"Ho soccorso la piccola | Era bionda e bellissima" - Live Sicilia

“Ho soccorso la piccola | Era bionda e bellissima”

E' un racconto pieno di coraggio e forza quello di chi ha soccorso la neonata trovata in un cassonetto oggi a Palermo. Il rianimatore del 118 arrivato sul posto: "Era cianotica, abbiamo tentato in tutti i modi di salvarla. Meritava una culla come tutti i bambini e una coperta calda". L'appello dei carabinieri: "Chi ha visto qualcosa ci contatti".

 

PALERMO – I capelli biondi, il viso paffuto. Pesava almeno tre chili la neonata trovata oggi in un cassonetto di via Ferdinando Di Giorgi, nella zona dell’Uditore a Palermo. Era nata dopo una gravidanza regolare, probabilmente due o tre ore prima che un clochard si accorgesse della sua presenza tra i rifiuti: chi è intervenuto per cercare di strapparla disperatamente alla morte sapeva che la speranza era appesa ad un filo.

La bimba era stata chiusa in un borsone da palestra, avvolta in un lenzuolo celeste a fiori sporco di sangue, ed era cianotica. Quando i soccorritori del 118 sono arrivati sul posto scortati dai carabinieri, è stato fatto ogni tentativo possibile. Lo sa bene chi ha tenuto tra le braccia quel corpicino, chi ha cercato fino all’ultimo di fare ripartire il cuore della piccola, il dottor Roberto Pollicino, anestesista rianimatore intervenuto con l’equipe del 118.

“La neonata era a testa giù, in posizione ancora fetale – racconta -. Il corpo freddo e il cordone ombelicale pallido non erano un buon segno, quindi avevo poco tempo per provarle tutte. E allora ho iniziato con le operazioni volte a liberare le vie aeree per permettere al cuore di ripartire. Una volta intubata, siamo partiti verso l’ospedale Civico, dove avremmo avuto tutto il necessario per fornirle l’assistenza migliore. Ma soprattutto, la piccola avrebbe avuto una culla vera, una coperta soffice dove essere riscaldata e degli abitini”.

Momenti concitati durante i quali la concentrazione e la tempestività dei soccorsi hanno mantenuto la speranza accessa, nonostante quell’abbandono tra i rifiuti avesse ormai riservato alla piccola il destino peggiore. Quello di spezzare la sua vita alla nascita senza un perché. La neonata ha soltanto avuto il tempo di piangere disperatamente, di chiedere aiuto nell’unico modo che conosceva. E se fosse trascorso ancora del tempo, quel cassonetto si sarebbe trasformato nella sua tomba: “Abbiamo pregato tutti fino all’ultimo perché si salvasse – prosegue Pollicino – le abbiamo dato una culla vera, quella che meritava. Era una bambina bellissima, dal viso delicato e dolce, non sembrava fosse nata poche ore prima, perché paffuta e ben sviluppata. E’ stato straziante, sono situazioni che lasciano di ghiaccio anche noi”.

Eppure un modo per evitare tragedie simili esiste. A ribadirlo sono il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore regionale alla Sanità, Lucia Borsellino. “All’ospedale Civico di Palermo è presente il servizio “Culla per la vita” – spiegano – che consente alle mamme di lasciare i propri figli non riconosciuti, in assoluto anonimato e tutelando così la vita dei neonati”. Si tratta di una postazione riservata che si trova alle spalle del parcheggio degli autobus e del bar del nosocomio, dove 24 ore su 24 è a disposizione una culla riscaldata e provvista di tutti i confort per far fronte a casi del genere. “Da parte delle Istituzioni – precisano il sindaco e l’assessore – vi è la massima disponibilità all’ascolto e all’aiuto rivolto a tutti i genitori per evitare il ripetersi di simili tragedie.” Nel frattempo, è l’omicidio volontario il reato ipotizzato dalla Procura di Palermo. Il pm titolare dell’indagine, Nino di Matteo, ha disposto l’ispezione cadaverica sul corpo della bambina e il sequestro della cartella clinica. I carabinieri lanciano inoltre un appello: “Chiunque abbia visto persone sospette disfarsi di un borsone rosso o sappia qualcosa che può essere utile alle indagini, ci contatti”.

A Palermo episodi simili non si verificavano da otto anni. Era il 2006 quando una bimba fu per l’ultima volta abbandonata in un cassonetto per i rifiuti della città. Maria Regina – così fu chiamata la piccola dal personale dell’ospedale Civico di allora – fu trovata a Bonagia, in via della Giraffa per la precisione. Ad intuire che in quel pianto si nascondesse qualcosa di drammatico fu un ragazzo di 23 anni, che cercando di capire da dove provenissero quei vagiti, fece l’amara scoperta lanciando l’allarme alle forze dell’ordine e al 118. La bambina era dentro ad un sacchetto bianco, buttata via come un cumulo di rifiuti di cui disfarsi. In quel caso la piccola si salvò.


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