Bellini, lavoratori lasciano il palco |Ritardo per Montecchi e Capuleti - Live Sicilia

Bellini, lavoratori lasciano il palco |Ritardo per Montecchi e Capuleti

La decisione di sospendere la protesta è arrivata dopo le rassicurazioni che in settimana ci sarà una riunione del Cda.

teatro Massimo
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CATANIA – Aggiornamento 20.30. Sono scesi dal palco del teatro Massimo Bellini i lavoratori che questo pomeriggio ne avevano deciso l’occupazione per protesta contro il mancato contratto lavorativo che gli spetterebbe.”Abbiamo avuto rassicurazione da Massimo Rosso, il capo di gabinetto del Comune di Catania che tra giovedì e venerdì si farà una riunione con il consiglio di amministrazione proprio per la nostra questione”, riferisce Salvo Agosta, uno dei lavoratori del teatro.
“Ancora una volta i lavoratori si sono fidati dell’amministrazione anche se la strada appare nebulosa e difficile”, afferma Antonio Santonocito, respopnsabile regionale Snalv, – Sindacato Nazionale Autonomo Lavoratori e Vertenze – aderente alla Confsal. “Ma dov’è Crocetta e la giunta? Perché solo belle parole e mai fatti concreti dalla parte dei lavoratori?”, conclude. Dopo un’ora e mezza di ritardo lo spettacolo Montecchi e Capuleti è andato in scena.

Pochi giorni di contratto già finiti e si torna punto e a capo. I lavoratori del teatro Massimo cittadino hanno quindi deciso di interrompere lo spettacolo in programma per le 17,30 di questo pomeriggio occupando il palco. “Qui siamo e qui rimaniamo”, affermano all’unisono. Ancora una volta un nulla di fatto, ancora una volta una presa in giro per i lavoratori che reclamano il diritto di essere assunti a tempo indeterminato come prevede la legge, ma che invece sono a casa senza lavoro e quando vengono assunti è solo per pochi giorni.

Dopo oltre un mese di protesta sul tetto del teatro nessuno ha saputo trovare una soluzione al loro problema, né a livello locale che regionale, così già la scorsa settimana hanno portato la protesta dal tetto al palco. Lo spettacolo alla fine è andato avanti però, date le rassicurazioni del sindaco Bianco di un pronto ritorno a lavoro. Per una quindicina di loro è stato anche stipulato un contratto dal 28 ottobre al 4 novembre, ma proprio oggi scadono questi ultimi contratti di soli cinque giorni e all’orizzonte non si vede nulla se non il solito fumo nebbioso.

“Sono contratti mortificanti”, afferma Antonio Santonocito, responsabile regionale Snalv – Sindacato Nazionale Autonomo Lavoratori e Vertenze – aderente alla Confsal. “Non è dignitoso lavorare cinque giorni dopo mesi di fermo e soprattutto dopo anni di precariato che dovrebbe portare alla naturale assunzione definitiva. Qui le cose vanno al contrario di come dovrebbero e non solo le maestranze non vengono assunte con il giusto contratto, non vengono proprio messe a lavoro neanche con contratti determinati come quelli avuti fino adesso. È come dare della pasta ad un affamato per poi togliergliela subito dopo il primo boccone. Indecente”.

Diversi gli sforzi del sindacato per cercare di risolvere la situazione, tanti gli incontri richiesti con chi di dovere, sia con il sindaco di Catania Enzo Bianco che è il presidente del teatro che con l’assessore competente alla regione, ma ad oggi nulla di fatto. E non solo perché mancherebbe la volontà politica. A mancare infatti, cosa che impedirebbe anche l’assunzione a tempo determinato, sarebbe il bilancio dell’Ente, tanto che alla soprintendente Rita Cinquegrana è stato rinnovato per un altro paio di mesi il mandato, seppure dimissionaria.

Dalla Regione siciliana poi, non solo fino ad oggi non hanno risolto il problema, ma con il rimpasto di governo, cambiano anche i ruoli degli attori. “Abbiamo una politica che se ne frega, impegnata solo a spartirsi le poltrone e che sono lontani anni luce dalle esigenze reali dei cittadini”, conclude, il responsabile Sanlv, Antonio Santonocito.

 


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