Proiettili per il titolare di Calicar | "Mi sento solo, ma non mi fermo" - Live Sicilia

Proiettili per il titolare di Calicar | “Mi sento solo, ma non mi fermo”

Gianluca Calì, proprietario della concessionaria di Altavilla, ha denunciato ai carabinieri l'ennesima intimidazione subita. Lasciati due proiettili calibro 38 sul terreno della sua villa di Casteldaccia. Un incubo iniziato nel 2011, quando denunciò il racket e la sua attività fu data alle fiamme.

Casteldaccia, nel Palermitano
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CASTELDACCIA (PALERMO) – Ha trovato due proiettili calibro 38 vicino al cancello della sua villa, sul terreno di sua proprietà. E’ l’ennesimo episodio inquietante che vede al centro l’imprenditore antimafia Gianluca Calì, titolare della concessionaria d’auto “Calicar” di Altavilla, la cui giornata di ieri si è conclusa con una nuova denuncia ai carabinieri. Un altro gesto macabro che potrebbe avere la firma di Cosa nostra, nei confronti di colui che, dopo avere denunciato il racket è finito nel mirino degli estorsori più volte: la sua attività commerciale fu data alle fiamme nel 2011, diversi mezzi andarono distrutti e, da allora, l’incubo sembra non avere mai avuto fine.

La scia di intimidazioni è infatti proseguita con telefonate anonime con cui è stato minacciato di morte a marzo e luglio dello scorso anno, all’inizio del 2014 e fino a pochi giorni fa. “Prima a rispondere era una voce metallica – racconta – adesso si limitano a stare in silenzio. La scorsa settimana è arrivata al mio cellulare l’ennesima chiamata da numero anonimo. Mi trovavo a Milano. Una volta giunto a Palermo ad attendermi ci sarebbe stata l’ennesima inquietante “sorpresa”. Stavo controllando il terreno che circonda la villa per una perdita d’acqua quando ho trovato i due proiettili. Qualcuno li aveva lanciati al di là del cancello dall’esterno. Uno era stato esploso. Stordito, ho chiamato i carabinieri”.

Un nuovo episodio di quello che Calì stesso ormai definisce un “film”. “Già – prosegue – a volte questa realtà è per me difficile da accettare, ma non posso fermarmi. Il mio percorso di legalità proseguirà, andrò sempre avanti con tutte le mie forze nonostante i tentativi di chi vuole intaccare la mia serenità”. I proiettili trovati ieri sera davanti alla villa di Casteldaccia sono stati sequestrati dai carabinieri della stazione locale che hanno avviato le indagini. “Sono loro a darmi conforto, a farmi sentire al sicuro. Li ringrazio di cuore. Insieme alla mia auto blindata rappresentano la mia sicurezza quando vengo qui a Palermo, una città in cui è facile farsi prendere dallo sconforto, ma in cui voglio continuare a tornare e ad investire”.

Calì, infatti, la scorsa estate ha acquistato una “fortezza” a quattro ruote su Ebay. L’auto, un’ Audi A6 2.7 turbo, dal valore di 250 mila euro, era stata messa in vendita dal Ministero della Giustizia con una base d’asta di seimila euro. Unico offerente, proprio l’imprenditore di Casteldaccia che adesso la utilizza quando si trova in città. D’altronde, nonostante la richiesta del dispositivo di tutela inoltrata nel novembre del 2013 al Comitato Nazionale Ordine e Sicurezza, la scorta non gli è mai stata assegnata: “E ho deciso di proteggermi da solo – ribadisce Calì -. Avrei almeno voluto sapere se non ritengono necessario che io venga tutelato – sottolinea – perché il silenzio non è mai la risposta corretta, ma ormai sono rassegnato. Affronto da solo questa situazione, cercando quotidianamente di trovare il coraggio per me e la mia famiglia”.

Alle spalle di Gianluca Calì c’è infatti un’altra delusione. Quella della vendita non andata a buon fine dell’Hammer confiscata a Massimo Ciancimino. Un fuoristrada dalle altissime potenzialità che dopo alcuni mesi era stato acquistato da Massimiliano Achilli, titolare di una concessionaria a Milano, per 15 mila e 100 euro. “Un affare sfumato – spiega l’imprenditore – perché dopo la vendita non sono mai arrivati dall’agenzia per i Beni Confiscati i documenti necessari per il passaggio di proprietà. Dopo un anno e mezzo dal giorno in cui ero riuscito a raggiungere l’importante obiettivo, ho perso il cliente e, allo stesso tempo, non sono riuscito a recuperare le spese che avevo sostenuto per la manutenzione del mezzo”.

Oltre al danno, insomma, anche la beffa per l’imprenditore-coraggio, che lancia ancora una volta un appello a chi, come lui, si è trovato nella morsa del racket e, nonostante l’arduo cammino, non ha mai abbassato la testa. “E’ vero, io mi sento solo. Ieri sera di fronte a quei due proiettili ero sotto choc, una sensazione che mi accompagna da tempo. Ma non tornerei mai indietro. Bisogna portare aria di rinnovamento, sperare che questa terra cambi e contribuire in ogni modo. Anche cercare di fare arrivare nuovi importanti investimenti in Sicilia è fondamentale”. Per questo Calì ha avviato una nuova attività nel cuore di Palermo: l’apertura è prevista tra pochi giorni.

“Dico già sin da adesso che mai e poi mai pagherò nulla che non siano le tasse previste dallo Stato italiano. Continuerò a ribellarmi a richieste che tentano di ostacolare il mio percorso di legalità, nessuno troverà terreno fertile, in tal senso, recandosi nelle mie attività commerciali”.


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