Indagine sul "Protocollo Farfalla" | Quelle intercettazioni di Riina... - Live Sicilia

Indagine sul “Protocollo Farfalla” | Quelle intercettazioni di Riina…

Totò Riina

Il patto prevedeva una collaborazione tra direzione della carceri e 007 che vincolava il Dap al segreto, anche con l'autorità giudiziaria, sulle attività eventualmente svolte dagli agenti all'interno degli istituti di pena.

PALERMO– La Procura di Palermo indaga sul cosiddetto “Protocollo farfalla”, un accordo top secret siglato tra i vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e il Sisde, l’ex servizio segreto civile, nel 2004. Il patto prevedeva una collaborazione tra direzione della carceri e 007 che vincolava il Dap al segreto, anche con l’autorità giudiziaria, sulle attività eventualmente svolte dagli agenti all’interno degli istituti di pena. Il documento, la cui esistenza è stata negata per anni dai vertici del Dipartimento, è ora in possesso dei pm del capoluogo siciliano che lo hanno acquisito al fascicolo. L’inchiesta, condotta dai magistrati Roberto Tartaglia, Nino Di Matteo e Francesco Del Bene, prende il via dopo le ammissioni del pentito Sergio Flamia, che ha raccontato dei suoi contatti con gli 007 quando era detenuto a Palermo. Le parole del collaboratore bagherese, depositate agli atti del processo d’appello per favoreggiamento al generale dei carabinieri Mario Mori (assolto in primo grado), allarmano il pg Roberto Scarpinato che sollecita un’inchiesta sulla vicenda.

L’indagine viene aperta dai colleghi della Procura ordinaria che però vanno oltre i rapporti tra Flamia e i Servizi. Al centro dell’inchiesta finiscono anche le intercettazioni in carcere del boss Totò Riina e l’interlocutore del capomafia, il detenuto Alberto Lorusso, che il Dap ha scelto come compagno d’ora d’aria del padrino corleonese.

Il protocollo ormai parte del fascicolo di indagine non porta le firme dei sottoscrittori. Nel 2004, comunque, al vertice del Dap c’era il magistrato Giovanni Tinebra, ex procuratore di Caltanissetta che coordinò le inchieste sulle stragi del ’92, mentre alla guida del Sisde c’era il generale Mario Mori. Nel 2007 una serie di norme regolarono le condotte border-line consentite agli 007 imponendo per alcuni atti, come i colloqui con i detenuti, l’autorizzazione della Presidenza del Consiglio. Una disciplina che cozzerebbe col Protocollo Farfalla che continuerebbe ad essere applicato, secondo quanto emerge dalla vicenda Flamia, tuttora.


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