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Più cellulari che persone

E, di paradosso in paradosso, ci sono più persone che hanno accesso ad un cellulare di quante abbiano a disposizione un wc.

Per la prima volta nella storia, i telefonini supereranno per numero gli esseri umani. La “Mobile Economy” cresce in modo esponenziale, e già alla fine di marzo gli abbonamenti di telefonia mobile associati a una SIM (ovvero le “subscription”) toccavano la quota di 6,8 miliardi. Per il prossimo anno si prevede il verificarsi di un evento emblematico: il numero totale di abbonamenti supererà quello degli abitanti della Terra.

L’ultimo “Mobility Report” di Ericsson ha annunciato che, a breve termine, vi sarà il sorpasso storico. Dai numeri che la società svedese ricava dalle misurazioni di traffico dati su oltre cento reti mobile nel mondo, si evince che tra sei anni tale traffico sarà dieci volte quello odierno e in Europa vi saranno più smartphone che abitanti. Gli abbonamenti alla banda larga mobile continueranno a crescere fino a raggiungere i 7,6 miliardi entro i prossimi cinque anni, rappresentando così oltre l’80 per cento (erano il 30% nel 2013) del totale delle sottoscrizioni (per il 2019 si ipotizzano 9,2 miliardi di abbonamenti).

Nel nostro continente attualmente ci sono un miliardo e centomila abbonamenti, e si prevedono venti milioni di nuove sottoscrizioni entro la fine dell’anno: questo significa che in Europa, nel 2019, l’ottanta per cento della popolazione (50% Occidentale e 30% Orientale) sarà coperta da reti LTE (acronimo di Long Term Evolution, ovvero la più recente evoluzione degli standard di telefonia mobile cellulare, nata come nuova generazione per i sistemi di accesso mobile a banda larga), e la penetrazione sarà del 30 per cento, mentre nel Nord America si arriverà a una copertura dell’85%. Nel medesimo anno, si prevede che il 95% della popolazione del Nord Est Asiatico sarà raggiunta da questa tecnologia, con livelli di penetrazione del 45%, e che in Cina ci saranno più di 700 milioni di abbonamenti, pari a più del 25% delle sottoscrizioni globali. In grande crescita anche l’India (circa 800 milioni) e il continente africano, a quota 835 milioni di SIM.

Occorre rilevare che il traffico generato dagli smartphone è superiore a quello di pc, tablet e router, ovviamente perché i primi sono molto più numerosi: basti pensare che di tutti i telefoni venduti nel primo trimestre 2014, il 65% erano smartphone. Lo scorso giugno, un altro studio, parimenti condotto da Ericsson, “Consumer Lab”, aveva peraltro evidenziato come in Italia vi siano già più smartphone che cellulari, rivelando altresì che sempre più persone accedono a internet via mobile, sia da smartphone (il 62% degli intervistati dichiara di usarlo quotidianamente) che da tablet (28%), e che è in aumento il numero di utenti che ogni giorno accede a servizi in mobilità, ad esempio instant messaging (34% degli utenti mobili nel 2014, contro il 20% nel 2013) e social networking (il 31% rispetto al 21% dell’anno scorso).

Il nostro Paese, nei fatti, anticipa un trend mondiale, il secondo “sorpasso”, che avverrà nel 2016: gli smartphone supereranno i telefoni mobili “basici”. E, alla fine del 2019, su 9,2 milioni di subscription totali, 5,6 (quindi oltre il 60%) faranno capo a uno smartphone. In particolare, in Europa, dove tra sei anni ci saranno più smartphone che abitanti, gli abbonamenti arriveranno a quota 765 milioni. E il 2015 sarà dunque l’anno in cui le subscription supereranno in numero la popolazione mondiale.

Altro trend di primissimo piano è la crescita del traffico dati, aumentato del 65% tra il primo trimestre 2013 e il primo trimestre 2014, che da qui al 2019 risulterà decuplicato, e non solo, come si è detto, per la iperdiffusione degli smartphone, ma anche in forza della grande crescita della fruizione dei video. Il mobile traffic legato a film, sport, musica e altri video nel 2019 sarà addirittura tredici volte maggiore dell’attuale, e costituirà più di metà del traffico dati totale. Anche nel nostro Paese il consumo di video cresce. Il 69% degli utenti Internet guarda brevi filmati online su base settimanale mentre un internauta su due guarda interi film o episodi di serie Tv online. Questa tendenza genera la domanda di una connessione Internet più veloce; sicché un italiano su cinque si dichiara disposto a sottoscrivere entro breve termine un abbonamento LTE.

