Assessore senza firma digitale| Si bloccano i pagamenti Gesip - Live Sicilia

Assessore senza firma digitale| Si bloccano i pagamenti Gesip

I lavoratori aspettano le retribuzioni di luglio, ma l'Inps non può erogarle perché la Regione non ha firmato la convenzione. Serve la firma digitale dell'assessore Bruno, che ancora però la aspetta dagli uffici.

PALERMO – Manca una firma e i pagamenti al personale Gesip si fermano. E non una firma qualunque, ma quella dell’assessore regionale al Lavoro Giuseppe Bruno che, però, non sembra avere alcuna colpa: la firma in questione deve essere infatti digitale e da quando l’assessore si è insediato, ovvero la bellezza di cinque mesi fa, la Regione non gliene ha ancora fornita una.

La situazione, oltre che paradossale, ha però anche risvolti negativi immediati perché 1.700 dipendenti della Gesip aspettano ancora le retribuzioni del mese di luglio. Un ritardo dovuto al fatto che l’assessore, in rappresentanza della Regione, avrebbe dovuto firmare la convenzione già siglata da Inps e Comune per l’erogazione della Cassa integrazione in deroga ai lavoratori della partecipata di Palazzo delle Aquile. Un testo che non è cartaceo, ma solo digitale, per cui anche la firma deve essere elettronica.

L’assessore, pur avendone fatto richiesta, non ne è ancora dotato e di conseguenza, senza firma, l’Inps non può procedere ai pagamenti malgrado nel frattempo i dipendenti della Gesip stiano regolarmente continuando a svolgere i propri servizi. La convenzione prevede la concessione di oltre un milione e mezzo di ore, da qui a fine anno, per un importo totale di 15 milioni di cui 8,5 con fondi ministeriali e il resto comunali.

LE REAZIONI
“Siamo veramente preoccupati – dice in una nota Ernesto Greco, Rsa Fisascat Cisl – non riesco a capire come nell’era dell’informatizzazione una firma elettronica possa e debba bloccare la sopravvivenza economica di 1650 famiglie, siamo alla follia più totale. E da qui in avanti con le problematiche più serie, quali la ricollocazione degli impiegati Gesip verso le altre partecipate, cosa succederà? La nostra preoccupazione si fa ancora maggiore visto che il governo nazionale proprio in questi giorni si sta occupando di tutte le partecipate d’Italia, che sono un buco nero per lo Stato. Chiediamo per l’ennesima volta al Sindaco, all’assessore al Bilancio e a tutti coloro che da due anni (sì, due anni li faremo il 1 settembre) di avviare fin dal primo settembre tutte le procedure, naturalmente concertate con le sigle sindacali, tutti quei atti necessari nel più breve tempo possibile, perché gli 1650 Gesip sono veramente esausti”.

“L’amministrazione comunale aveva promesso che dal primo settembre avrebbe integrato le indennità dei lavoratori Gesip, che rischiano di scendere a poco più di 600 euro al mese. Ancora una volta l’impegno sottoscritto presso la Direzione territoriale del lavoro rischia di non essere mantenuto ma noi non siamo più disponibili a tollerare questa assoluta incertezza”: la Uiltucs Sicilia, guidata da Marianna Flauto, chiede garanzie al Comune di Palermo e attacca le istituzioni: “Nell’era informatica perdere due mesi di tempo per una firma digitale non ha senso – dice – questo ritardo sulla firma digitale che provoca ritardi nell’erogazione delle indennità denota la superficialità con cui le istituzioni affrontano i problemi di 1.700 famiglie”. E assieme a Mario Di Fiore, Rsa della Uiltucs, aggiunge che “per lunedì tutte le Rsa di tutte le sigle sindacali si sono autoconvocate davanti a Palazzo delle Aquile per risolvere due problemi. Il primo è che tra quattro mesi, a dicembre, scadrà la cassa integrazione in deroga e ad oggi non si è discusso di alcun piano serio per ricollocare i lavoratori. Il secondo problema riguarda l’indennità di cassa in deroga che da settembre sarà ridotta del 20 per cento per cui ogni lavoratore rischia di arrivare a 600 euro al mese circa. Il sindaco si era impegnato nell’accordo sottoscritto a integrare le ore ma ancora nessuna notizia. Noi sindacati – proseguono – non siamo più disponibili ad accettare questa situazione di incertezza. Abbiamo sempre mostrato grande equilibrio e buon senso, ma se questi non servono allora utilizzeremo tutti gli strumenti e le azioni possibili che nel rispetto della legalità ci consentiranno di far valere le ragioni dei lavoratori”.

“Lavorare con la cassa integrazione e lasciare appesi ad un filo 1700 famiglie per 2 mesi per colpa di una firma elettronica e pretendere efficienza con 530 euro al mese – dice Charlie Biondolillo della Cgil – sono scene che non dovrebbero appartenere ad una Regione come la Sicilia e ad una città come Palermo. Possiamo realmente decretare il fallimento della politica comunale e regionale”.

“Non più tollerabile che si possa permettere di far patire di fame 1700 famiglie solo perché non c’è lo strumento elettronico per mettere la firma – dicono Gioacchino Tortorici e Giuseppe Milazzo dell’Ugl – il sindaco ha ricevuto l’8 agosto una richiesta di incontro per concludere l’accordo sull’integrazione della retribuzione dal mese di settembre e concordare il percorso sulle partecipate per farvi fluire i lavoratori della Gesip. Ancora di tutto questo non c’è traccia”.


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