I siciliani amano la rete | Ma sono ricambiati? - Live Sicilia

I siciliani amano la rete | Ma sono ricambiati?

I siciliani si esercitano per essere perfetti internauti. Talvolta con successo, altre volte meno. Proviamo a carpire stralci di conversazioni “diversamente digitali”. Della serie…

Seguendo il trend nazionale (e mondiale) anche i siciliani sono sempre più informatizzati e sempre più “social”. Nel 2013 si è registrato un incremento di circa 5 punti percentuali della quota di persone che si collegano costantemente ai principali social network (dal 48,1% al 53,2%) e l’evoluzione di Internet ha fatto sì che sei case su dieci siano connesse al web. E c’è un ricambio affettivo! Una grossa novità fa capolino tra le maglie della rete: da ottobre il computer parlerà in siciliano. Non c’è che dire: siamo un popolo ben identificabile, con tradizioni, riti e lingua. Viva il siciliano, dunque, e questo grazie all’UNESCO, che ha stabilito una volta per tutte che il siculo è una lingua madre, e pertanto deve essere protetta quale patrimonio dell’umanità.

La Apple non ha perso l’occasione di introdurre il nostro idioma (come pure quello napoletano, anch’esso riconosciuto dall’UNESCO come vera e propria lingua e non come mero dialetto) tra quelli supportati da Mac OS X 10.10 Yosemite, e pertanto, nella prossima versione del sistema operativo, il siciliano e il campano verranno inserite come lingue aggiuntive, il che non significa che immediatamente ogni software sarà tradotto, ma, semplicemente, che OS X sarà in grado di riconoscere i programmi che pongono queste due lingue tra le alternative supportate, e selezionarle se vengono indicate come lingue preferite dall’utente. Il nuovo sistema operativo della Apple, la cui versione ufficiale debutterà sul mercato entro la fine di quest’anno, prevede difatti, nella scelta tra le lingue da selezionare durante l’installazione, due nuove finestre, contrassegnate dalle parole “sicilianu” e “napulitano”. Per impostarle basterà accedere alle “preferenze di sistema” e selezionare “zona e lingua”. Il computer non “parlerà” le due lingue, ma le riconoscerà nel caso vengano sviluppate App che le utilizzano. OS X, come altri sistemi operativi, utilizza come lingua principale, anche per le varie applicazioni installate e i siti web, quella del Paese in cui il computer viene acquistato, ma è possibile cambiarla; inoltre si possono indicare delle lingue secondarie, alle quali il sistema si rivolgerà nel caso in cui la lingua principale non sia disponibile, permettendo di indicare l’ordine di preferenza per le lingue supportate. Nel frattempo i siciliani si esercitano per essere perfetti internauti. Talvolta con successo, altre volte meno. Proviamo a carpire stralci di conversazioni “diversamente digitali”. Della serie…

Quattro soldi spesi bene e risolvo tutto:

Cliente: Ho problemi con Google.

Assistente: Forse ha problemi di collegamento. Funziona bene l’ADSL? Se vuole proviamo a testare la linea.

Cliente: No, non ho tempo. Non posso comprare Google?

Quando si dice “sunnu numera”:

Cliente: Mi può ridare la password per il PC?

Assistente: Non se la ricorda più? Non l’ha segnata da qualche parte?

Cliente: Sì, sì. Anzi, mi non ma scordu eranu tutti numera, non palori. Me l’ho trascritta in un file e l’ho salvata sul piccì! Apposta na trovu!

Il libro è sempre il libro:

Cliente: Come posso ottenere i risultati migliori dai motori di ricerca?

Assistente: Parole chiave. Ricordi che prediligono il testo.

Cliente: Sì, ma se ho il testo che vado a fare su Google?

Attenti a non registrarci sopra:

Cliente: Sul mio tablet i video online si vedono male, la qualità è pessima.

Assistente: Prima le tecnologie erano meno sofisticate, forse si tratta di video caricati più di quattro anni fa.

Cliente: Capisco. Messi lì si rovinano!

Il meno è il più:

Collega: Salve.

Io: Sì?

Collega: Non è che avete un cavo wireless per il proiettore?

Io: Sì cara. E ti presto anche un cavo per cordless.

Ggiucamu a latri e latruni?:

Pippo: Non si trova na cosa nta stu computer scunchiudutu!

Nino: Chi cosa?

Pippo: Na cosa chi non mi ‘ntiressa, tantu u sacciu

Nino: Ma chi?

