Vicepresidente Ars, non c'è accordo | Rebus-candidato nel centrodestra - Live Sicilia

Vicepresidente Ars, non c’è accordo | Rebus-candidato nel centrodestra

Nemmeno oggi i deputati eleggeranno la seconda carica del parlamento. Tutto rinviato a dicembre. Tra veti trasversali e accordi più o meno "palesi" non c'è ancora un nome unico per la successione di Pogliese. Ma prendono quota le ipotesi D'Asero e Di Mauro.

PALERMO – 17.40 Come previsto, la conferenza dei capigruppo è terminata con un “nulla di fatto”. Non c’è accordo sul nome da proporre per la vicepresidenza dell’Ars. Così, tutto rimandato. Se ne riparlerà nella seconda metà di dicembre, quando potrebbero essere riviste anche le cariche di presidenti di commissione. Il Nuovo centrodestra e il Movimento cinque stelle ha votato contro il rinvio. “La vicenda della vicepresidenza – ha commentato il capogruppo Valentina Zafarana – non ha nulla a che vedere con le commissioni parlamentari. A questo punto, a dicembre si ridiscutano anche le altre cariche istituzionali come quelle del Consiglio di presidenza. Compresa la carica dello stesso presidente dell’Ars”. Aula fissata per mercoledì prossimo, quando Crocetta verrà sentito sul tema delle trivellazioni. L’Aula continua a “viaggiare” a ritmi lentissimi.

Anche oggi la fumata è nera. Il presidente dell’Ars ha “aperto e chiuso” la seduta d’Aula per convocare una conferenza dei capigruppo. I deputati, insomma, anche oggi decideranno di non decidere. Di non eleggere, cioè, il nuovo vicepresidente dell’Ars. Anche oggi, è pronto il rinvio.

Ieri della questione avevano discusso anche Pd e governo. A Palazzo d’Orleans si è recato il segretario regionale dei democratici Raciti. Per parlare di trivelle, certo. Ma anche di come la maggioranza intenda muoversi in vista dell’elezione della seconda carica dell’Ars. E da questo punto di vista, sembra esserci un generalizzato accordo: il vicepresidente spetta all’opposizione. Un tema ribadito anche in occasione di una lunga riunione del gruppo parlamentare, oggi all’Ars.

Il problema, però, è proprio all’opposizione. Lì i partiti infatti non hanno ancora trovato una intesa per proporre un nome nuovo. E la situazione, rispetto a qualche settimana fa, sembra persino più complessa. Già, perché uno dei partiti considerati all’opposizione, cioè Mpa-Pds, in occasione della mozione di sfiducia a Crocetta (che ha comunque formalmente votato), ha annunciato l’avvio di una “nuova fase” nei rapporti col governo regionale. Una posizione che sembra aver spinto molti esponenti della maggioranza (quelli più vicini al governatore) a caldeggiare l’ipotesi di un sostegno al capogruppo degli autonomisti Roberto Di Mauro.

Ma in queste ore, ecco farsi strada un’altra ipotesi. L’Udc ha chiaramente, nei giorni scorsi, evidenziato la volontà di lavorare a un progetto politico comune con l’Ncd di Angelino Alfano. Una sintonia che potrebbe portare i primi frutti anche nella vicenda dell’elezione del vicepresidente del Parlamento. In questo caso, il “nome caldo” è quello del capogruppo Nino D’Asero. Che potrebbe sfruttare, in questa fase, anche l’asse politico messo su nelle ore del rimpasto tra Pd e centristi. Insomma, la candidatura del capogruppo degli alfaniani inizia a prendere seriamente quota. Al punto che in queste ore si era diffusa l’ipotesi di un blitz, di una elezione-lampo da portare a termine già nella giornata di oggi.

Peccato che nel frattempo, in conferenza dei capigruppo, sia arrivata la nuova richiesta di rinvio dell’ordine del giorno. Presentata dal capogruppo di Forza Italia Marco Falcone. La proposta sarebbe quella di posticipare la discussione sulla seconda carica dell’Ars a metà dicembre, quando dovrebbero essere rinnovate (il regolamento non stabilisce comunque un obbligo tassativo) tutte le cariche relative alle commissioni parlamentari. I forzisti comunque hanno in mano i soliti nomi: sono quelli del capogruppo della Lista Musumeci Santi Formica e del “collega” del Cantiere popolare Toto Cordaro. Anche se il clima, tra azzurri e Pid è molto teso dopo la scelta del coordinatore regionale Gibiino di mettere mano alle cariche del partito a Catania. Insomma, i veti trasversali rallentano ancora la scelta del vicepresidente. E adesso, dall’addio di Pogliese volato a Bruxelles (vero e proprio casus belli) sono trascorsi quasi sei mesi. Mesi nei quali l’Assemblea regionale ha prodotto poco. Ma dove nessuno ha sentito la mancanza della seconda carica del parlamento più antico d’Europa.


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