Enzo Ercolano dietro le sbarre |Il Riesame conferma il carcere - Live Sicilia

Enzo Ercolano dietro le sbarre |Il Riesame conferma il carcere

Enzo Ercolano, figlio del defunto capomafia Pippo, è stato arrestato lo scorso 20 novembre nell'ambito dell'operazione dei Ros Caronte.

CATANIA – Enzo Ercolano resta in carcere. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame che ha confermato l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip nell’ambito dell’inchiesta dei Ros “Caronte”, culminata lo scorso 20 novembre nell’arresto di 23 persone. I giudici della Libertà hanno riqualificato una parte dei capi di imputazione, ma su questo sarà importante leggere le motivazioni per comprendere le valutazioni del Tribunale.

Gli atti e le informative dei Ros scattano una fotografia drammatica: dalla ricostruzione dei pm Agata Santonocito e Antonino Fanara le mani della famiglia Santapaola Ercolano avrebbero controllato per anni il mercate dei trasporti, con l’effetto di accumulare ingenti patrimonio a Catania, Palermo, Messina, Napoli, Mantova e Torino. Ancora una volta – secondo la Procura guidata da Giovanni Salvi (L’INTERVISTA) – i Santapaola Ercolano hanno “una forte vocazione imprenditoriale” e sono riusciti con la collusione di colletti bianchi e politici ha “infiltrarsi” nei settori cruciali dell’economia siciliana.

Vincenzo Ercolano sarebbe lo “stratega” nel settore del trasporto. Attraverso la Geotrans l’indagato avrebbe stretto importanti accordi commerciali con il consorzio Bisonte Siciliani presieduto da Enzo Ercolano, consorzio Autotrasportatori europei riuniti costituito nel 2004 da Enzo Ercolano. Il figlio del boss Pippo sarebbe stato quello che muovova le fila del consorzio Cai Service: in prima linea nella gestione delle prenotazioni e nell’emissione dei biglietti della Caronte per il passaggio dello Stretto da Messina a Villa San Giovanni.  Secondo la Procura Enzo Ercolano sarebbe stato anche socio occulto della Servizi autostrade del mare srl, formalmente intestata a Francesco Caruso (scarcerato dal Riesame). E poi sarebbe stato tra i promotori del Partito nazionale autotrasportatori.

Nell’ordinanza del Gip all’indagato vengono contestati i reati di associazione mafiosa, estorsione aggravata e anche intestazione fittizia. Enzo Ercolano, figlio del defunto boss Pippo Ercolano e di Grazia Santapaola, sorella di “Nitto”, è indagato “anche perché avrebbe – si legge nell’ordinanza del Gip – compiuto atti di concorrenza con violenza e minaccia, obbligando clienti e fornitori che volevano operare nel mercato del trasporto su gomma a rivolgersi alle sue imprese e impedendo ad altre imprese di operare con i suoi clienti ad un prezzo di mercato libero”.

Decine di pagine di intercettazioni del Ros compongono la maxi inchiesta della Dda di Catania. Una conversazione in particolare inchioda Vincenzo Ercolano mentre tenta di riacquistare una parte dei beni che erano stati confiscati alla sua famiglia, in particolare dell’Avimec. In una telefonata, captata nel 2008, Enzo Ercolano  tenta di riacquistare i camion che l’agenzia del demanio ha messo in vendita a trattativa privata. In un primo momento telefona a Palermo e parla con un uomo dell’agenzia del Demanio dichiarando di voler “fare un’offerta per i beni dell’Avimec”, in un’altra chiamata l’indagato parla direttamente con l’amministratore giudiziario. (L’INTERCETTAZIONE INTEGRALE)

Un’indagine quella dei Ros che si concentra a dopo il 2009. Per gli anni precedenti Enzo Ercolano è stato, infatti, già processato e assolto (sentenza confermata nel 2011) dall’accusa di associazione mafiosa.


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