Consiglio, Orlando sempre più solo | Il Pd: "Il sindaco resetti tutto" - Live Sicilia

Consiglio, Orlando sempre più solo | Il Pd: “Il sindaco resetti tutto”

Sala delle lapidi

Numeri ballerini, sedute che saltano, un Piano triennale delle opere pubbliche che resta al palo. A Sala delle Lapidi equilibri sempre più precari. Il segretario dei democratici Miceli: "Città allo sbando, viviamo un Cammarata ter, ci sono solo disastri".

PALERMO – Numeri ballerini, sedute che saltano, un Piano triennale delle opere pubbliche che resta al palo ma soprattutto equilibri d’Aula sempre più precari. A Sala delle Lapidi, per la maggioranza orlandiana, non si respira certo una bella aria: dopo lo scivolone della delibera sui servizi a pagamento della Polizia municipale, bocciata e costata l’espulsione a due componenti del Mov139, ieri l’ormai ex maggioranza non è riuscita a garantire il numero legale nonostante il generoso apporto di parte delle opposizioni.

Non che fosse una sorpresa: il sindaco conta su 19 consiglieri su 50 ed è quindi normale che per aprire una seduta (specie quando il numero legale minimo è di 26 consiglieri) ormai serva il contributo delle altre forze politiche. Ma è anche vero che ieri, a far mancare i numeri, è stato il Pd che è rimasto (quasi completamente) fuori dall’Aula. Il Mov139, per giunta, non era nemmeno a ranghi completi con 14 presenti su 19, a cui si sono aggiunti i forzisti Giulio Tantillo, Andrea Mineo, Giuseppe Milazzo, Mimmo Russo, gli Idv Paolo Caracausi e Filippo Occhipinti, l’espulso Cosimo Pizzuto (entrato a differenza del compagno di epurazione), il rappresentante del Megafono Pino Faraone e il democratico Giovanni Lo Cascio (anche se il suo partito nega eventuali fratture).

Il sindaco, da tempo, non ha più la maggioranza d’Aula ma finora non ha avuto grossi problemi, grazie al feeling mai celato con pezzi sia del centrodestra sia del centrosinistra. Una sorta di asse trasversale che ha consentito l’approvazione di atti di peso, come nel caso della Tasi, e che finora ha retto. Ma che adesso, complici i numeri, potrebbe non essere sempre sufficiente, almeno quando si tratta di aprire una seduta con 26 presenti. A dare il via alle danze, ieri, è stato in mattinata Angelo Figuccia (al Misto anche se padre del vicecapogruppo dell’Ars) che ha scritto una lettera ai 31 colleghi di minoranza: “Mi aspetto che i miei colleghi d’opposizione, cioè tutti quelli che non fanno parte del Mov139, non si trasformino in stampella del sindaco e restino fuori dall’Aula. Orlando prenda coscienza che ormai quasi tutti lo hanno abbandonato, anche chi era stato eletto con lui, e ne tragga le dovute conseguenze: si dimetta e permetta a Palermo di scrivere una nuova stagione”. Un appello non raccolto da Forza Italia, che è praticamente entrata compatta, ma che ha fatto breccia altrove.

“Non teniamo più il numero a nessuno – tuona il segretario provinciale del Pd Carmelo Miceli – ciascuno si assume le proprie responsabilità, la nostra uscita è stata un atto politico. La città è allo sbando, qualcuno si fermi: anziché rilanciare su Crocetta o Renzi, guardi a se stesso, si fermi e resetti come si è fatto alla Regione”. Un riferimento, neanche tanto velato, al sindaco Orlando con cui il Pd è sempre più in rotta di collisione. “Non è sbagliato l’equipaggio, ma la rotta – rincara Miceli – Orlando a maggio ci ha detto che questa è una giunta a tempo, che a dicembre avrebbe tirato le somme. Manca un mese alla verifica e l’esito non è certo positivo: ci sono gli stessi problemi di sei mesi fa, anzi forse anche peggio. Si agisca per evitare disastri come il Palazzetto dello sport, sotto sequestro da anni e che è rimasto quello che era anche in questi due. Non accetto che a lasciarlo in quello stato sia il sindaco che aveva l’ambizione di fare di Palermo la capitale dello sport. Siamo alla politica degli annunci: Orlando perde pezzi, ha sempre meno numeri e non può che fare affidamento sul centrodestra. Chiarisca una volta per tutte che maggioranza ha, perché l’impressione è che questo sia un Cammarata ter. In linee programmatiche e maggioranza rispecchia Cammarata, il timore è che anche il destino della città sia quello dell’ex sindaco”.

