Difesa del Palermo sotto esame | Ma Guidolin fece peggio di Iachini - Live Sicilia

Difesa del Palermo sotto esame | Ma Guidolin fece peggio di Iachini

Sette gol in quattro partite di campionato. Una partenza da rivedere per il reparto arretrato dei rosa, ma c'è un precedente benaugurante: nel 2006, con la squadra prima in classifica, le reti subite furono addirittura nove.

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PALERMO – Sette gol in quattro partite. Dieci in cinque, se vogliamo prendere in esame anche la batosta in Coppa Italia. Il Palermo che ha ripreso a mostrare lampi di bel gioco soffre in difesa. E se non bastassero le prestazioni, a far scattare l’allarme ci pensano i numeri. Un inizio di stagione peggiore di quello di Del Neri, che subì solo quattro gol nelle prime quattro partite, ma anche del 2010/11, quando con Delio Rossi alla guida i rosa faticarono ad ingranare: tre gol presi a Brescia, due gol in casa con l’Inter e uno a Torino con la Juventus, per un totale di sei reti, una in meno rispetto al Palermo di oggi. Numeri impietosi, senza dubbio, ma di certo non una condanna alla squadra di Iachini. D’altronde, la peggior partenza “difensiva” di sempre nella storia del Palermo zampariniano è arrivata insieme ad un altro risultato da record, ovvero il primo posto in solitaria nella classifica della serie A, per la prima e (finora) ultima volta.

Il Palermo del redivivo Guidolin, agli inizi della stagione 2005/06, inanella prestazioni difensive da far invidia a Zeman: tre reti prese in casa dalla Reggina, due dalla Lazio all’Olimpico, altre tre dal Catania al “Barbera” e, infine, due in trasferta a Empoli, in quella che è stata la prima sconfitta di quel campionato. 9 gol subiti in quattro partite, due in più della banda guidata da Iachini, ma anche 9 punti in classifica. Perché è vero che dietro, nonostante la presenza dei campioni del Mondo Barzagli e Zaccardo, si ballasse in maniera decisamente esagerata; ma quel Palermo metteva in campo quasi sempre una squadra a trazione anteriore, alla faccia del tradizionale difensivismo di Guidolin: Amauri, Di Michele, Bresciano e Simplicio, tutti insieme contemporaneamente in quel Palermo che sognò lo scudetto per sei mesi e sfiorò la Champions League. Uno sbilanciamento necessario per non reprimere il talento di quella squadra.

Uno sbilanciamento che può essere paragonato a quello visto a Napoli: per la prima volta Iachini ha deciso di lanciare il tridente Vazquez-Dybala-Belotti, e in effetti solo al “San Paolo” i rosanero hanno mostrato gravi lacune in difesa. D’altronde, è anche vero che con i sette gol subiti in questo inizio di campionato i rosa si stanno comportando meglio dell’infausta gestione Sannino-Gasperini. Nel disgraziato 2012, i gol subiti nelle prime quattro giornate furono otto, addirittura sei nelle prime due partite. Numeri, ma soprattutto sensazioni, che non appartengono a questo Palermo, punito finora più da errori individuali che da un’errata impostazione difensiva.

Il pareggio della Sampdoria arriva da un errore individuale sulle marcature in un calcio da fermo, così come il primo gol del Napoli. Le due reti del Verona arrivano per un rigore dubbio, sempre da azione di calcio piazzato, e da uno svarione di Pisano e Sorrentino. Un altro svarione, stavolta di Bamba, ha aperto un’autostrada a Callejon, mentre un rinvio errato di Barreto dà il via all’azione del gol di Zapata. A livello globale, insomma, la difesa del Palermo è stata compatta. Certi errori, soprattutto da gente al primo impatto con la massima serie, dovranno essere limati col tempo. D’altronde, e questo si sapeva, il rischio di puntare su giocatori giovani e inesperti sta proprio in questi piccoli errori, che possono costare caro.

Non dimentichiamo inoltre le assenze di Muñoz e Gonzalez. L’argentino, nella passata stagione, è stato a mani basse il miglior difensore della serie B. La sua assenza, anche a livello di carisma, sta pesando più del dovuto: Andelkovic sta facendo benissimo nella sua posizione, ma gli altri titolari stanno iniziando a stentare. Sarà tutto da vedere invece l’impatto del centrale della Costa Rica. Per carisma ha ben poco da invidiare a Muñoz, per esperienza, invece, torniamo nuovamente al discorso di prima. Un Mondiale e qualche campionato in Norvegia e nella MLS non bastano a dare certezze. Chi lo ha preso, però, lo ha fatto principalmente per le sue doti di “caudillo” al centro del reparto arretrato. In attesa del rientro dei suoi due perni difensivi, però, il Palermo deve correre ai ripari. E se proprio non si riesce a non subire gol, si segua l’esempio del Palermo di Guidolin, tanto caro a Zamparini.


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