CATANIA – “Siamo le maestranze del teatro più bello e rappresentativo della nostra città e stiamo protestando perché non solo ci viene negato un diritto acquisito dopo tanti anni di lavoro, ovvero un contratto a tempo indeterminato, al momento siamo tutti senza lavoro.
Siamo in 28 e per oltre 20 anni abbiamo sempre avuto contratti di undici mesi, da settembre a luglio, con agosto come stacco. Ogni anno siamo considerati dei nuovi assunti, quindi, ma in realtà il nostro sia un precariato stabilizzato.
Alla nostra stabilizzazione, forse per la prima volta, non si oppone un problema economico, ma burocratico. I soldi per i nostri pagamenti infatti, ci sarebbero, ma esiste anche una legge regionale che dal 2010 blocca le nuove assunzioni quali siamo considerati. Una legge che negli anni passati è stata scavalcata con alcune deroghe, ma non quest’anno e non sappiamo il perché. Ci sentiamo abbandonati da tutti tranne che da Antonio Santonocito e dal sindacato Snalv tanto che abbiamo anche deciso di occupare il tetto del teatro.
Nessuna notizia da parte del sindaco nonché presidente del Consiglio di amministrazione, Enzo Bianco, come pure dal governatore Crocetta. Dov’è la cultura capace di essere antimafia se il teatro è chiuso? Dov’è la rivalutazione culturale della città se il teatro è chiuso? E dov’è la vicinanza sociale ai propri concittadini? Forse nessuno si è fatto vedere perché siamo stati assunti tramite l’ufficio collocamento e non perché amici o conoscenti di tizio o caio?
Abbiamo la voglia e il diritto di lavorare onestamente. Chiediamo solo il rispetto di un diritto acquisito e non l’elemosina. Grazie per l’attenzione e la solidarietà a quanti ce ne hanno dimostrata”.
Le maestranze del teatro Massimo Bellini di Catania
