PALERMO – E’ iniziata questa mattina davanti il palazzo della Presidenza della Regione siciliana, la due giorni di protesta dei forestali siciliani. “Dopo la sospensione a soli 28 giorni di lavoro, chiediamo di essere ammessi ai cantieri di lavoro”. E’ questa la richiesta avanzata dagli operai forestali di Palermo e della provincia capoluogo, che si sono dati appuntamento questa mattina davanti la sede istituzionale del governatore Crocetta a Piazza Indipendenza, per manifestare il proprio disagio.
Infatti, le necessarie coperture finanziare per provvedere al pagamento degli stipendi dei forestali stagionali non sono ancora state trovate, nonostante la scorsa settimana fosse “passato” in Commissione Bilancio il disegno di legge che prevedeva di destinare una parte degli investimenti diretti alla Crias proprio per il pagamento degli stipendi dei forestali.
Era prevista per il 23 di ottobre la discussione in Aula sul disegno di legge approvato in commissione, discussione che però, a causa della mancanza del numero legale, non si è mai tenuta all’Ars. La scelta di attingere dalle casse del Crias (Cassa regionale per il credito alle imprese), per provvedere al pagamento degli stipendi dei forestali era stata comunque fortemente criticata.
“Ho ripetutamente avvisato gli assessori in Commissione Bilancio, – ha detto Vincenzo Vinciullo (Ncd) – che il disegno di legge, così come presentato, rischiava di essere seriamente impugnato dal Commissario dello Stato”. Inoltre: “per tre giorni, non per una giornata o per poche ore, avevamo invitato il governo a predisporre tutti gli atti conseguenziali alle perplessità da me sollevate, ma tutto è stato vano ed inutile”.
Dello stesso avviso anche il deputato Marco Falcone (FI) che parla di “Stop and go vergognoso da parte di un governo dannoso ed incapace di agire” e specificando che: “Le risorse necessarie, 19 milioni di euro, ci sono. Dieci milioni di euro si possono ricavare alla ex tabella H, tanto cara a Crocetta, altri 9 possono giungere dalla riduzione orizzontale del 6% dell’allegato 1 della Finanziaria. Nessun nuovo esborso dunque, solo la necessità di guardare ai conti con maggiore senso di responsabilità di quanto non faccia da sempre l’esecutivo, incapace di razionalizzare la spesa e di perseguire un cambiamento virtuoso”.
Pertanto, senza alcuno stipendio e senza reali prospettive di lavoro o retribuzione è montata la protesta dei cosiddetti “settantottisti”, lavoratori stagionali della forestale che, per legge, devono effettuare complessivamente 78 giornate lavorative per ciascun anno, scesi in piazza con il coordinamento delle tre sigle sindacali Flai-Cgil, Fai Cisl e Uila Uil.
“Ci promettono che a breve saremo avviati nuovamente alla nostra attività di forestali stagionali, ma senza le coperture nessuno si prende la briga di poterci assumere”, lo riferisce Giovanna, lavoratrice della forestale di Piana degli Albanesi, la quale aggiunge che: “quando si muove la massa perché spinta dalla fame si sa come va a finire…E noi abbiamo fame.”
Intanto al mondo dei forestali arriva anche la solidarietà del sindaco di Palermo e Presidente di Anci Sicilia Leoluca Orlando: “L’Anci Sicila esprime la propria solidarietà ad un categoria storica di lavoratori, augurandosi che al più presto tali professionalità possano essere utilizzate al meglio e al servizio del territorio e dei comuni siciliani”.
Certamente la protesta di oggi non rimarrà isolata, è prevista infatti per domani una nuova giornata di contestazione sempre davanti Palazzo d’Orleans, che vedrà questa volta la partecipazione di tutti i lavoratori della forestale regionale. Sono infatti attesi oltre 20.000 lavoratori.
“La Regione ha individuato quattro milioni e mezzo di euro per l’avvio immediato al lavoro dei forestali”. Lo ha annunciato oggi il governatore, Rosario Crocetta, che ha incontrato assieme ai dirigenti dei dipartimenti Agricoltura e Foreste, Ambiente e della Ragioneria generale, una delegazione sindacale dei lavoratori. Le risorse sono necessarie per garantire l’avvio di tutti i lavoratori che erano stati sospesi e che rischiavano di non poter completare le previste giornate lavorative.