“Il Pd è rimasto fuori dall’aula, ascoltando l’appello di Figuccia – replica il capogruppo degli orlandiani Aurelio Scavone – stare fuori dall’aula con un numero legale fissato a 20 consiglieri può avere un senso, ma non a 26: così, cosa si è dimostrato? Non c’è un criterio politico, questa è una sfiducia del consiglio. Se il Pd vuole, raccolga le firme e mandi a casa il consiglio, quello di oggi (ieri per chi legge, ndr) è un atto grave. È la stessa cosa della delibera sui vigili urbani, presentano emendamenti e poi si astengono sapendo che non c’è una maggioranza in Aula”.

Figuccia, a seduta saltata, ha esultato: “Dieci consiglieri, però, sono entrati regolarmente a Sala delle Lapidi, ma non sono riusciti a garantire l’inizio della seduta. Non vorrei che quest’ultima decina di consiglieri rappresentino l’antipasto di una nuova variopinta maggioranza che faccia da stampella al sindaco”.

“Il gruppo Forza Italia è entrato compatto, non vi sono motivi politici per non entrare – dice Giulio Tantillo – è evidente che il Mov139 non doveva dimostrare nulla, sappiamo che sono 19 sono e 19 restano. Non ci facciamo strumentalizzare da parte di nessuno: una seduta a vuoto è un danno, il problema non è il gettone ma l’apparato che c’è dietro. Paghiamo i vigili, i portieri, i commessi, la luce che costano denaro pubblico e su questo non siamo d’accordo. A volte si può anche uscire ma per battaglie politiche, non per pensare di fare la stampella al Pd. Facciamo opposizione ma in aula, non fuori”. “I consiglieri comunali tutti – dice il deputato regionale Giuseppe Milazzo – indipendentemente dalle appartenenze politiche, sono chiamati a entrare in Aula e a confrontarsi sui problemi concreti della città. Non c’era miglior momento del Piano triennale, che riguarda la riqualificazione della città. Trovo irresponsabile non entrare in Aula, dopo aver convocato uffici, dipendenti comunali e forze dell’ordine per far andare la seduta deserta. Questo va solo contro i cittadini e non contro questa maggioranza che fa capo a Orlando e che in questo momento si è sfaldata, ma proprio per questo abbiamo il dovere di prendere in mano il consiglio comunale per avanzare al sindaco proposte risolutive ai problemi dei palermitani. Questa è la posizione ufficiale di Forza Italia, altre sono a titolo personale. Certi consiglieri sono sempre stati presenti quando si trattava di tasse e quando parliamo di opere pubbliche non si presentano?”. “Sono entrato in Aula insieme ad altri colleghi delle minoranze mosso da senso di responsabilità – dice l’azzurro Mineo – constato però l’ennesimo inciampo di quella che dovrebbe essere la maggioranza. Mi chiedo e chiedo ai nostri colleghi se non sia opportuno prendere dei provvedimenti drastici”. “Sicuramente l’atteggiamento di alcuni consiglieri comunali, che cercano solo visibilità mediatica, fanno più danno alla città che altro – dice Giuseppe Federico – questa è una opposizione distruttiva, la posizione di Forza Italia è di essere propositiva e correggere le delibere dell’amministrazione, oggi più che mai, essendo che il sindaco non ha più la maggioranza. Bisogna essere presenti in Aula e dare una direzione diversa al consiglio comunale veicolando le delibere nel senso giusto, ancora una volta per colpa di una opposizione distruttiva hanno pagato i palermitani”.

Il consiglio tornerà a riunirsi oggi alle 19, partendo sempre dal Piano triennale che è un atto propedeutico al bilancio, poi dovrebbe toccare al piano delle alienazioni, alla manovra preventiva, al piano farmacie, all’assestamento: insomma, un programma mica male per una maggioranza che deve fare i conti con numeri sempre più risicati e trappole d’Aula pronte a scattare a ogni piè sospinto. Rispetto al 2012, anno dell’elezione, Orlando ha perso 11 consiglieri: Loris Sanlorenzo, Sandro Leonardi, Serena Bonvissuto e Luisa La Colla, andati al Pd, Paolo Caracausi e Filippo Occhipinti rimasti in Idv, gli espulsi Lo Nigro e Pizzuto, Giorgio Calì in Drs e Orazio La Corte e Maurizio Lombardo, andati in Leva Democratica. Una diaspora, a meno di metà del mandato, che potrebbe non essere ancora finita.

“Dopo la bocciatura della delibera sui servizi a pagamento dei vigili, la ormai ex maggioranza del sindaco Orlando ieri ha fatto ancora flop non riuscendo ad aprire la seduta di consiglio. Dimostrazione di un Mov139 non più autosufficiente, cui non basta neanche il soccorso del centrodestra e di Forza Italia in primis per aprire la seduta: il primo cittadino prenda atto di non avere i numeri in Aula e si apra un dialogo sulle cose importanti da fare per Palermo. Noi, per senso di responsabilità, siamo pronti a dialogare e a dare il nostro contributo non per il sindaco, ma per la città che ne ha davvero bisogno”. Questo quanto dichiara il consigliere comunale del Pd Sandro Leonardi.


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