"Da Battiato a me è cambiato tutto | Il turismo punterà sull'identità" - Live Sicilia

“Da Battiato a me è cambiato tutto | Il turismo punterà sull’identità”

Intervista al neo assessore al Turismo Cleo Li Calzi: "Oggi più che i nomi servono le competenze. Ho creduto in questo progetto perché finalmente la politica ha deciso di dialogare. L'esperienza con Lombardo? Non la rinnego. Per rilanciare questo settore servirà l'aiuto di tutti gli altri rami dell'amministrazione".

PALERMO – Da Franco Battiato a Cleo Li Calzi è cambiato il mondo. Tra i due, entrambi assessori al Turismo di Rosario Crocetta, c’è tutta la differenza che passa tra il concetto di “creativo” e quello di “tecnico”. Lui, l’artista che entrò in assessorato affermando che “qui hanno rubato tutto”. Lei, la “specialista” di Fondi europei, chiamata in giunta dopo la pax siglata tra il Pd e il governatore. E dopo la (lunga) parentesi Stancheris.

Assessore, che significa passare in meno di due anni da Battiato a lei? Cosa è cambiato?

“Credo che in questa precisa fase storica, si sia deciso di allestire una compagine di governo nella quale si punti, piuttosto che a nomi eccellenti, a persone che conoscano bene il sistema all’interno del quale devono muoversi. E ritengo sia anche fisiologico che ciò accada all’alba del terzo anno di governo”.

Lei parla quasi da tecnico. Ma questo appare, a tutti gli effetti, un governo politico.

“Gli assessori in giunta non sono, singolarmente, una manifesta espressione dei partiti. Ma certamente sono al servizio di un progetto politico chiaro”.

Cosa l’ha convinta di questo progetto? Perché, insomma, ha deciso di accettare?

“Innanzitutto l’idea che a questo nuovo governo si arrivi perché alcune forze, fino al giorno prima in contrapposizione, hanno deciso di dialogare. Un dialogo che deve essere alla base di questa esperienza. Le competenze non basteranno, servirà anche porre molta cura ai rapporti tra il governo e il parlamento, e viceversa. Del resto, questo Crocetta-ter rappresenta una scommessa anche per gli stessi partiti”.

Lei si sta insediando in questi giorni. Poche ore dopo il suo insediamento, invece, Battiato disse: “Qui si sono portati via tutto. Non c’è un euro”. Ha avuto modo di dare un’occhiata ai conti del Turismo? E se ancora non l’ha fatto, cosa si aspetta di trovare?

“Certamente, da persona che conosce bene la macchina amministrativa, non posso aspettarmi di trovare i salvadanai pieni. So bene che i fondi del bilancio sono quasi interamente assorbiti da spesa corrente. E in quel caso si può intervenire solo attraverso un tentativo di riduzione delle spese. È chiaro, però, che le somme per il resto vadano trovate altrove”.

…i fondi comunitari. Di cui lei è considerata una esperta.

“Esattamente. E i fondi europei devono essere sfruttati in due maniere. Non solo cercando di finanziare nuovi investimenti e progetti, ma anche spostando gradualmente su quei fondi, voci che al momento gravano sul bilancio regionale”.

L’assessorato al Turismo, però, è tra quelli che ha a disposizione le minori somme da utilizzare.

“Quello non è un problema. Anzi, ritengo che uno dei limiti nella programmazione finora sia stato quello di vedere quei finanziamenti come ‘specifici’ di singoli assessorati o addirittura di singoli dipartimenti. Una visione a volte troppo frammentaria, che ha reso più difficile la spesa. Alla Regione semmai serve un cambio di passo generale. Uno di questi strumenti di efficentamento è stato richiesto anche dall’Europa, in vista della Programmazione 2014-2020: il Piano di rafforzamento amministrativo che dovrà coinvolgere tutti i rami dell’amministrazione”.

Tra le sue esperienze, c’è anche quella di capo della segreteria tecnica dell’ex presidente Lombardo. Nelle ore che hanno preceduto il rimpasto le è mai stata rinfacciata questa esperienza? O ritiene che potrebbe accadere in futuro? In fondo, il presidente Crocetta ribadisce di frequente un richiamo alla “discontinuità” col passato.

“Non mi è stato mai rinfacciato. Ne’ credo che succederà mai. Per un motivo molto semplice. Il mio curriculum dimostra che le mie esperienze professionali non possano essere in qualche modo relegate a un concetto di ‘appartenenza’. Semmai, seguono un filo rosso di competenze. Io non rinnego quel periodo, anzi. Quei due anni hanno rappresentato, per me, uno dei più importanti master formativi della mia carriera. La segreteria tecnica ti ‘obbliga’ ad interfacciarti anche col parlamento. Queste sono cose che non impari sui libri”.

Più di recente, invece, la sua esperienza a Sviluppo Italia Sicilia. Lei si è dimessa un anno fa. Come mai?

“Nessun particolare motivo. Io ero lì da tre anni, e il mio mandato sarebbe comunque scaduto sei mesi dopo. Semplicemente ho ritenuto che in quella società servisse un presidente che potesse occuparsene a tempo pieno. Mentre io volevo concentrarmi sulla mia attività di valutatore dei Fondi strutturali”.

Torniamo al suo nuovo incarico. Quali sono le priorità di questo settore. E cosa la preoccupa di più, giusto per fare due esempi, il calo dei flussi turistici denunciato dagli albergatori o le difficoltà dei teatri siciliani?

“Io credo che innanzitutto ‘fare turismo’ significhi mettere a sistema tutti gli aspetti identitari dell’Isola. Una visione che non può racchiudersi solo all’interno del mio assessorato. Si deve puntare a ciò che rappresenta un unicum, un elemento caratterizzante il nostro territorio e fare sì che questo abbia anche un valore economico, che possa, insomma, produrre anche impresa. Penso anche allo sport. Anche quello diventare volano per il turismo, sfruttando magari le nostre favorevoli condizioni climatiche”.

Insomma, bisognerà dialogare con gli altri assessorati.

“Praticamente con tutti. Credo che quello del turismo sia ‘servente’ agli altri settori. Ma allo stesso tempo non avrà alcuna speranza di rilancio senza il supporto degli altri rami dell’amministrazione. È chiaro che ad esempio sui teatri dovrò lavorare in sinergia con l’assessore ai Beni culturali, Antonio Purpura. Ma penso anche al recupero del territorio che deve essere portato avanti dall’assessorato all’ambiente e da quello delle risorse agricole. Penso in particolare alle aree interne della Sicilia che possono rappresentare davvero una fonte per la crescita economica di tutta la Sicilia. Ma penso anche alla Formazione. Per fare Turismo non bisogna dimenticarsi di puntare sull’elemento più importante: le persone”.


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