Scandalo Ciapi, il Riesame: | "Gentile non andava arrestato" - Live Sicilia

Scandalo Ciapi, il Riesame: | “Gentile non andava arrestato”

Luigi Gentile

Il Tribunale del Riesame di Palermo ha annullato l'ordinanza di custodia cautelare emessa nel 2013 nei confronti dell'ex deputato regionale Luigi Gentile, sotto processo per il cosiddetto “scandalo Ciapi”.

PALERMO – Il Tribunale del Riesame di Palermo ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare emessa nel 2013 nei confronti dell’ex deputato regionale Luigi Gentile, sotto processo per il cosiddetto “scandalo Ciapi”. A renderlo noto è lo stesso Gentile con una nota in cui spiega che “l’organo collegiale ha ritenuto infondata l’accusa di corruzione, dando seguito al pronunciamento in merito della Corte di Cassazione”. I supremi giudici, infatti, avevano scritto che “ non assumono, dalle emergenze delle indagini quali ripercorse dall’impugnata ordinanza del riesame, gli indispensabili caratteri di gravità ed univocità richiesti ai fini cautelari”. Indicazioni ora accolte dal Riesame che – si legge nella nota – spiega “come nella richiesta cautelare del pubblico ministero vi era carenza di un’elencazione delle sedute cui Gentile ha partecipato e di una descrizione delle delibere adottate nel corso di esse, in qualche modo inerenti lo sviluppo del progetto Co.Or.Ap. In sostanza, il Pm e il Gip non avrebbero dimostrato la presunta corruzione, poiché non hanno accertato come il Gentile, componente di un organo collegiale come il Comitato tecnico scientifico, costituito da undici persone, sia riuscito a favorire terze persone”.

Secondo l’accusa Gentile avrebbe ricevuto dal manager della pubblicità Faustino Giacchetto, tramite alcune società da lui controllate, alcune “utilità” – così le chiamavano gli inquirenti – tra cui il rimborso di alcune spese elettorali. Gentile, nel corso del suo interrogatorio, produsse dei documenti per dimostrare che si era dimesso dal Comitato tecnico scientifico del progetto Co.Or.Ap già nel febbraio del 2008.

“Accolgo con grande soddisfazione e sollievo la decisione de Tribunale, in quanto mi risarcisce moralmente per un torto che ritengo, fondatamente, di avere subito – dichiara Gentile -. Continuo ad avere fiducia nel lavoro della magistratura, convinto, come lo sono stato fin dall’inizio, che la verità dei fatti alla fine verrà a galla e metterà il sigillo sulla totale mia estraneità alle accuse forzatamente mossemi, che mi hanno visto, ingiustamente, coinvolto in una vicenda giudiziaria che ha scalfito la mia personale immagine di padre di famiglia, di professionista e di uomo politico.”

Il processo che lo riguarda è iniziato nel luglio scorso. Sotto accusa, oltre all’ex assessore regionale Gentile, ci sono Giacchetto, l’ex presidente dell’ente di formazione professionale, Francesco Riggio, Stefania Scaduto e Concetta Argento (rispettivamente segretaria e moglie di Giacchetto), l’ex dirigente dell’Agenzia regionale per l’impiego, Rino Lo Nigro. Secondo l’accusa, Giacchetto avrebbe pianificato una mega truffa, creando un sistema illecito per gestire a suo piacimento, grazie alla presunta compiacenza di imprenditori, burocrati e politici, quindici milioni di euro destinati alla comunicazione del progetto Co.Or.Ap. Gli imputati sono accusati a vario titolo di corruzione, truffa e falso in atto pubblico.

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