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LiveSicilia.it / Archivio / Parco Cassarà, scrigno di rifiuti L’allarme resta alto

Parco Cassarà, scrigno di rifiuti
L’allarme resta alto

L'ingresso del parco Cassarà

Si continua a scavare a decine di metri di profondità nel polmone verde di Palermo finito sotto sequestro ad aprile scorso. Ad impensierire sono i materiali sabbiosi.

PALERMO - L'INCHIESTA
di Riccardo Lo Verso
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PALERMO – Sono spuntati pure residui di lavorazione della cera. Il parco Cassarà è una collina di rifiuti accatastati negli anni, sedimentatisi nel tempo quasi a segnare una lunga stagione di sciacallaggio ambientale.

Gli ultimi carotaggi disposti dalla Procura nulla di buono annunciano. Si continua a scavare a decine di metri di profondità nel polmone verde finito sotto sequestro ad aprile scorso. Ad impensierire, più che la cera, sono i materiali sabbiosi rinvenuti nel sottosuolo. Si sta valutando se si siano verificate delle infiltrazioni nelle falde acquifere.

La Procura ha diviso il parco Cassarà in tre zone – verde, gialla e rossa – a seconda dei livelli di inquinamento registrati. Quella verde, che si estende dalla parte di corso Pisani e Villa Forni, di fatto, è stata affidata dalla magistratura al Comune che dovrà metterla in sicurezza. Rispendendo alle sollecitazioni del presidente e dei consiglieri della IV Circoscrizione, l’assessore comunale al Verde, Francesco Maria Raimondo, ha annunciato che dalla prossima settimana qualcosa in tema di bonifica si muoverà. L’amministrazione sta cercando di capire se può agire con uomini e mezzi interni oppure servirà l’aiuto di imprese esterne per ripulire e smaltire la zona verde da metalli pesanti, zinco, rame, piombo, fibre di amianto e tetracloro etilene (una sostanza alogena che si trova nei solventi e negli svernicianti, molto usata dalle lavanderie). Tecnicamente non si tratta di un dissequestro, ma di un accesso temporaneo consentito alle maestranze specializzate per mettere le cose a posto.

Le maggiori preoccupazioni arrivano dalla zona rossa, quella a ridosso di via Ernesto Basile, che il procuratore aggiunto Dino Petralia, ha definito “una bomba ecologica”. Ed è qui che sono stati rintracciati sabbie vulcaniche tipiche delle operazioni di sverniciatura, copertoni, materiali elettrici, plastica, inerti da demolizione edile e i residui di cera. E poi c’è la zona intermedia, al confine con le due precedenti. Anche questa resterà esclusa dagli interventi comunali. La prossimità con la parte rossa della mappa disegnata dalla Procura invita alla cautela.

La sedimentazione dei rifiuti rende complicato anche il lavoro investigativo delegato dalla Procura della Repubblica cui spetta il compito di individuare i responsabili dell’inquinamento del parco Cassarà. Che doveva essere uno spazio di “normalità” cittadina e rischia di diventare il simbolo di una città malata.

 

Tags: amiano · inchiesta · Inquinamento · palermo · parco cassarà · sequestro

Pubblicato il 11 Settembre 2014, 15:48
7 Commenti Condividi
Commenti
  1. pensandoci bene... 7 anni fa

    Da tecnico, penso che l’unica soluzione sia una bella colata di cemento di una cinquantina di centimetri…. poi via tutti per i prossimi 200 anni!!

    Rispondi
  2. roba da matti 7 anni fa

    che gli autori siano maledetti per le prossime 10 generazioni

    Rispondi
  3. rollopanormita 7 anni fa

    A volte vien voglia di gettare la spugna ed abbandonare Palermo…..
    Avevano realizzato la cosa più bella degli ultimi 50 anni e poi si scopre che è stata realizzata sopra una discarica di rifiuti pericolosi.
    Prima della realizzazione del Parco, che ci fossero dei rifiuti l’amministrazione ne era al corrente tanto che sono stati stanziati alcuni milioni di euro per la bonifica preventiva.
    A questo punto, come direbbe un noto presentatore, la domanda sorge spontanea: hanno bonificato o hanno solo ricoperto con qualche centimetro di terra facendo sparire, oltre ai rifiuti, quanto stanziato? Alla magistratura l’ardua sentenza……
    Povera Italia.

    Rispondi
  4. claudio 7 anni fa

    La precedente Amministrazione non sapeva nulla di tutto cio’ oppure…..accertate le responsabilita’la magistratura colpira’ chi sapeva e nulla a fatto? Spero di si!

    Rispondi
  5. rox 7 anni fa

    Sono stato di recente in russia abbiamo fatto piu” foto alle aiuole ai giardini ai loro parchi che ai monumenti x noi palermitani era fantascienza curati in maniera maniacale

    Rispondi
  6. infastidito 7 anni fa

    Capisco perfettamente le ragioni di sicurezza e tutela della salute.
    Non capisco però una cosa. Se questo materiale è collocato a 10 metri dalla superficie come può danneggiare i visitatori del Parco?
    Io andavo regolarmente a correre al Parco Cassarà e mi sento enormemente danneggiato dal fatto di non poterne più fruire.
    Se il problema sono questi residui 10 metri sottoterra non capisco come si può comunque impedire alla gente di fruire del Parco.
    Scusate l’ignoranza

    Rispondi
  7. stanco 7 anni fa

    Non preoccupatevi, la Boldrini non verrà al parco Caccarà,scusate Cassarà, pertanto l’ennesima vergogna resterà oscurata dal nostro sindaco ,come cimelio dell’indegno,povera questa triste città che ha venduto l’anima al diavolo ed i suoi tanti cittadini ed amministratori corrotti ed incivili che fanno da cornice alla squallida e triste realtà

    Rispondi

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