A Paolone lo stadio di rugby| "Catania ricorda un suo figlio" - Live Sicilia

A Paolone lo stadio di rugby| “Catania ricorda un suo figlio”

Una dedica richiesta e attesa da più parti. Ma nel campo regna ancora il degrado. Da qui la protesta degli attivisti del Cervantes.

CATANIA – Non più al Goretti, ma al Paolone. Cambia il nome dello Stadio di Rugby e probabilmente le abitudini linguistiche dei catanesi amanti della palla ovale. Il sindaco Enzo Bianco ha svelato oggi pomeriggio la targa intitolata allo storico fondatore dell’Amatori Catania. “Aveva un bel carattere, sua moglie ne saprà qualcosa”, ricorda il primo cittadino. Una battuta per mettere la parola fine agli strascichi della campagna elettorale del 1997, quando cioè i due si sfidarono per la poltrona più importante di Palazzo degli Elefanti. “Usando un eufemismo – dice Bianco – ho vissuto con lui dei confronti assai vivaci”. Finita la partita politica, prendendo a prestito un’espressione rugbistica, inizia il terzo tempo della memoria condivisa: “La città oggi – aggiunge il sindaco – onora un suo figlio, seppur adottivo. Un catanese per scelta e per amore. È un dovere ricordarlo. Col cuore – riferisce il Bianco – ho firmato questo provvedimento. Benito, Catania ti ringrazia. Ovunque tu ti trovi in questo momento – conclude – sono sicuro che tu stia sorridendo”. Applaude Alberto, il figlio di Paolone: “Basta contese, questo è il momento di unirci e collaborare affinché questo sport possa risorgere”.

Presente alla commemorazione anche Alfredo Gavazzi presidente nazionale della Federugby: “Benito era un  grande uomo, che ha fatto dei sacrifici enormi per il rugby. Qui in Sicilia non era affatto facile lavorare, soprattutto in quegli anni. Sono grato per quello che mi ha insegnato”. Accanto allo sportivo, di Paolone resta il ricordo di uno dei principali esponenti del Movimento Sociale catanese e siciliano. Per Enzo Trantino, candidato sindaco di Catania nel 1993, sfidando al primo turno tra gli altri Enzo Bianco, le sue vicende vanno lette partendo dalle fine: “Penso – racconta a LiveSicilia – a quando alla fine della sua ultima legislatura, inseguì Gianfranco Fini nei corridoi della Camera per prenderlo a calci. Non lo raggiunse. Di questo me ne dolgo e se n’è doluto pure lui”. Un episodio amaro che registra il tramonto di un certo modo d’intendere la destra: “Benito non è paragonabile a persone come Fini, il cui nome nasconde già oscuri presagi. Mettiamola così – Trantino gioca di metafora – gli uomini si dividono in due categorie: le piante grasse e gli alberi. Lui era uno di questi ultimi”.

Il gesto dimostrativo contro il degrado dell'ormai ex Goretti 2

“Una meta a metà”. Per gli attivisti del Cervantes si tratta tuttavia di una commorazione incompleta. Scattata, infatti, la protesta silenziosa. Issate a conclusione della cerimonia le immagini che raffigurano le condizioni di degrado in cui versa attualmente il secondo campo dell’ormai ex Goretti 2. Già lo scorso anno LiveSicilia aveva sollevato il caso. Fa eco il consigliere comunale di Grande Catania, Giuseppe Castiglione, sponsor principale dell’intitolazione dello stadio a Benito Paolone: “Vigilerò assieme all’assessore Scialfa, Bosco e allo stesso sindaco. Catania merita un impianto dignitoso”. Sul versante sportivo, Massimiliano Vinti, dirigente dell’Amatori, rilancia: “Questo stadio deve essere nostro, seppur nella disponibilità di tutti. Stiamo già sistemando gli spogliatoi. Il cinque ottobre – aggiunge – ripartiremo con una motivazione in più: onorare il nome di chi ha fondato questa squadra”.

 

 

 


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