Polemica sul festival 'Sabir'| "Marchio già utilizzato" - Live Sicilia

Polemica sul festival ‘Sabir’| “Marchio già utilizzato”

Il marchio, utilizzato per il primo festival diffuso delle culture mediterranee, è stato battezzato nel giugno del 2005 da un'altra associazione e con "sponsor" d'eccezione Andrea Camilleri.

LAMPEDUSA (AGRIGENTO) – Problemi per Sabir, il primo festival diffuso delle culture mediterranee, in programma dall’1 al 5 ottobre a Lampedusa. L’evento, promosso da Arci, dal Comitato “3 ottobre” e dal comune di Lampedusa in realtà non è “nuovo”: il marchio Sabir è stato battezzato nel giugno del 2005 da un’altra associazione e con “sponsor” d’eccezione Andrea Camilleri, che adesso scrive al sindaco di Lampedusa auspicando “collaborazione”. A sollevare il caso è uno degli ideatori di Sabir. “Qualche settimana fa ho scritto tramite posta certificata al sindaco di Lampedusa per informarla della situazione, ma ad oggi non ho ottenuto risposta – dice Marco Mottolese -. Non credo sia giusto usare le idee, i progetti e gli slogan creati da altri”. Mottolese spiega che “il nostro Sabir ha avuto importanti partenariati quali la Commissione europea, il ministero degli Esteri, la Regione siciliana, l’Università di Catania nonché i comuni nei quali il festival si svolse: Ragusa, Modica, Scicli, Siracusa”.

“A questo punto – si legge nella lettera – è chiaro che dovremmo individuare insieme una soluzione che possibilmente non metta in difficoltà la sua conduzione e gli artisti coinvolti a livello di direzione, ma che salvi il nostro lavoro e il nome Sabir, peraltro a suo tempo da noi registrato sia come nome di festival che come produzione di merchandising intorno al medesimo”. Anche Andrea Camilleri ha inviato una nota. “Apprendo con stupore di questo nuovo festival Sabir. Con stupore, perché sono stato in qualche modo “padrino” di Sabir, circolo di conversazione, il primo festival di letteratura araba contemporanea, nato dalla volontà del ministero Affari esteri insieme a molte istituzioni e comuni della Sicilia – scrive l’autore -. Trovavo e trovo importantissimo l’intento di collaborazione e conversazione, appunto, tra i paesi che si affacciano sul Mediterraneo e mi auguro che si possa sempre collaborare e non creare discontinuità o peggio avversità, su un terreno così prezioso e oggi oltremodo minacciato”.


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