Pippo: Cca mi dici: data not found, ma tantu u sacciu chi è u sidici!

Scupristi a Merica:

Migrante siculo: Ehi, compare! Come va?

Compaesano: Bonu! I ttu? Seppi che travagghi supra internetti.

M.s.: Sì. Ovvero, principalmente offro consulenza e servizi per il marketing su internet e progetto e gestisco campagne di web promotion.

Compaesano: E’ il futuro! Facisti a to futtuna!

M.s.: Già…

Compaesano: Lo dissero pure in televisione ca chiddu ca scupriu u computer jiè l’uomo più ricco del mondo!

CCi spiasti?:

Cliente: Mi installi un programma per spiare la mia zita? Sia il computer che il cellulare.

Assistente: Intanto non è legale! e comunque, mai sentito parlare di fiducia?

Amico: Capia. Tutti Gemessi Bond e a quannu a quannu unu havi bisognu, spirisciunu tutti!

Peccato non essere a Roma… gli si poteva indicare l’App antica:

TV: Votate le canzoni via app!

Nannò: Mah!

TV: Siete voi a votare via app!

Nannò: Mah!

TV: Ricordate, potete votare unicamente via app.

Papà: Ohuuuu! Ccu sapi unn’è sta Via App?

Coi soldi non si scherza:

Mammà: Scusa, mi rispieghi come si fa a mandare questa e-mail?

Figlio: Dove c’è scritto “Testo” devi scrivere il testo.

Mammà: Fatto.

Figlio: Ora dove c’è scritto “A:” metti l’indirizzo e-mail del destinatario.

Mammà: Fatto.

Figlio: Ora clicca su “Invia messaggio” e la e-mail parte.

Mammà: Occhei. Ah, guarda che in “CC” non ho scrivia nenti perché non devo inviare soldi e quindi il conto corrente stannu frischi chi cciù mannu!

A mmia non mi cumanna nuddu!:

Papà: A me casa, sugnu. Fazzu chiddu chhi vogghiu!!

Figlio: Papà, cosa è successo?

Papà: Stu computer! Come si permette? Havi na para i jorna chi seguo una conversazione sul forum…

Figlio: E?

Papà: Oggi apro e sotto la conversazione il curnutu mi ha scritto: “Smetti di seguire la conversazione”. Ma ti pare normale che mi dà ordini?

In buona sostanza, il web non sempre ricambia il nostro incondizionato amore. Forse dovremmo essere più guardinghi nel concederci. Difatti succede che la nostra “ombra digitale” cresca a dismisura, allungata in modo esponenziale da miriadi di informazioni che vengono registrate quando telefoniamo, mandiamo email, compriamo in rete. Anche aggiornare continuamente il proprio status o mettere di continuo nuovi post, come molti fanno, fornisce, ad esempio, indicazioni utili a molestatori seriali e fauna simile; o, ancora, condividere in un gruppo una foto del proprio album, rende l’album “sfogliabile” da tutti i membri del gruppo, talora persino da migliaia di persone.

Quando l’amore smette di accecarci, nascono i primi interrogativi. Uno, esiziale: “Mettere, o non mettere (le foto su Facebook)?” E’ una delle domande poste più spesso da parte di soggetti che stanno passando a una fase più matura del rapporto con la rete, quella della consapevolezza del fatto che la propria privacy non è inviolabile, anche quando le uniche informazioni fornite al social riguardino la propria data di nascita e l’indirizzo di posta elettronica.

Occorre purtroppo chiarire, difatti, che la  mailbox  non è a prova di infrazione. Persino un hacker appena decente può fingere (al nostro posto) di aver smarrito la password e, dopo aver scritto l’ID della propria “vittima designata”, digitare fino al momento in cui, come domanda di  backup, viene richiesta la data di nascita. Ed eccola lì, pronta. E dire che l’avevamo messa sul profilo per collezionare post di auguri il giorno del compleanno! Mal ce ne incolse! Abbiamo fornito la chiave della casella. Su certe cose, meglio informarsi prima. Talvolta, però, le domande che infestano la rete sono davvero ai limiti dell’idiozia, quando non la travalicano del tutto (un esempio: dove trovo lo spazio “reclami”?)

Insomma, se un quesito è davvero sensato, è meglio esprimerlo e scioglierlo. In caso contrario, Abramo Lincoln affermava “Meglio tacere e passare per idiota che parlare e dissipare ogni dubbio”.

 


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