Tasi, via alla maratona in Aula| Orlando stasera in Consiglio - Live Sicilia

Tasi, via alla maratona in Aula| Orlando stasera in Consiglio

L'amministrazione propone un'aliquota al 2,9 per mille, ma il centrosinistra annuncia migliaia di emendamenti e ne chiede l'azzeramento. Corsa contro il tempo in Aula per salvare le agevolazioni. Stasera la presenza del sindaco a piazza Pretoria.

Palermo - lo scontro
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AGGIORNAMENTO
1.30 La seduta si è chiusa con la relazione dell’assessore al Bilancio Luciano Abbonato e riprenderà martedì 9 settembre alle 19 alla presenza del sindaco Leoluca Orlando. La presenza del primo cittadino è stata annunciata dal presidente del consiglio, Totò Orlando, che ha così evitato il voto della pregiudiziale presentata da Felice Bruscia (Pid). “Negli ultimi tre anni il sistema tributario locale ha subito profondi cambiamenti portando alla totale confusione – ha detto l’assessore al Bilancio Luciano Abbonato – dal 2009 a oggi i tagli dei trasferimenti nazionali hanno superato i 150 milioni di euro. Abbiamo pensato di salvaguardare chi già contribuisce alla finanza locale con l’Imu. Il costo medio di una famiglia di quattro persone, con una rendita catastale di 300 euro, sarà di 50 euro”.

“La pregiudiziale da me presentata non voleva avere nessun atteggiamento ostruzionistico nè strumentale – dice Bruscia – ma voleva richiamare il Sindaco ad assumersi la responsabilità politica di mettere, ancora una volta pesantemente, le mani nelle tasche dei nostri concittadini in un gravissimo momento congiunturale economico e dopo che la pressione fiscale a livello locale è aumentata in maniera esponenziale negli ultimi due anni. Si tenga presente ad esempio che una famiglia di tre persone con un appartamento di proprietà di 90 metri quadrati in periferia pagava, nel 2012, circa 180 euro di Tarsu e non pagava Imu, e si troverà nel 2014 a pagare circa 300 di Tari e circa 100 di Tasi con un aumento della pressione fiscale del 222%. L’impegno assunto dal Presidente del Consiglio Comunale che ha assicurato la presenza in aula del Sindaco ha comportato il ritiro della mia pregiudiziale”.

PALERMO – C’è chi chiede di azzerarla, chi di approvare l’aliquota base, chi chiede di lasciarla al 2,9 per mille e c’è perfino il sindaco Orlando che a sorpresa attacca il premier Renzi. Non manca proprio nulla alla Tasi, la nuova tassa sui servizi indivisibili, finita al centro di uno scontro tutto politico come non se ne vedevano da tempo. Battaglia che da stasera si sposterà a Sala delle Lapidi, chiamata ad approvare le tariffe della nuova imposta e a trasmetterle a Roma entro il 10 settembre.

La Tasi, in realtà, a Palermo già esiste, visto che il consiglio comunale l’ha istituita a metà luglio, ma mancano all’appello le tariffe, cioè decidere su chi far gravare un gettito che, al netto di agevolazioni e riduzioni, dovrebbe attestarsi sui 16-18 milioni di euro. L’imposta graverà sostanzialmente sulle prime case e tenterà di coprire i tagli da 22 milioni imposti da Roma. La giunta Orlando ha proposto a piazza Pretoria un’aliquota al 2,9 per mille e due rate: una il 16 ottobre e una il 16 dicembre (fissate dal governo). Ma c’è un problema: se il consiglio comunale non darà il via libera alle aliquote entro mercoledì, le cose cambieranno completamente. In quel caso infatti l’aliquota sarebbe stabilita all’1 per mille, salterebbero agevolazioni e riduzioni di ogni tipo, il gettito arriverebbe ad appena 8 milioni e il tutto si pagherebbe in unica soluzione entro il 16 dicembre, con buona pace dell’acconto.

L’Aula comincerà stasera una maratona di tre giorni tutta dedicata alla Tasi, ma le opposizioni, specie il centrosinistra, sono sul piede di guerra e annunciano la presentazione di migliaia di emendamenti. “Idv chiede l’azzeramento della Tasi, così come già fatto da altre amministrazioni comunali in giro per l’Italia che avevano pure bilanci meno virtuosi del nostro – dicono Filippo Occhipinti e Paolo Caracausi di Idv – delle due l’una: o i conti di Palermo non sono in ordine, oppure si possono trovare altrove le risorse senza gravare ulteriormente sui cittadini. I palermitani hanno già dato con il conto salatissimo della Rap, senza averne in cambio un servizio degno di questo nome: non possono essere sempre i cittadini a pagare”.

