un rinnovamento nelle idee e nei contenuti. Con tutto il rispetto per autori quali Pirandello e Verga, per avvicinare i giovani all’arte teatrale occorre un ricambio, un linguaggio più contemporaneo e tematiche più a passo coi tempi. Basta con i soliti nomi dettati dalla politica, prendiamo esempio dalle iniziative messe in moto a Palermo da Emma Dante e Roberto Alajmo che hanno prodotto un rilancio al botteghino del Teatro Biondo”.

Se le proponessero di partecipare a questo rinnovamento Mario Venuti sarebbe disposto a mettersi in gioco?

“Perché no?”

A proposito di nuovi progetti… qualche anticipazione su “Ventre della città”, il primo singolo estratto dal nuovo album in uscita il 23 settembre?

“Il brano sarà in radio il 29 agosto e parla dei quartieri periferici cittadini. Il video è stato girato a Librino tra gli scorci del palazzo di cemento. È stata una bellissima esperienza umana simbolo di quanto questi luoghi, nonostante tutto, siano affascinanti e attraenti certamente più di quanto lo sia scrutare dall’uscio della serratura storie di vip e reality”.

 


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