Dal dato economico a quello sociologico. I cellulari, con le loro potenzialità di comunicazione, sono strumenti di miglioramento della qualità della vita anche per le popolazioni delle aree più povere del mondo, dalle quali comunicare non sarebbe altrimenti possibile; per fare un esempio, il sistema della ricarica internazionale, o international top-up, muove ogni anno 400 miliardi di dollari, che vengono trasferiti sotto forma di invio di denaro dall’estero, e rappresenta una possibile alternativa, per molti migranti, per mandare denaro alle famiglie rimaste in patria. Una ricerca di Ding, il maggior fornitore globale di servizi top-up, riferisce che i proprietari di cellulari provenienti dai Paesi in via di sviluppo sono disposti persino a rinunciare a fare la spesa pur di ricaricare i cellulari dei loro familiari, e conferma che il 44% dei clienti considera il servizio top-up essenziale. Nei Paesi in via di sviluppo, nonostante il 60% delle persone viva con meno di 2 dollari al giorno, quasi tutti possiedono un telefonino. Un dato eclatante riferito dai ricercatori: nel mondo ci sono più possessori di un telefono cellulare che di uno spazzolino da denti.

E, di paradosso in paradosso, ci sono più persone che hanno accesso ad un cellulare di quante abbiano a disposizione un wc. Uno studio delle Nazioni Unite conferma che, su una popolazione mondiale di sette miliardi di persone, sei miliardi usufruiscono di un telefonino, mentre solo quattro miliardi e mezzo possono utilizzare un bagno. In buona sostanza, un miliardo e mezzo di persone al mondo può telefonare, ma non ha il wc nel luogo di dimora.

L’analisi, diffusa in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, condotta per evidenziare il problema della mancanza dei servizi sanitari di base per una buona parte degli abitanti del pianeta, tocca un argomento di scottante attualità, la morte per l’assenza delle più elementari forme di igiene sanitaria, e costituisce, con l’assurdo che i risultati resi noti rappresentano, una vera e propria denuncia. I servizi igienici hanno un ruolo chiave nella prevenzione, e dovrebbero essere ben più importanti dei telefoni, senza nulla togliere al valore della comunicazione. Sembra ovvio. Ma ogni anno 750.000 persone perdono la vita a causa della dissenteria causata dalla loro mancanza, come da quella delle fognature e dell’acqua potabile. Si tratta spesso di bambini sotto i 5 anni, costretti ad espletare i bisogni fisiologici all’aperto, con la conseguente diffusione di malattie infettive.

Mettere a confronto il numero dei telefonini con quello dei water permette di sottolineare meglio questo paradosso grottesco. In India, ad esempio, un miliardo di persone utilizza un cellulare, ma, secondo le stime dell’Unicef, solo la metà della popolazione usa la toilette per i propri bisogni (significa, in numeri, che 620 milioni di indiani ne sono privi) e tra le cause principali della malnutrizione, che in India affligge il 48% dei bambini, ci sono la diarrea e i vermi intestinali associati alla contaminazione dell’acqua potabile. Nella popolosissima Cina, poi, sono 14 milioni le persone che vivono prive di servizi igienici, mentre i possessori di telefonino sono 986 milioni.

Entro il 2015 le Nazioni Unite vorrebbero raggiungere il traguardo fissato dal Millennium Development Goal dimezzando la quota di persone senza accesso a servizi igienico-sanitari, intervenendo sulla rete fognaria e affrontando il dramma della carenza di acqua potabile in certe aree del mondo. Un progetto della Fondazione Bill e Melinda Gates, per provare a risolvere il problema di paesi nei quali “vi sono più cellulari che bagni”, lancia l’idea di “reinventare” il wc programmando un servizio che utilizzi energia a microonde per trasformare gli escrementi in elettricità, ricicli l’urina per lo sciacquone e trasformi le feci in carbone. Si tratta di una tecnologia complessa e costosa che, se funzionasse, potrebbe debellare una piaga globale.

Un’ultima curiosità. Nel mondo occidentale si calcola che almeno una volta nella vita capiti l’imbarazzante accidente di far cadere lo smartphone nel water. Tanto che il web dedica vari siti alle modalità di “recupero” del proprio telefono dopo il drammatico evento, causato dalla frenesia di continuare a giocare o messaggiare mentre si è impegnati in attività privatissime. “Mi è caduto il cellulare nel water, che devo fare?” è una domanda alla quale si affannano in molti a rispondere su Yahoo answer e siti simili: segno che il “terribile incidente” è più frequente di quanto non si possa pensare. Fra i rimedi più curiosi forniti dalla rete, si trova il seguente suggerimento: estratta la batteria, dopo aver asciugato il telefonino, bisognerebbe metterlo in un barattolo con del riso crudo. Sembra che l’umidità si trasferisca dal cellulare al riso, proprio come accade per i chicchi che, a tale scopo, vengono inseriti nelle saliere. Provare per credere.

Si impone una riflessione. Molti non corrono certi rischi, e non perché evitino di portarsi in bagno il telefonino. Più semplicemente, non hanno un bagno.

 

 


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