Concetta che amava leggere | "I libri fanno paura..." - Live Sicilia

Concetta che amava leggere | “I libri fanno paura…”

La casa del delitto (foto Scifo)

Chi era Concetta Traina, la ventisettenne uccisa insieme alla madre a San Giovanni Gemini dal fidanzato che poi si è tolto la vita. Gli ultimi messaggi su Facebook.

L'omicidio-suicidio di San Giovanni Gemini
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2 min di lettura

SAN GIOVANNI GEMINI (AGRIGENTO)- Una ragazza ironica, colta, amante del cinema e di buone letture, con tantissimi amici, e tanta gioia di vivere. Era questa Concetta Traina, la ventisettenne uccisa insieme alla madre a San Giovanni Gemini (Ag) dal fidanzato che poi si è impiccato. L’ultimo suo post sul profilo Facebook l’aveva scritto ieri alle 13.33: ”Spiegatemi il senso del cuoricino messo sopra i propri selfie. Io non capisco. Vanità, sano amore per se stessi o minchitutini?”.

Concetta, figlia di un falegname, morto alcuni anni fa e di una casalinga, era una ragazza studiosa e senza grilli per la testa. Aveva frequentato il liceo scientifico e poi si era laureata in filosofia, così come il fratello Vincenzo laureato in Scienze politiche. Da poco aveva superato la prova di tirocinio formativo per l’abilitazione all’insegnamento e doveva svolgere lo scritto ad ottobre. Su Fb scriveva le sue pillole filosofiche come ”La filosofia del laccio”: ”….Ecco, provate adesso a calarvi nel mondo, provate a considerare l’intima essenza d’un laccio. Usate la fantasia miei prodi eroi, animate il tutto. Provate adesso a vedere in quel laccio la singolarità dell’umana esistenza, consideratela nella sua inestricabile adesione ad un altro laccio. Ebbene, avete appena assistito al nascere della relazione, col mondo , con le cose, con gli altri esseri…”.

”Quando ero bambina – scriveva di sè Concetta – ed ero infelice, brutta ed estranea alle consuete dinamiche infantili, elaboravo una strategia: uscivo dal mio io, ed entravo in un altro io, magari in quello della bambina più bella e fortunata e così stabilivo con quella mia fantasia una totale compartecipazione empatica. Difficile da spiegare. Però già avvertivo l’unità delle cose, l’umanità come un unico grande essere, per cui non aveva senso dolermi delle mie sventure, perché a conti fatti, per niente differivano dalle maggiori fortune. Ero capace di vedere il Tutto. Ero una strana bambina”. E forse questa ragazza che viveva in un paese di poco più di ottomila abitanti nell’entroterra siciliano a 52 km da Agrigento e a 84 da Palermo si sentiva un’estranea tra i suoi concittadini: ”Sto soltanto leggendo-studiando mentre aspetto posteggiata in macchina – scriveva su Fb – eppure la gente mi lancia occhiatacce malefiche. Forse perché non hanno mai visto un libro loro. Se stessi a sfumacchiare con lo smartphone in mano tutto ok, ma la vista di una che legge desta preoccupazione. San Giovanni Gemini città del formaggio”.

Concetta era dotata di ironia e sarcasmo ”Ho uno scarafaggio in garage. Se sale pure sopra gli intesto l’atto di proprietà della casa” scriveva e poi: ”La prossima vita a 19 anni vado a fare la commessa” e ancora ”Se mi fossi chiamata Koncetta con la k forse avrei avuto una vita più semplice”.

(Fonte ANSA)


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