Precari del pubblico impiego |Sit in di fronte la Prefettura - Live Sicilia

Precari del pubblico impiego |Sit in di fronte la Prefettura

Molto nutrita la protesta dei lavoratori, indetta dalle segreterie provinciali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, in seguito allo stato di agitazione del personale con contratto a tempo determinato della pubblica amministrazione.

CATANIA – Circa duecento, i precari delle pubbliche amministrazioni, che si sono dati appuntamento stamani, di fronte la Prefettura, per chiedere risposte ai governi regionale e nazionale. E’ stata molto nutrita la protesta dei lavoratori, indetta dalle segreterie provinciali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, in seguito allo stato di agitazione del personale con contratto a tempo determinato e in a.s.u. (attività socialmente utili), in forza presso gli enti della Sicilia. Una manifestazione che si è svolta simultaneamente nelle nove province siciliane: sono circa 25 mila in tutta la Sicilia, infatti, i precari che chiedono la stabilizzazione. Tremila sono a Catania.

“Siamo molto preoccupati – soiega Gaetano Agliozzo, segretario della Fp Cgil – perché il 31 dicembre scadrà la proroga per i precari della pubblica amministrazione e perché, in questo tempo, non vi è stata alcuna iniziativa da parte della Regione in questo senso. Con le finanze dei Comuni ridotte all’osso e la sensibile diminuzione dei trasferimenti – aggiunge – serve un impegno concreto”.

Ed è proprio ai Comuni che si rivolge la deputata regionale del Pd, Concetta Raia, presente al sit-in. “Hanno le loro respionsabilità – dice. L’anno scorso – continua – c’è stata una mobilitazione enorme dei deputati regionali, che ha spinto versi il governo centrale. Ma i comuni dovevano preparare le piante organiche per iniziare il processo di stabilizzazione che avrebbe consentito di pressare maggiormente il governo. Alcuni, purtroppo, non lo hanno fatto. Eppure – prosegue – basterebbe avviare questo percorso per ottenere la deroga”.

Sui risvolti sociali della vicenda interviene, invece, il segretario FP Uil, Stefano Passerello. “Il dramma di questi lavoratori è doppio – afferma – perché non lavorare significa anche non poter tirare avanti nel presente e non poter programmare un futuro. Lavoro – conclude – significa dignità”.


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