Bonaccorsi: “Saranno chiarite| le distinte competenze” - Live Sicilia

Bonaccorsi: “Saranno chiarite| le distinte competenze”

Una giornata agrodolce ieri per il sindaco di Giarre Roberto Bonaccorsi. Mentre la Corte dei Conti approvava il piano di riequilibrio, le Fiamme Gialle notificavano l’avviso di garanzia.

le precisazioni dell'ex assessore
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GIARRE – Doveva essere un giorno di festa oggi per il sindaco Roberto Bonaccorsi. La Corte dei Conti ha infatti approvato ieri il piano di riequilibrio finanziario del comune di Giarre. Ma la festa è stata guastata dall’inchiesta giudiziaria che lo vede indagato per falso ideologico, insieme all’ex primo cittadino di Catania Raffaele Stancanelli e ad altri 18 tra amministratori e dirigenti. Con questa notizia il primo cittadino giarrese ha aperto questa mattina la conferenza stampa, indetta al palazzo di città. “Ieri pomeriggio si è compiuto un atto determinante per il comune di Giarre – spiega Bonaccorsi – avevo fissato per questo motivo l’incontro odierno con la stampa. Poco dopo ho ricevuto la notizia della notifica dell’atto giudiziario”.

Una doccia fredda che ha smorzato la gioia. Roberto Bonaccorsi non lo nasconde, ma ribadisce la piena fiducia nella magistratura. “Sono certo che in tempi brevi saranno chiarite le distinte competenze tra l’organo politico, che dà indirizzi politici, e la parte tecnica, che invece compie gli atti. D’altra parte – sottolinea – solo pochi mesi fa la Corte d’Appello di Catania lo ha sancito in maniera chiara. Gli amministratori nella fase di formazione di un rendiconto- spiega Bonaccorsi – entrano solo nella formulazione della proposta in consiglio comunale, non nella sua predisposizione e neanche nel momento dell’approvazione, che è competenza del consiglio comunale. Voglio ricordare – prosegue il primo cittadino – che quel rendiconto ha ottenuto prima parere positivo dei revisori dei conti e dopo, pur, con le evidenziazioni di criticità, lo stesso parere da parte della magistratura contabile, che ha esaminato tutti gli atti e non ha fatto rilievi tali da mandarli alla procura della Corte dei Conti. Quindi c’è un processo contabile che è stato certificato”.

Tra le accuse della Procura di Catania l’aver posto in bilancio ingenti quote di “residui attivi ” risalenti nel tempo e di dubbia esigibilità, per un importo complessivo di oltre 270 milioni di euro. “Non ho contezza degli atti dell’inchiesta che mi dicono essere molto cospicui – risponde Bonaccorsi – ma posso dire che erano le direzioni a certificare che quel credito era certo ed esigibile. Il riaccertamento dei residui – ribadisce il sindaco – è un atto totalmente gestionale. Non attiene all’organo politico, che se lo facesse commetterebbe un abuso”.

Bonaccorsi non entra nel merito dell’inchiesta ma sottolinea alcune perplessità. “Il consiglio comunale, che ha potere di emendare, ha approvato gli atti nella sua interezza. Non capisco – dice – perché alcuni sono coinvolti nell’inchiesta ed altri no. Devo capire perché ci sono Bonaccorsi e Stancanelli e non altri. Nella comunicazione dell’avviso di garanzia – prosegue il sindaco – ci sono stralci di alcuni passaggi che non mi tornano perché rinviano alla mia responsabilità adempimenti del consiglio comunale, su cui l’amministratore non ha nessuna competenza. Quindi devo prima vedere le carte”.

Ieri la telefonata con l’ex sindaco di Catania Raffaele Stancanelli. “Lui era più amareggiato di me – racconta Bonaccorsi – perché sappiamo entrambi quello abbiamo fatto per la città. Ma io ho fiducia piena, come ritengo la abbia anche lui, sull’operato della magistratura”. Nelle prossime settimane Roberto Bonaccorsi, assistito dal legale Giovanni Grasso, produrrà una memoria difensiva. Non è ancora certo, invece, se chiederà di essere ascoltato dai pubblici ministeri.

 

 

 


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