Chiude La Cartiera; "Non c'è | sicurezza, non c'è progetto" - Live Sicilia

Chiude La Cartiera; “Non c’è | sicurezza, non c’è progetto”

Parla Renato Lombardo (al centro nella foto): "Al mio rientro a Catania da Parigi, dove avevo vissuto per 8 anni, ho trovato un centro storico degradato in mano a spacciatori, prostitute, parcheggiatori abusivi, alcolizzati, bande minorili di bulli, senza nessun progetto culturale per il rilancio del salotto, cuore di Catania".

CATANIA. Chiude uno dei locali storici di Catania: La Cartiera – Brass Jazz Club. E tra le cause della chiusura ci sono anche le condizioni di insicurezza del centro storico. Questa la lettera di commiato di uno degli “investitori”, Renato Lombardo. 

“Con questa lettera aperta vi annuncio la definitiva chiusura del BRASS JAZZ CLUB – LA CARTIERA di CATANIA e la sospensione delle attività concertistiche delle Associazioni per la Musica Jazz THE BRASS GROUP di CATANIA, ACIREALE e MESSINA. I motivi che ci spingono a questa decisione sono quelli che da 4 anni denunciamo quasi ogni sera e che a tutt’oggi non hanno avuto il benché minimo riscontro da nessuna delle parti chiamate in causa.

In breve, ad oggi chiudiamo perché:

– non abbiamo più contributi regionali sufficienti per sostenere l’attività concertistica, anzi siamo in arretrato di 3 anni e attendiamo l’esito di un ricorso al TAR;

– le condizioni di sicurezza e di degrado del centro storico sono peggiorate anche rispetto a 4 anni fa e non siamo in grado di garantire sicurezza e decoro al nostro pubblico;

– al momento non si riesce ad avviare una progettualità di rilancio culturale con l’assessorato al centro storico del Comune di Catania;

– la proprietà ha chiesto l’impegno ad un acquisto d’azienda che noi, con il bilancio delle nostre attività culturali, non possiamo permetterci, ma che altri hanno immediatamente sottoscritto, forse nella prospettiva d’installare un ulteriore locale per la vendita di “shortini”.

Tutte queste e forse altre ancora le motivazioni che ci portano alla chiusura del Brass Jazz Club La Cartiera, uno spazio che ha voluto essere un segnale per la rivalutazione culturale del centro storico di Catania attraverso la riconversione del suo primo pub in un Jazz Club di stampo internazionale che facesse da contraltare alla musica lirica e sinfonica del dirimpettaio Teatro Massimo Bellini.

Al mio rientro a Catania da Parigi, dove avevo vissuto per 8 anni, ho trovato un centro storico degradato in mano a spacciatori, prostitute, parcheggiatori abusivi, alcolizzati, bande minorili di bulli, senza nessun progetto culturale per il rilancio del salotto, cuore di Catania, salvo un’associazione dei commercianti dei pub, la maggior parte dei quali distribuisce shortini di rum e pera ad 1 euro anche ai minorenni, che pretende – e peraltro, ottiene – di essere l’unico referente per la parte dell’amministrazione comunale deputata al centro storico.

Per reagire a questo degrado, avevo proposto di riprendere la ratio originale del progetto dei caffè concerto, che io stesso avevo iniziato nel 1989 con l’attuale sindaco Enzo Bianco. Era il tempo in cui nella mia gestione del Teatro SUD si esibivano i più grandi nomi del jazz mondiale, le più importanti compagnie teatrali nazionali e centinaia di nuove produzioni locali, che allora trovarono spazio grazie ad una convenzione tra il Comune di Catania ed i teatri privati che studiai e realizzai con lo staff del Prof. Cazzola (assessore alla cultura dell’epoca) e che provocò la vera “primavera Culturale” Catanese. Oggi quella ratio dei caffè concerto, di fare della musica un mezzo di rivalutazione culturale e turistica della piazza, è degenerata in un uso chiassoso e sregolato dei live per l’esclusivo profitto dei gestori dei pub, mentre non esiste ancora un Teatro Comunale e di quella convenzione non c’è più traccia né volontà di discuterne. In questi 4 anni ho provato a conquistare una parte del territorio a favore della musica e del bello tramite l’allestimento scenografico in via Casa del Mutilato, la strada del Brass jazz Club, della Jazz Street Gallery per l’October Jazz Fest dello scorso anno, ostinandomi ad un allestimento fuori dagli schemi e forzando più di una resistenza dei tecnici del Comune di Catania grazie al supporto e alla fiducia dell’Assessore alla Cultura Orazio Licandro.

Ma il Comune, oggi, credo non abbia la forza o la possibilità politica d’agire per la ripresa del Centro Storico, sia perché impegnato con gravi problemi di bilancio, sia, ritengo, per la scarsa competenza nel settore culturale da parte di chi gestisce il centro storico (cosa che rilevo essere già stata ampiamente compresa da tutta la cittadinanza). Il Brass Jazz Club – La Cartiera è stato la casa delle Associazioni per la musica Jazz The Brass Group di Catania, Acireale e Messina, riunite in un solo unico progetto dedicato alla diffusione di concerti di altissimo livello artistico e produzione di giovani musicisti siciliani, ma anche di produzioni teatrali “off” e di altre arti performative fuori dai circuiti istituzionali. Un grande successo sicuramente per la risposta del pubblico, ma che da solo non basta neanche a sostenere le spese di gestione dell’immobile, per non parlare dei costi di produzione che implica un’attività culturale intensa e di così alto livello artistico: costi che necessitano di contributi, per altro previsti per legge, da parte delle istituzioni pubbliche, e nel nostro caso, in particolare, da parte della Regione Siciliana.