“La Tasi è stata introdotta dal governo Letta per colmare i buchi lasciati da Berlusconi che abolì l’Ici sulla prima casa senza averne le risorse – dice Sandro Leonardi, che guida il fronte del Pd – Palermo oggi si ritrova con servizi scadenti, una tassazione alle stelle e una tassa sui rifiuti che, per colpa di questa maggioranza, vale 142 milioni. Anziché aggiungere un’altra tassa, Orlando tagli gli sprechi, le spese per la comunicazione, riveda gli affitti, velocizzi le pratiche del condono edilizio e porti in consiglio il piano per la pubblicità. I palermitani non sono un bancomat”. “Se i conti sono a posto, si vocifera addirittura con la realizzazione di avanzi, e non abbiamo alcun motivo per dubitare delle affermazioni di chi ci governa, perché non utilizzare l’opportunità offerta dalla legge di azzerare la Tasi? In via subordinata, se i conti sono a posto perché non limitarsi all’aliquota base dell’1 per mille?”, si domanda Pippo Russo del Pd.

I democratici, forti dei loro numeri (10 consiglieri su 50), su questo tema sembrano essersi ricompattati e potrebbero giocare un ruolo decisivo per l’azzeramento dell’aliquota, così come avvenuto già a Ragusa, a Positano, a Olbia e in tanti piccoli comuni del resto d’Italia. Firenze e Torino hanno invece puntato al massimo, cioè 3,3.  Secondo i dati pubblicati da “Il Sole 24 ore” e elaborati dal Caf Acli, l’aliquota media nazionale è pari all’1,94 per mille e il 15% dei comuni finora ha esentato l’abitazione principale. Per ora però solo metà dei comuni ha comunicato al ministero le aliquote.

Ma il fronte dell’azzeramento comprende anche pezzi di centrodestra. “Noi chiediamo la presenza del sindaco in Aula – dice Felice Bruscia del Pid – e per noi questo rappresenterà una pregiudiziale: deve dirci di quanti soldi ha bisogno e come intende spenderli. Solo in questo caso potremo discutere, in caso contrario siamo per l’azzeramento dell’imposta. Quello che i palermitani pagano è già sufficiente. Palermo è già la città siciliana più tartassata in assoluto”. “Sono totalmente contrario – attacca Angelo Figuccia di Forza Italia – a questo ulteriore salasso che rischia di far precipitare ulteriormente la città in uno stato di ancora più profonda crisi economica. Annuncio che, in questi tre giorni nei quali è prevista in Consiglio comunale la discussione sulla delibera Tasi, utilizzerò tutti i mezzi che la legge mette a mia disposizione per evitare che i palermitani siano vittime di un’ennesima imposizione di balzelli”.

Per l’approvazione il capogruppo dei forzisti Giulio Tantillo: “Credo che la Tasi esista, l’ha decisa il governo nazionale e il comune di Palermo non può toglierla. Ci batteremo perché resti al minimo, cioè l’1 per mille. Meglio votare al minimo e applicare le agevolazioni, piuttosto che non votare e farle saltare. Perché questa tassa sia equa bisogna votare e introdurre le agevolazioni, tutelando i più deboli, viceversa sarebbe uguale per tutti”. Il rischio, infatti, è che impantanando la delibera si sfori il termine di mercoledì lasciando l’aliquota base ma facendo saltare agevolazioni e riduzioni per famiglie numerose o con figli disabili. “Dal momento che il nostro bilancio è in equilibrio e, anzi, si è registrato un avanzo di circa 70 milioni, probabilmente possiamo esonerare i cittadini da questo ulteriore onere fiscale, riducendo l’aliquota al minimo contributivo dell’1 per mille – dice Nadia Spallitta del Mov139 – se non addirittura, qualora dovessero sussistere le condizioni di compatibilità contabile e senza arrecare danno alle casse, ridurre ulteriormente la stessa. Inoltre, sotto il profilo delle esenzioni, ritengo che la Tasi non debba essere pagata nel caso di abitazione coniugale assegnata al coniuge dopo un caso di separazione o divorzio e per i nuclei familiare a basso reddito. Non può infine sottacersi che in città, ancora, i servizi alla collettività non raggiungono i livelli di qualità ed efficienza adeguati. Per cui, all’imposizione fiscale, deve essere accompagnata una forte azione di controllo dell’operato delle società partecipate ed in generale degli uffici preposti all’erogazione dei servizi”.

“Il Governo Renzi, in continuità con la linea iniziata dal governo Monti, continua a massacrare i comuni italiani tagliando trasferimenti e costringendo i comuni a compensare i tagli con una crescente fiscalità locale. I comuni si trovano di fronte alle conseguenze del taglio consistente dei trasferimenti rispetto all’anno passato – spiega al Tg3 Sicilia il sindaco Leoluca Orlando – costringendo in questo modo il comune di Torino, il cui sindaco è il presidente dell’Anci, e il sindaco di Firenze, città del presidente del consiglio dei ministri, ad applicare l’aliquota massima del 3,3 per mille. Per Palermo il taglio disposto dal Governo nazionale e’ pari a 22 milioni di euro. Ciononostante l’amministrazione non intende applicare l’aliquota massima ma l’aliquota del 2,9 per mille e di disporre una serie di esenzioni e agevolazioni per famiglie numerose, famiglie con persone con disabilità e famiglie composte da ultrasettantenni. Grazie alla rigorosa politica finanziaria svolta in questi due anni, la proposta della Giunta al consiglio comunale è di una operazione finanziaria pari a complessivi 16 milioni di euro a fronte dei 22 milioni di tagli”.


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