Dal 1984 riceviamo contributi Regionali per l’attività concertistica delle tre Associazioni Jazz THE BRASS GROUP di Catania (fondata nel 1978), di Messina (fondata nel 1974) e dal 1987 per l’Associazione di Acireale (fondata nel 1984). Oltre 100 anni di jazz tra le 3 strutture, che da 15 anni chiediamo di riunire in una sola grande associazione per la Sicilia orientale, non bastano alla Regione Siciliana a riconoscerne i meriti e garantirne le giuste economie per la sopravvivenza. Dal 2011 la Regione Siciliana ha passato le competenze dei contributi per le attività concertistiche dall’Assessorato ai Beni Culturali all’Assessorato al Turismo, che ha stravolto la ratio della legge per la concertistica penalizzando la ricerca e le associazioni storiche, prime tra tutte le nostre. Dopo 33 anni di carriera da operatore culturale posso dire che in Sicilia stiamo attraversando il periodo più buio che io abbia mai conosciuto in questo settore. Oltre ad una crisi economica, registro una crisi di valori ed incentivi culturali da parte della classe politica regionale che non valorizza le professionalità culturali dell’isola, ma anzi le ignora e spesso le umilia.

Registro anche una disgregazione tra gli operatori culturali siciliani che non aiuta certo a superare la crisi. Pensate che quasi nessuno dei direttori artistici delle associazioni musicali catanesi ha mai messo piede al Brass Jazz Club. Questi “operatori culturali” con i loro rancori, eccessi d’ego e di critica hanno distrutto l’armonia di un settore che dovrebbe solo brillare per talenti ed eccellenze e che potrebbe essere una grande risorsa anche turistica. Al Brass Jazz Club, con oltre 650 eventi in 4 anni, sappiamo di aver dato grandi emozioni e speranza di risveglio culturale a tantissime persone, oltre 40.000 presenze: tra loro i nostri numerosi Membership, che ringrazio per la loro assidua e affettuosa partecipazione e che con l’attenzione ai concerti hanno reso prestigiosa e unica l’atmosfera jazz del nostro club. Così come ringrazio gli oltre 2.000 artisti che ci hanno onorato della loro presenza, spesso a compensi ben lontani dai loro standards ed a volte anche gratuitamente. Pochi nomi tra tutti (e non me ne vogliano gli altri ma solo questione di spazio mi impedisce di citarli tutti): Stefano Bollani, Enrico Rava, Paolo Fresu, Francesco Cafiso, Stanley Jordan, Steve Grossman, Irio De Paula, Rosario Giuliani, Javier Girotto, Fabrizio Bosso, Barbara Casini, Dino Rubino, Seby Burgio…

Ringrazio tutto il personale, che con entusiasmo e professionalità ha collaborato a rendere l’atmosfera del bar e del ristorante piacevole e conviviale. Ringrazio la stampa, anche on line, che ha puntualmente seguito la nostra programmazione. E’ stata una bella avventura, ma non poteva continuare tutto sulle mie spalle: ogni appello per un programma di resistenza e sostegno è caduto nel vuoto e nell’indifferenza da parte dei politici, degli imprenditori, dei “colleghi” e di una certa parte della società “colta” catanese che, forse per stanchezza o per noia di tanti anni di buio culturale, ha perso l’appetito della ricerca e segue con svogliatezza e senza il necessario entusiasmo l’evolversi delle proposte culturali della città.

Per salutare affettuosamente ancora una volta il pubblico del Brass Jazz Club e non interrompere il rapporto in maniera fredda e distaccata solo attraverso un comunicato stampa, il 2 e 3 dicembre al Centro ZO di Catania, proporrò due concerti di PAOLO FRESU & DINO RUBINO, seguiti da un dibattito con il pubblico sullo stato della cultura a Catania. Nonostante tutto io continuerò comunque la mia attività di operatore culturale per la mia città. Ora, infatti, libero da impegni di gestione, con grande piacere anche intellettuale e culturale, collaborerò all’organizzazione di PALCO OFF, una rassegna di teatro nazionale, con la direzione di Francesca Vitale, che si terrà dal 14 novembre al 9 maggio 2015 alla sala Chaplin di Via Terranova ed al teatro Machiavelli di P.zza Università.

Poi, come avevo promesso ai miei amici e colleghi, continuando a perseverare sull’obiettivo di rivitalizzare culturalmente il cuore di Catania e coinvolgere maggiormente il pubblico nelle attività artistiche nonostante la chiusura del Brass Jazz Club, mi dedicherò anche alla direzione del CAP 95131 – Comitato Arti Performative, centro storico di Catania – , che ho fondato a maggio scorso insieme alle sei strutture artistiche che insistono nel centro storico di Catania: TEATRO DEL CANOVACCIO, SCENARIO PUBBLICO, SALA CHAPLIN, IL GATTO BLU – SALA HARPAGO, SALA HERNANDEZ , TEATRO TEZZANO.

Infine, mi auguro che questa mia lettera aperta possa servire a ribadire un mio piccolo ma accorato messaggio: una società che non viene nutrita dalla condivisione collettiva dell’arte e della cultura non ha identità e tende all’abbrutimento e alla violenza”

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI